
Un pool di esperti tra docenti e ricercatori ha risposto alla chiamata alle armi per dare nuovo lustro all’istruzione scolastica decisamente bastonata dai rapporti Censis 2024, che restituiscono scenari desolati e desolanti sulla qualità dell’istruzione italiana e sul livello culturale degli studenti di oggi che saranno i cittadini di domani.
Sono ormai cronici l’impoverimento lessicale, l’estraneità alla lettura e alla comprensione di testi complessi e in generale l’atrofizzazione al ragionamento e allo spessore esistenziale che la cultura in generale fornisce all’essere umano nel percorso di costruzione identitaria sia come singolo che come individuo inserito nel tessuto sociale.
Le proposte per i nuovi programmi, che dovrebbero entrare in vigore dal nuovo anno scolastico, spaziano dall’introduzione del latino già alla scuola secondaria di primo grado, unitamente all’epica, alla valorizzazione della musica e allo studio mnemonico di testi poetici, il tutto in una strategia complessiva che guarda al passato per progettare il futuro e invertire un trend che è fortemente in declino in termini di qualità.
Per quanto sia apprezzabile lo spirito della riforma (che fa il paio con l’annuncio della revisione del sistema di valutazione che già dal secondo quadrimestre 2025 reintroduce il giudizio sintetico tradizionale al posto degli attuali giudizi descrittivi), non si può non evidenziare che la strada lastricata da buone intenzioni condurrà al successo solo se le iniziative proposte riusciranno a scavare più a fondo della somministrazione di nozioni.
Per questo motivo, Meritocrazia Italia, nel condividere la proposta Valditara sulla riforma dei programmi e nell’aderire alle sue finalità, chiede che non ci si fermi alla rivisitazione dei contenuti, ma si irrobustisca l’offerta formativa dando priorità alla costruzione culturale di cittadinanza. Pertanto propone:
– sull’introduzione dello studio del latino alle medie, che il programma sia strutturato sull’insegnamento dei rudimenti della lingua ma che, soprattutto, si privilegi la riflessione sul pensiero degli autori per quanto compatibile con il livello di apprendimento degli studenti;
– sullo studio dei testi poetici, che si eviti il meccanicismo dello studio mnemonico per privilegiare il rapporto tra cultura e memoria nella scuola; in particolare si propone di veicolare la poetica con lezioni di teatro attraverso cui esercitare la socialità, la memoria, stimolare la conoscenza: il teatro è una leva per sollevare la cultura dell’essere umano;
– di curare parallelamente una formazione coerente dei docenti in materia di comunicazione affinchè la qualità dell’istruzione sia prima di tutto garantita dalla qualità dei docenti sia nei contenuti che nella loro veicolazione spesso inadeguata per la distanza generazionale con l’utenza;
– che lo studio delle Scritture sia interpretato come momento di riflessione culturale con le radici italiane ma in dialettica con le altre confessioni per un momento di riflessione spirituale più ampio che non ne sminuisca il patrimonio culturale.
In un mondo di uomini macchina che conosce il prezzo di tutto e il valore di niente, queste materie devono «servire» a non diventare servo, mostrando il viaggio dell’uomo dentro sè stesso: il nòstos tra le pieghe dell’anima.
Stop war.
