
(AGENPARL) – Wed 01 October 2025 Audizione della Terza commissione dell’Assemblea legislativa con
l’associazione “Autismo Ricerca e Terapie”
(Acs) Perugia, 1 ottobre 2025 – I rappresentanti dell’associazione
“Autismo Ricerca e Terapie” (Auret) sono stati ascoltati questa
mattina in Terza commissione, presieduta da Luca Simonetti,
nell’ambito di una serie di audizioni con i portatori di interessi
propedeutiche alla stesura di una legge sui disturbi del
neurosviluppo.
Il presidente di Auret, Roberto Mastalia, ha spiegato ai commissari
l’importanza di una strategia basata sul mantenimento delle persone
con disabilità intellettive all’interno del nucleo e
dell’abitazione familiare, in alternativa ad un approccio che fino
ad oggi sarebbe invece stato più rivolto alle strutture diurne e
residenziali. Che pure svolgerebbero, è stato spiegato, ruoli
importanti nell’impegnare i ragazzi che hanno terminato la scuola.
Ad esse andrebbe però assegnato un ruolo residuale, riferito ai casi
più complessi o quando i genitori sono anziani.
Dovrebbe essere mantenuta l’assistenza indiretta, con l’erogazione
alle famiglie di contributi per coprire le spese, in modo da rendere
più sostenibile l’assistenza in ambito familiare. Le strutture che
ricevono finanziamenti pubblici dovrebbero relazionare sui risultati
ottenuti e sui servizi forniti. Inoltre solo una parte dei
finanziamenti destinati alle strutture vanno effettivamente a pagare
l’assistenza mentre il resto serve a coprire costi diversi. Una
struttura residenziale avrebbe un costo di 250 euro al giorno mentre
se venissero forniti 1200 euro al mese alle famiglie, a fronte di
spese certificate, a fronte di una cifra molto inferiore si potrebbero
ottenere risultati migliori.
I pazienti non dovrebbero essere isolati in strutture lontane da tutto
o trattati con psicofarmaci ma restare nella società, senza separarli
e la società dovrebbe imparare a relazionarsi con loro, soprattutto
quando diventano adulti. Per strutturare un progetto di vita che
accompagni un paziente con disabilità intellettive sono necessari
fondi a lungo termine. E in un’ottica di lungo periodo l’impegno
deve essere quello di pensare ad un loro pieno inserimento, sociale e
lavorativo, anche perché tra qualche decennio non potranno esserci
strutture sufficienti per accogliere tutti i bambini disabili di oggi,
che un giorno si troveranno senza i genitori che se ne prendono cura.
Esisterebbe infine un ulteriore problema legato all’assistenza. Gli
operatori delle cooperative non sempre sarebbero preparati e
competenti ed anzi in alcuni casi le stesse cooperative non avrebbero
interesse ad una loro crescita professionale, per evitare che si
mettano in proprio una volta formati. Per quanto riguarda le Asl
dell’Umbria, non sarebbero attrezzate a fornire progetti
personalizzati e mancherebbe persino la possibilità di fare
logopedia. MP/
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/80913
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