
(AGENPARL) – Tue 30 September 2025 GIUNTA APPROVA PROTOCOLLO D’INTESA
PER L’ISTITUZIONE DI UN CENTRO PER LA GIUSTIZIA RIPARATIVA
NEL DISTRETTO DI CORTE D’APPELLO DI BARI
Su proposta dell’assessora Elisabetta Vaccarella, la giunta comunale ha approvato la bozza di Protocollo d’intesa per l’istituzione del Centro per la giustizia riparativa nel Distretto di Corte d’appello di Bari.
Come noto, sul territorio nazionale è in corso di strutturazione il sistema dei servizi per giustizia riparativa in materia penale (di cui all’articolo 42, comma 1, lettera f, del decreto legislativo n. 150/2022), configurato secondo un modello organizzativo prossimo alle comunità locali, visto che la ricostituzione dei legami con la comunità è uno degli obiettivi dei programmi di giustizia riparativa. Tali programmi, infatti, tendono a promuovere il riconoscimento della vittima del reato, la responsabilizzazione della persona indicata come autore dell’offesa e la ricostruzione dei legami con la comunità di riferimento.
Il sistema complessivo dei servizi si articola su più livelli:
la Conferenza nazionale per la giustizia riparativa, della quale il Ministero della Giustizia si avvale per provvedere al coordinamento nazionale dei servizi stessi, esercitando le funzioni di programmazione delle risorse, di proposta dei livelli essenziali delle prestazioni e di monitoraggio;
le Conferenze locali per la giustizia riparativa, una per ciascun distretto di Corte di Appello, cui spetta individuare, nell’ambito territoriale di competenza, previa ricognizione delle esperienze di giustizia riparativa in atto, uno o più enti locali cui affidare l’istituzione e la gestione dei Centri per la giustizia riparativa;
i Centri per la giustizia riparativa, cioè le strutture pubbliche cui competono le attività necessarie all’organizzazione, gestione, erogazione e svolgimento dei programmi di giustizia riparativa.
La Conferenza locale ha portato a termine la ricognizione dei servizi di giustizia riparativa in materia penale erogati da soggetti pubblici o privati specializzati, presenti nel proprio distretto di Corte d’Appello, operanti alla data del 31 dicembre 2023, procedendo alla valutazione di tali servizi, con riferimento all’esperienza maturata e ai curricula degli operatori in servizio, verificando la coerenza delle prestazioni erogate e dei requisiti posseduti con quanto disposto dal citato decreto.
Dalla ricognizione effettuata dal Ministero nell’ambito del Distretto di Corte d’appello di Bari, è emerso che, tra i tre enti censiti operativi sul territorio, l’unico a possedere i requisiti necessari ai fini dell’istituzione del Centro di giustizia riparativa è la società cooperativa C.R.I.S.I..
A maggio scorso, la Conferenza locale, tenuto conto del fabbisogno di servizi sul territorio, nel rispetto dei criteri previsti in relazione alle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili, ha quindi individuato il Comune di Bari quale soggetto idoneo cui affidare la gestione del Centro per la giustizia riparativa da istituire nell’ambito del distretto di Corte d’Appello di competenza.
Il Comune di Bari – che mediante co-progettazione con la società cooperativa C.R.I.S.I, a partire da settembre 2024 aveva intrapreso in via sperimentale alcuni programmi di giustizia riparativa – ha quindi aderito all’iniziativa, confermando la propria disponibilità ad avviare le procedure per l’istituzione e la gestione del Centro per la Giustizia riparativa per il Distretto della Corte di appello di Bari.
Il Comune di Bari,.
Il costo del servizio di cui al Protocollo d’intesa sarà coperto attraverso fondi ministeriali e la quota annuale del Fondo per il finanziamento di interventi in materia di giustizia riparativa verrà determinata con decreto del Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze con eventuale cofinanziamento a valere sul civico bilancio.
L’istituendo Centro per la Giustizia riparativa dovrà garantire, sin dall’avvio del servizio, la piena fruibilità di tutti i programmi di giustizia riparativa previsti dalla normativa, nel rispetto dei livelli essenziali e uniformi delle prestazioni dei servizi per la giustizia riparativa (LEP) e nel rispetto dei principi e delle garanzie stabiliti dalla legge e nel rispetto dei principi europei e internazionali in .materia
Con la stipula del protocollo, il Comune di Bari e la Corte di Appello concordano che l’istituzione del Centro per la giustizia riparativa rappresenta adempimento necessario per l’esercizio del diritto di accedere ai programmi di giustizia riparativa in materia penale da parte della vittima del reato, della persona indicata come autore dell’offesa, di altri soggetti appartenenti alla comunità (quali familiari della vittima del reato e della persona indicata come autore dell’offesa, persone di supporto segnalate dalla vittima del reato e dalla persona indicata come autore dell’offesa, enti ed associazioni rappresentativi di interessi lesi dal reato, rappresentanti o delegati di Stato, Regioni, enti locali o di altri enti pubblici, autorità di pubblica sicurezza, servizi sociali) e chiunque altro vi abbia interesse.
L’accesso ai programmi è gratuito, volontario ed è sempre favorito, senza discriminazioni e nel rispetto della dignità di ogni persona, senza preclusioni in ordine alla fattispecie di reato e alla sua gravità e può essere limitato soltanto in caso di pericolo concreto per i partecipanti, che derivi dallo svolgimento del programma stesso.
È, inoltre, garantito per tutti i reati, in ogni stato e grado del procedimento penale, nella fase esecutiva della pena e della misura di sicurezza, dopo l’esecuzione delle stesse e all’esito di una sentenza di non luogo a procedere o di non doversi procedere per difetto della condizione di procedibilità, anche ai sensi dell’art. 344-bis c.p.p. o per intervenuta causa estintiva del reato, nonché, per i reati perseguibili a querela di parte, anche prima della proposizione della querela.
Il protocollo stabilisce anche che il Centro si avvalga di sei mediatori esperti in programmi di giustizia riparativa, a tempo pieno o di un numero di mediatori esperti a tempo parziale complessivamente corrispondente alle ore di servizio di sei mediatori esperti a tempo pieno, rispettando l’equilibrio di genere e favorendo la diversificazione dei profili dei mediatori esperti rispetto all’età, competenze e professionalità pregresse;
Il protocollo avrà durata di tre anni a decorrere dalla data di sottoscrizione, con la possibilità di il rinnovo tacito per ulteriori trienni, salvo disdetta, da comunicarsi con preavviso di almeno sei mesi.