
(AGENPARL) – Tue 30 September 2025 Coldiretti Basilicata: monitoraggio costi frumento primo risultato mobilitazione agricoltori
La pubblicazione da parte di Ismea del monitoraggio dei costi medi per il frumento è un primo risultato della grande mobilitazione che ha visto ventimila produttori, di cui mille arrivati a Bari dalla Basilicata, della più grande organizzazione agricola d’Italia e d’Europa scendere in piazza in tutto il Paese per dire basta ai trafficanti di grano . “E’, infatti, un passo avanti fondamentale – sottolinea la Coldiretti lucana – perché da oggi non si potrà più prescindere dai costi di produzione come riferimento minimo per garantire un prezzo equo e fermare le speculazioni che stanno strozzando le imprese agricole e salvaguarda i consumatori e il loro diritto a prodotti sani e locali. Costi di produzione che non possono essere però il prezzo: serve garantire un margine adeguato all’agricoltore, perché produrre sottocosto come sta avvenendo ora mette a rischio il futuro del Made in Italy”. Sotto l’effetto delle manovre dei trafficanti di grano le quotazioni pagate agli agricoltori sono calate negli ultimi quattro anni tra il 35% e il 40%, mettendo a repentaglio le prossime semine e la tenuta economica delle aziende agricole, perché i ricavi non coprono più i costi di produzione. Da qui il piano di misure presentato da Coldiretti in occasione della mobilitazione che ha visto gli agricoltori lucani in piazza a Bari, e subito condiviso dal Governo con il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, a partire dall’impegno a istituire la Commissione Unica Nazionale (CUN) sul grano duro, per superare le borse merci locali, fermare le speculazioni e costruire un meccanismo trasparente e partecipato per garantire il corretto formarsi del futuro prezzo di mercato. Una misura finalizzata a costruire armonia che ora diventa ancora più urgente tenendo conto dell’atteggiamento degli industriali che non hanno partecipato oggi alla Commissione sperimentale per il grano duro, una presa di posizione che evidenza un atteggiamento ostile alla istituzione della CUN. Bene anche l’annuncio di 40 milioni da destinare ai contratti di filiera con aiuto de minimis di almeno 100 euro all’ettaro, che rappresentano oggi lo strumento più concreto per dare stabilità e reddito agli agricoltori, coinvolgendo anche il mondo dei pastai a cui viene garantito un credito d’imposta da 10milioni di euro. Grazie a questo strumento i produttori di grano potranno avere un ricavo di 40 euro al quintale, tra prezzo riconosciuto all’interno del contratto di filiera e contributi pubblici. Il piano di Coldiretti chiede anche il blocco delle importazioni sleali di grano trattato con sostanze vietate in Europa, come il glifosate presente nel grano canadese “veleno” per le nostre tavole, garantendo la reciprocità delle regole e imponendo agli alimenti provenienti da Paesi terzi gli stessi standard richiesti agli agricoltori italiani ed europei. È fondamentale poi estendere a tutta l’Ue l’obbligo di indicare l’origine del grano sulla pasta, già in vigore in Italia, per garantire ai consumatori il diritto a una informazione trasparente su ciò che consumano. Al tempo stesso serve investire in ricerca, innovazione e transizione tecnologica anche con il supporto del Crea. Occorre poi un piano nazionale per stoccaggi e infine serve triplicare la resa ad ettaro attraverso le nuove tecniche di irrigazione così da assicurare riserve strategiche, forniture sicure e difendere la sovranità alimentare.
Potenza 30 settembre 2025
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