
(AGENPARL) – Tue 30 September 2025 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
Comunicato stampa
SPOPOLAMENTO, SCUOLA E PNRR: LA SFIDA DEL MEZZOGIORNO
SVIMEZ, METTERE LA CITTADINAZA AL CENTRO DELLE POLITICHE PER RENDERE ATTRATTIVI I TERRITORI, GIOVANI NON VALORIZZATI DAL MERCATO DEL LAVORO. SAVE THE CHILDREN, TROPPI ADOLESCENTI RASSEGNATI A PARTIRE. NECESSARIO RICOSTRUIRE FIDUCIA E CREARE OPPORTUNITÀ CONCRETE.
Roma, 30 SET – Si è tenuto oggi il workshop “Spopolamento, migrazioni e genere” promosso da Fondazione Giacomo Brodolini e Svimez con il supporto di Save the Children e la partecipazione del W20. Al centro della discussione le dinamiche di spopolamento delle aree interne, le migrazioni e le differenze di genere, con particolare attenzione al ruolo delle politiche pubbliche, del lavoro e dei servizi.
Nel periodo 2014-2024 l’Italia ha perso 1,4 milioni di abitanti, con un calo demografico che colpisce soprattutto il Mezzogiorno (-918 mila persone). A pesare è il saldo naturale negativo (–3,8‰), solo in parte compensato dai flussi migratori (+1,5‰). A crescere restano poche eccezioni come Bolzano, Trento, Emilia-Romagna e Lombardia.
Il Paese continua a perdere la sua parte più giovane e dinamica. Tra il 2019 e il 2023 sono 88 mila i giovani 25-34 anni expat italiani in possesso di una laurea, a fronte di circa 77 mila giovani laureati stranieri che hanno trasferito la loro residenza in Italia. Al Sud il quadro demografico peggiora ulteriormente per effetto dei saldi negativi della mobilità interna: solo nel 2024, dei circa 52mila meridionali trasferiti al Centro-Nord, oltre il 55% ha tra i 25 e i 34 anni. Una tendenza aggravata da un mercato del lavoro che offre poche prospettive ai giovani e da un minore afflusso di migranti, con conseguente indebolimento del ricambio generazionale.
Lo scenario al 2035 è critico: la scuola primaria perderà oltre mezzo milione di alunni, di cui quasi 200mila solo al Sud. Sardegna (-35%), Abruzzo (-25,8%), Molise (-23,6%), Basilicata (-23,5%) e Puglia (-23,3%) sono tra le regioni più colpite. Già oggi circa 3mila comuni, quasi la metà nel Mezzogiorno, rischiano la chiusura della loro unica scuola primaria.