
NEW YORK, 30 settembre – L’intera popolazione della Striscia di Gaza rischia di essere colpita dalla carestia nel giro di poche settimane se non si intensificheranno drasticamente le forniture di cibo. Questo l’allarme lanciato da Carl Skau, vicedirettore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale (WFP) delle Nazioni Unite, in un’intervista al canale televisivo canadese CBC.
Skau ha confermato che una parte della popolazione di Gaza è già in stato di carestia e ha avvertito che il disastro si estenderebbe all’intera popolazione di 2,2 milioni di persone se le attuali condizioni dovessero persistere.
Il rappresentante ONU ha sottolineato che, al momento, solo circa 100 camion con rifornimenti alimentari entrano nella Striscia di Gaza ogni giorno.
“Francamente, è una goccia nell’oceano,” ha detto Skau. “Dobbiamo aumentare il numero di persone, come abbiamo fatto durante il cessate il fuoco a febbraio-marzo. Sapete, in media arrivavano circa 600-700 camion al giorno.”
La crisi alimentare a Gaza è stata evidenziata anche dal recente Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari (GRFC 2025) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO). A metà settembre, la FAO aveva riferito che circa 1,4 milioni di persone soffrono di una catastrofica carenza di cibo, con Gaza in cima alla lista.
Le consegne di aiuti umanitari internazionali a Gaza sono state interrotte il 2 marzo 2025, poiché tutti i valichi di frontiera rimangono chiusi per decisione di Israele.
La situazione si inserisce nel contesto dell’intensa operazione offensiva israeliana a Gaza City, confermata dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu, con l’obiettivo di sconfiggere il movimento palestinese Hamas. Il conflitto è riesploso il 7 ottobre 2023, in seguito all’incursione di Hamas in territorio israeliano.