
(AGENPARL) – Wed 01 October 2025 CONFARTIGIANATO IMPRESE SARDEGNA
COMUNICATO STAMPA 01 OTTOBRE 2025
ENERGIE E TRANSIZIONE – Alle micro, piccole e medie imprese della
Sardegna l’energia costa tanto: 77 milioni di spesa e nel 2025 il
42,3% di costi in più rispetto al 2021. I dati presentati a Chia nella
21esima “Energies&Transition High School” organizzata da
Confartigianato. L’apertura dei lavori affidata al Presidente di
Confartigianato Sardegna, Giacomo Meloni.
Con il discorso del Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna,
Giacomo Meloni, si sono aperti a Chia (Cagliari-Sardegna) i lavori
della 21esima edizione di “Energies&Transition High School”
organizzata da Confartigianato Imprese e dai suoi Consorzi energia
(Caem, CenPi, Multienergia).
Tra gli argomenti transizione green, crisi climatica, caro-energia,
fonti rinnovabili, nucleare e sostenibilità sono ormai sfide
quotidiane per il futuro sostenibile, non solo per i governi e le
grandi aziende, ma anche, e soprattutto, per le piccole imprese
italiane sempre più alle prese con i costi delle bollette e l’uso
efficiente e sostenibile dell’energia.
Nella relazione introduttiva, il Presidente Meloni ha ricordato i
problemi relativi alle difficoltà di reperimento delle materie prime,
mercati di sbocco insidiati da conflitti e tensioni internazionali,
approvvigionamento energetico incerto in termini di stabilità e
soprattutto di prezzi e bollette che hanno un peso sempre più pesante
nei bilanci delle imprese artigiane, argomenti che sono la punta di un
iceberg che riguarda dinamiche internazionali che sfuggono alla nostra
possibilità di intervento diretto ma non per questo ci devono indurre
ad un atteggiamento passivo e di meri osservatori.
“Da quando cioè il contesto internazionale è diventato decisamente
instabile e sono cambiati i tradizionali assetti mondiali la parola
sostenibilità – ha affermato Meloni – gli sforzi per mitigare il
cambiamento climatico, gli impegni per ridurre le emissioni sono
rimasti un po’ ai margini delle agende degli organismi internazionali,
a loro volta sempre più fragili, considerati temi importanti si ma non
prioritari e quasi ad uso esclusivo di addetti ai lavori”. “Noi
riteniamo invece che sia ancora tempo di parlarne, di approfondire e
di cercare soluzioni compatibili e di mediazione tra sostenibilità
ambientale e sostenibilità economica – ha aggiunto – che consenta alle
nostre imprese di intraprendere un percorso di transizione che
garantisca loro la possibilità di stare sul mercato e anzi di
rilanciare e trovare nuovi spazi di lavoro”. “Pensiamo sia doveroso
soprattutto nei confronti delle nuove generazioni che forse più di
altre sentono il tema in tutta la sua urgenza e, probabilmente in
controtendenza rispetto a quelle più avanti con l’età – ha rimarcato –
credono sia necessario un impegno costante non solo in termini di
semplice sostenibilità energetica ma più in generale in termini di
qualità della vita, aspetti sociali e lavorativi”. “Per questo, come
Confartigianato – ha concluso il Presidente – vogliamo dare un
contributo al ragionamento senza sottrarci al compito di attore
sociale prima che economico, anche quando questo comporta strade in
salita, duro lavoro, sacrificio e difficoltà. Lo facciamo perché lungi
dal volere assumere posizioni di retroguardia vogliamo al contrario
guardare appunto al futuro. Al futuro delle nuove generazioni di
imprese e di cittadini”.
Nell’apertura dell’evento di Chia sono stati presentati anche i dati
sul costo energetico delle piccole e medie imprese, quindi sulle
bollette e combustibili.
In Italia lo scorso anno i settori a maggiore prevalenza di micro e
piccole imprese hanno pagato l’elettricità 8,8 miliardi, con 1,6
miliardi di maggiori costi rispetto alla media europea. Inoltre
l’energia resta una delle voci di spesa più pesanti per famiglie e
imprese italiane. Infatti i prezzi al consumo di elettricità, gas e
altri combustibili rilevati tra gennaio e luglio 2025 sono superiori
del 49,8% rispetto alla media del 2021. Un dato quasi triplo rispetto
all’inflazione complessiva accumulata nello stesso periodo, pari al
17%.
In Sardegna, nel 2024, le piccole imprese e quelle artigiane hanno
pagato l’energia elettrica 77milioni di euro, con 14 milioni di
maggiori costi rispetto alla media europea, con uno spread dello 0,04%
sul valore aggiunto territoriale.
I dati emergono dal rapporto di Confartigianato Imprese, dati
Eurostat, Istat e Terna, sulla bolletta elettrica delle micro e
piccole aziende italiane oggi è tra le più costose d’Europa. Con un
prezzo medio di 28 centesimi/Euro per kWh, supera del 22,5% la media
Ue. L’Isola, per questo, si piazza al 15esimo posto su base nazionale,
in una classifica aperta dal Friuli (spread di +0,18%) e chiusa dal
Lazio con solo lo 0,02% contro una media italiana dello 0.09%. A
livello territoriale lo spread energetico più alto viene rilevato
nella provincia di Oristano con +0,11% con un costo per le piccole e
medie imprese di 16 milioni di euro con una differenza verso le pari
dimensioni europee di 3 milioni di euro. Seguono Nuoro con spread di
+0,04% con costi di 9 milioni e differenza UE di 2, Sassari-Gallura
con spread di 0,04%, costi di 21 milioni e differenza UE di 4, e
Cagliari con spread di 0,03%, costi di 21 e differenza UE di 4.
In testa c’è la Lombardia con 443 milioni, seguita da Veneto (231
milioni), Emilia-Romagna (208 milioni), Piemonte (181 milioni),
Toscana (92 milioni), Campania (73 milioni), Friuli-Venezia Giulia (69
milioni), Puglia (53 milioni).
E l’energia nell’Isola resta una delle voci di spesa più pesanti per
le famiglie e le imprese. Sempre secondo l’analisi di Confartigianato,
i prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili rilevati
tra gennaio e luglio 2025 sono risultati superiori del 42,3% rispetto
alla media del 2021. Un dato quasi triplo rispetto all’inflazione
complessiva accumulata nello stesso periodo che è stata pari al 18.2%.
A luglio 2025, sempre in Sardegna, si osserva un calo tendenziale del
3,6% nei prezzi energetici rispetto a luglio 2024 ma i rincari sono
evidenti sul lungo periodo. A livello provinciale, nel 2025 Cagliari
ha subito un aumento dei costi energetici del 49,6% rispetto al 2021
mentre sulla provincia di Sassari sono stati rilevati rincari del 48%,
sempre paragonando uguali periodi (N.B. non sono disponibili dati
sugli altri territori sardi).
Su base nazionale, tra le regioni più colpite, Marche e Molise guidano
la classifica con una crescita dei prezzi del 58,8%, seguite da
Abruzzo (+58,2%), Piemonte (+57,9%), Toscana (+57,0%), Umbria (+56,9%)
e Valle d’Aosta (+56,7%). In doppia cifra anche Liguria,
Emilia-Romagna, Lombardia, Puglia e Sicilia, tutte con incrementi
compresi tra il 50% e il 54%.
“Il caro-energia – sottolinea il Presidente Nazionale di
Confartigianato, Marco Granelli – frena la competitività delle piccole
imprese. Bisogna innanzitutto intervenire per riequilibrare il carico
fiscale sulle bollette delle diverse dimensioni di imprenditori-utenti
e che oggi penalizza le piccole aziende costrette a pagare per i
grandi energivori. Le nostre imprese non chiedono privilegi, ma regole
chiare ed eque”. “Per ridurre l’impatto del caro-energia su imprese e
famiglie – aggiunge Granelli – occorrono interventi su più fronti:
diversificazione delle fonti di approvvigionamento, sostegno convinto
delle rinnovabili, investimenti per incentivare lo sviluppo
dell’idrogeno come vettore energetico strategico, senza trascurare la
ricerca sul ‘nucleare pulito’, puntando sulle opportunità offerte
dalle innovazioni tecnologiche introdotte con i reattori di nuova
generazione”.
A ‘gonfiare’ il costo dell’elettricità delle piccole imprese è anche
il prelievo fiscale e parafiscale in bolletta che in Italia è più che
doppio (+117,4%) rispetto a quello medio dell’UE a 27. Siamo al
secondo posto in Europa per il maggior carico di accise e oneri sul
chilowattora pagato dalle MPI: 7,78 centesimi di euro al KWh. Ci batte
soltanto la Polonia con 7,90 centesimi di euro al KWh.
Il fisco in bolletta cala al crescere dei consumi energetici. Le
grandi imprese energivore italiane, infatti, registrano un prelievo
fiscale addirittura inferiore del 19,6% rispetto alla media europea.
Confartigianato ha stilato la classifica delle regioni e province per
l’extra costo per l’energia elettrica rispetto all’Unione europea nei
settori a maggiore presenza di micro e piccole imprese, cioè
alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture, tra cui
gioielleria ed occhialeria.
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