
(AGENPARL) – Sun 28 September 2025 MANIFESTO DELLA
Noi, donne e uomini di Forza Italia, riuniti a Telese il 28 settembre 2025, sotto
la guida di Antonio Tajani, in assoluta continuità ideale, morale e politica con
il pensiero e l’azione del nostro Fondatore e Presidente Silvio Berlusconi e con i
principi da Lui indicati nella Carta dei Valori del nostro Movimento, ne ribadiamo il significato imperituro e la capacità di offrire risposte non solo alle eterne
questioni della libertà dell’uomo e dell’organizzazione della società, ma anche
ai nuovi e complessi temi etici, culturali e politici emersi dalla rapida trasformazione del mondo nel primo quarto del 21° secolo. Coerenti con quei valori e con
la storia personale e politica del nostro Fondatore, affermiamo le nostre idee
fondamentali promulgando il Manifesto per la Libertà.
Noi riconosciamo nella sacralità, nella centralità e nella libertà della persona i
valori fondanti della nostra visione del mondo e del nostro agire politico.
Noi crediamo nella libertà come supremo principio regolatore delle relazioni
umane, e come primo diritto inalienabile di ogni essere umano.
Noi facciamo proprio in ogni circostanza il metodo democratico come strumento di espressione della sovranità popolare, salvo che non confligga con il
principio di libertà o con i diritti delle minoranze.
Noi crediamo nello Stato, in quanto strumento efficace per rendere possibile il pieno esercizio della libertà e la piena realizzazione delle aspirazioni di
ciascuno. Lo Stato tuttavia non è un principio etico, non è la fonte dei diritti della
persona, che sono ontologicamente iscritti nella condizione umana, per Volontà
Divina o per principio naturale. La persona è sempre soggetto, mai oggetto. Lo
Stato non può né concedere né revocare i diritti delle persone, né limitarli se non
per gravissime ragioni di sicurezza collettiva, circoscritte e limitate nel tempo.
Noi crediamo che lo Stato debba garantire un’assoluta parità di diritti per ogni essere umano, in modo indipendente dal genere, dal colore della pelle, dall’età, dal reddito,
dalle opinioni politiche, dalle convinzioni religiose, dallo stato di salute, dallo stile di vita.
Noi crediamo nella laicità dello Stato, prodotto della cultura politica europea,
e al tempo stesso nella libertà religiosa. Il diritto a credere e a non credere, e a
professare liberamente e in modo pubblico tali scelte, è una dei diritti fondamentali di ogni essere umano, che va garantito in ogni luogo.
Noi consideriamo il mercato ben regolato come lo strumento più efficiente
per garantire il maggior benessere possibile al maggior numero di persone.
Quindi siamo contrari a qualsiasi interferenza dello Stato nella vita economica
che non sia giustificata da esigenze irrinunciabili, di sicurezza nazionale o di tipo
sociale, e quanto più possibile limitata nel tempo e nell’estensione.
Noi siamo convinti che la libertà economica e il diritto di proprietà siano parte
dei diritti inalienabili della persona, che è sempre al centro della nostra visione
morale e politica. Il mercato è uno strumento di libertà, non un fine. Per questo
le leggi di mercato non possono prevalere sui diritti e sulle libertà della persona.
Correttivi al mercato sono possibili se indispensabili per garantire la parità delle
opportunità fra gli individui, la difesa della salute, la tutela dei più deboli.
Noi siamo consapevoli delle necessità inevitabili di un carico fiscale sulle persone e sulle attività economiche, che consideriamo un “male necessario” per sostenere i costi della macchina dello Stato e per finanziare la tutela dei più deboli.
Tuttavia la pressione fiscale in qualunque circostanza costituisce la sottrazione
alle persone e alle aziende di una parte del frutto legittimo del proprio lavoro. Per
questo deve essere equa, ridotta al minimo indispensabile e in grado produrre
risultati tangibili, sia per ragioni morali che di efficienza economica.
Noi crediamo nell’economia sociale di mercato in grado di contemperare le esigenze della crescita con quelle della solidarietà. Siamo però convinti che la tutela
dei più deboli trovi attuazione più efficace e più umana nell’iniziativa dei privati
del terzo settore, siano essi religiosi e laici.
Noi crediamo che l’inclusione sociale sia condizione necessaria per una comunità davvero libera. Ogni persona, in particolare le donne, i giovani, gli anziani e i più
fragili, è risorsa preziosa e insostituibile. La dignità umana non tollera scarti né esclusioni: per questo vogliamo una società che riconosca e valorizzi i talenti di ciascuno,
trasformando la fragilità in forza comune e la diversità in ricchezza condivisa.
Noi ci opponiamo ad ogni forma di populismo o di tutela corporativa di interessi di
parte che limiti la libertà o i diritti di altri, anche nel mondo del lavoro e delle professioni.
Noi ci riconosciamo in un riformismo non ideologico, ma che implica l’attitudine
della mente e del cuore degli uomini a misurare le idee di progresso e di civiltà con la
realtà. Ci opponiamo al “finto riformismo” e a un progressismo retorico, privilegiando
il buonsenso, la moderazione, la competenza e l’equilibrio nella politica italiana.
Noi crediamo che la finanza e le banche esercitino un ruolo positivo fondamentale per il funzionamento di un’economia avanzata e quindi per il benessere
collettivo, se operano all’interno di un sistema regolatorio anche sovranazionale
snello ed efficacie, rigorosamente vigilato.
Noi crediamo nella libertà dei commerci: “dove non passano le merci passeranno gli eserciti” secondo la celebre affermazione di Frédéric Bastiat. Per questo
siamo contrari a tutti i dazi e alle barriere al libero commercio internazionale, e
favorevoli a tutti gli accordi per regolamentarlo in regime di libertà.
Noi siamo consapevoli della sempre maggiore attualità delle questioni ambientali. L’uomo ha una grande responsabilità verso il Creato, e nei confronti delle future generazioni. Siamo ancora ben lontani dall’aver definito in maniera soddisfacente il rapporto fra sviluppo e ambiente, anche nelle società più avanzate.
Noi crediamo che la tutela dell’ambiente, compito primario delle istituzioni
pubbliche nazionali e sovrannazionali, non significhi decrescita o deindustrializzazione. La sostenibilità ambientale non deve rappresentare un vincolo, ma una
grande opportunità di progresso e di libertà: la libertà di scegliere uno stile di vita
sostenibile, che è una nuova forma di responsabilità. Per questo sosteniamo con
convinzione le energie pulite come le rinnovabili e il nucleare di ultima generazione e la tutela della biodiversità, nella certezza che ecologia e libertà non siano
in contraddizione, ma parte di un medesimo destino verso il futuro dell’umanità.
Noi crediamo nello sviluppo scientifico e tecnologico come motore della crescita, del benessere e della stessa libertà degli esseri umani. Tale sviluppo deve
essere libero, favorito ma non condizionato dagli stati. Crediamo nella libertà della ricerca scientifica, ma combattiamo la diffusione di dottrine pseudoscientifiche fuorvianti e pericolose, per esempio in materia sanitaria.
Noi sappiamo che un grande tema delle società aperte è il rapporto fra libertà
di espressione e diffusione di notizie false, imprecise o tendenziose, per ragioni
di “guerra ibrida” o interessi commerciali truffaldini. La diffusione dei social media
negli ultimi anni è stata lo strumento principe, ma non la causa prima, di questo processo, che deriva dal sempre più diffuso rifiuto culturale dell’autorevolezza
istituzionale, accademica, scientifica.
Noi crediamo che ogni mezzo di comunicazione sia uno strumento importante di libertà. La rete però, se utilizzata male e fuori controllo può promuovere
modelli e contenuti sbagliati, soprattutto verso i più deboli. Definire un punto di
equilibrio è difficile: bisogna ancora una volta mettere al centro non la tecnologia,
ma la persona, con un discrimine molto sottile ma essenziale fra libertà di comunicare e di conoscere e libertà di essere protetti dagli effetti perversi della rete.
Noi consideriamo la protezione dei dati, dell’identità, delle libertà individuali
online come parte integrante dei diritti di cittadinanza. La cybersecurity non riguarda solo gli Stati, ma ogni cittadino.
Noi consideriamo l’Intelligenza Artificiale la più importante rivoluzione tecnologica e sociologica degli ultimi decenni, probabilmente destinata a cambiare
in un tempo molto breve le nostre abitudini di vita, di lavoro, di relazione. Come
ogni grande cambiamento nella storia dell’uomo porta con sé seri problemi e
gravi pericoli, ma anche straordinarie opportunità. Nella storia, chi non ha avuto
paura del progresso ha saputo trarne i vantaggi più significativi. La vita del nostro
Fondatore è un grande esempio della capacità di cogliere il nuovo, addirittura di
anticiparlo, di saperlo interpretare e attraverso questo di realizzare imprese storiche, in tanti mondi diversi, dall’edilizia alla televisione, dallo sport alla politica.
Noi sappiamo però che uno strumento così formidabile richiede un controllo
altrettanto formidabile dei suoi sviluppi e del suo utilizzo. Il decisore politico ha il
dovere di stabilire regole non per limitare, ma per controllare. IA è uno strumento,
creato dall’uomo per l’uomo, e tale deve rimanere. Il limite etico dev’essere ben
chiaro, e consiste nel divieto di tutto ciò che mette il pericolo il primato, la sacralità, l’integrità della persona.
Noi siamo altrettanto attenti, e guardiamo con speranza e con ottimismo, agli
strumenti di ingegneria genetica, alle bioingegnerie, alle frontiere innovative
della ricerca. Siamo dunque contrari ad ogni forma di luddismo nei confronti di
queste ricerche e dei loro risultati, ma sentiamo il dovere di richiamare con forza
ancora una volta i nostri principi ispiratori: la scienza non è mai per sé stessa, la
ricerca non è un esercizio intellettuale, sono strumenti per l’uomo, per garantire
alle persone le più alte opportunità.
Noi sappiamo che il dibattito sull’identità di genere delle persone e sulle sue
conseguenze legislative e sociali, negli ultimi decenni si è fatto sempre più approfondito. Nuove sensibilità sono emerse solo in tempi recenti.
Noi guardiamo con grande rispetto alle nuove sensibilità che si sono affermate,
in nome della libertà e della dignità delle persone. Siamo consapevoli che le diverse culture politiche delle quali il Presidente Berlusconi ha saputo fare sintesi
sono portatrici in queste materie di risposte diverse, che nel nostro ambito hanno
piena cittadinanza.
Noi crediamo nella famiglia, da tutelare e promuovere come cellula fondante
della società e come luogo privilegiato per la formazione dei figli.
Noi crediamo nell’assoluta parità fra donna e uomo, dalla quale deriva anche
la libertà per tutte le donne di realizzare il proprio progetto lavorativo senza per
questo dover rinunciare alla maternità.
Noi consideriamo la tutela giuridica di forme di affettività diverse dalla famiglia un diritto legittimo, e crediamo che l’interesse dei minori sia in ogni caso la
priorità. Le situazioni esistenti ovviamente vanno legittimate e tutelate, ma crediamo che vada evitato il ricorso a tecniche artificiali di procreazione eterologa, e
a maggior ragione a pratiche di maternità surrogata che ledono anche la dignità
della donna e il benessere del bambino.
Noi crediamo che la formazione dei minori richieda grande attenzione: il principio della libertà educativa delle famiglie per noi è sacro, e siamo sostenitori per
questo della parità scolastica, che deve essere incentivata dallo Stato anche attraverso strumenti come il buono-scuola.
Noi siamo convinti del diritto di ogni cittadino ad accedere in tempi ragionevoli e in condizioni confortevoli ad un servizio sanitario efficiente ed adeguato, gratuito in ogni parte del territorio nazionale, esercitato in virtuosa concorrenza sia dal pubblico che dal privato convenzionato.
Noi siamo convinti sostenitori del diritto alla vita come bene indisponibile, che lo
Stato deve garantire dal concepimento alla morte naturale. La vita è il presupposto
naturale dal quale dipende l’effettività di ogni altro diritto. Riconosciamo alla persona in condizioni di grave sofferenza la facoltà di decidere se e quando porre fine
alla propria vita, nell’alleanza terapeutica fra il malato, i medici, i familiari.
Noi crediamo che compito fondamentale dello Stato liberale sia la tutela della
collettività contro pericoli esterni ed interni, e quindi la difesa, la sicurezza, la giustizia. Solo a questo fine lo Stato è l’unico detentore legittimo dell’uso della forza.
Noi siamo per un ordinamento internazionale basato sulle regole e orientato
al mantenimento della pace e alla cooperazione fra gli stati e fra i popoli. La garanzia dei diritti umani e la difesa delle nazioni e dei popoli contro le aggressioni
e le persecuzioni sono per noi aspetti essenziali della politica internazionale.
Noi crediamo che l’Europa e l’Occidente, insieme, rappresentino il modello
storico, culturale, civile, che meglio assicura benessere, libertà e sicurezza
per il più ampio numero di persone nella storia dell’umanità.
Noi perseguiamo la pace come bene supremo, in condizioni di libertà e sicurezza, e riconosciamo con profonda gratitudine il grande valore a questo scopo
dell’agire nelle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine.
Noi sappiamo che l’immigrazione è un tema epocale che divide le coscienze e apre
profonde lacerazioni nelle società dell’Occidente. Il fenomeno non può certo essere controllato semplicemente con la forza, ma non può neppure essere affrontato con aperture incontrollate e ingestibili, dagli effetti sociali che non possono essere governati.
Noi crediamo che ogni vita abbia un valore inestimabile, e questo vale naturalmente anche per coloro che la rischiano tentando di attraversare il Mediterraneo.
L’aspirazione ad emigrare per sfuggire alla guerra, alla fame o per costruire un futuro migliore per sé e per i propri figli è perfettamente legittima, ma non può attuarsi
in modo incontrollato, illegale e pericoloso per gli interessati e per la collettività.
Noi crediamo nella Giustizia, intesa come equa e imparziale applicazione di regole di carattere generale legittimamente definite. La Giustizia deve operare sulla base del principio della sacralità della persona, anche se inquisita o imputata.
Deve essere imparziale, ragionevole nei tempi, umana nel metodo. La Giustizia
non è vendetta. È garanzia di libertà.
Noi consideriamo fondamentale il principio della presunzione di innocenza
che non è una formula retorica, è un diritto umano inderogabile fino all’accertamento definitivo della colpa al di là di ogni ragionevole dubbio. La carcerazione
preventiva dev’essere un’eccezione assoluta e solidamente giustificata, che non
può essere utilizzata per scopi impropri, come la raccolta delle prove.
Noi vogliamo il rigore nell’esecuzione della pena, ma la condanna non deve
mai avere uno scopo esemplare o vendicativo, e al contrario, deve mirare, per
quanto le condizioni lo consentano, al ricupero del reo e a restituire alla società
un cittadino che, espiate le sue colpe, possa tornare ad agire correttamente nel
contesto civile. L’espiazione delle pene dev’essere rigorosa e senza sconti, ma la
condizione carceraria va ripensata a fondo perché il condannato deve essere rispettato e posto in condizione di vivere la pena con dignità.
Noi nutriamo un profondo rispetto per la magistratura e crediamo che la sua indipendenza sia la condizione fondamentale per l’amministrazione della giustizia. Indipendenza significa anche la perfetta terzietà della magistratura giudicante e la distanza, anche
professionale, rispetto alle parti processuali, all’accusa, alla difesa, alle parti civili.
Noi crediamo nella Costituzione del 1948, carta fondamentale che ha garantito
quasi ottant’anni di libertà e di democrazia. Siamo tuttavia convinti che occorra aggiornarla per garantire governabilità e rappresentatività. La scelta in forma
diretta da parte degli elettori della guida dell’esecutivo, chiesta dal Presidente
Berlusconi dal 1995, è declinabile di diverse forme e modelli, ma è una scelta assolutamente necessaria per garantire la sovranità popolare.
Noi siamo convintamente federalisti e sostenitori del principio di sussidiarietà,
ma non permetteremo mai che questo si traduca in discriminazione verso le aree
più deboli del Paese.
Noi siamo europeisti fino in fondo, senza dubbi e senza esitazioni. Siamo Europeisti perché siamo patrioti e sappiamo che il futuro dell’Italia è in Europa o non
ci sarà un futuro degno del nostro grande Paese. Perché la libertà, il progresso, lo
Stato di diritto, la società aperta sono modelli e principi che accomunano gli stati
Europei. Principi nati secondo la splendida definizione di papa Benedetto XVI,
dall’incontro fra Atene, Roma e Gerusalemme, dalle nostre comuni radici greco-romane e giudaico-cristiane.
Noi crediamo nell’Europa come patria dei diritti, della democrazia e della libertà. L’Europa non è un artificio burocratico, ma una civiltà fondata su valori: libertà,
eguaglianza, solidarietà, pluralismo, diritto.
Noi per questo chiediamo più Europa ed un’Europa in parte diversa, più vicina
ai cittadini, in grado di attuare, sulla base di valori condivisi, una politica estera
comune, supportata da un forte strumento militare comune, in un’alleanza indissolubile con gli Stati Uniti nell’ambito della NATO.
Noi siamo consapevoli dei rischi esterni e delle difficoltà interne all’Europa e
all’Occidente, che mettono in discussione la stessa solidarietà politica e l’integrazione economica fra i Paesi occidentali. Il nostro impegno è a batterci con tutte le
nostre forze per contrastare e superare queste difficoltà e per rilanciare il valore
dell’Occidente come comune spazio di libertà politica, economica e civile. Il nostro sogno, ma anche il nostro obbiettivo concreto, è un’Europa e un Occidente
che mettano al primo posto i valori condivisi e affrontino insieme le grandi sfide
dei nemici della libertà.
Noi ci consideriamo eredi delle tre grandi culture che hanno costruito la storia dell’Italia e dell’Europa, delle quali il Presidente Berlusconi ha saputo fare
una sintesi che non aveva precedenti nella storia del nostro Paese: quella liberale,
che difende la libertà e l’autonomia; quella cristiana, che afferma la sacralità della vita e della coscienza; quella riformista, che spinge al progresso sociale e alla
responsabilità personale. Sono culture diverse ma convergenti nella difesa della
dignità dell’uomo, dell’autonomia della coscienza, del primato della legge, della
responsabilità personale, della società aperta.
Noi crediamo in una società aperta, accogliente, inclusiva. Chi fugge dalla
guerra e dalla miseria ha diritto, come ogni persona, ad essere tutelato nel miglior
modo possibile. Ma l’accoglienza deve essere intelligente, compatibile con i nostri
valori e ordinata nei modi. Solo così è una ricchezza, e rafforza, non indebolisce, la
nostra identità.
Noi crediamo nel centro-destra non come semplice formula di governo, ma come
alleanza fondata su scelte valoriali e programmi concreti profondamente condivisi.
Noi siamo il centro, come lo è il Partito Popolare Europeo. L’appartenenza al
PPE, fortemente voluta dal Presidente Berlusconi, è per noi imprescindibile e definisce in modo essenziale la nostra identità. Siamo orgogliosi di rappresentare in
Italia la più grande famiglia politica europea e i suoi principi.
Noi siamo un grande movimento politico, aperto e inclusivo, che include culture politiche diverse. I nostri principi liberali si traducono nella piena libertà di
coscienza su ogni tema con implicazioni morali, filosofiche o religiose di particolare delicatezza e gravità.
Noi ci rivolgiamo prima di tutto ai giovani, perché il futuro appartiene a loro e
saranno loro a vivere le conseguenze delle scelte che si compiono oggi.
Noi crediamo che la politica abbia bisogno di buonsenso, di moderazione, di
competenza, di equilibrio. Anche in questo senso vogliamo essere il centro equilibrato della politica italiana.
Noi ci rivolgiamo a chi si riconosce nelle idee liberali, cristiane, riformiste, non
solo ai politici, ma a tutti coloro che con concretezza e serietà vogliono contribuire
a portare nella politica italiana moderazione e competenza, certezze per il presente e speranze per il futuro.
Noi sappiamo di avere un compito di grande responsabilità, condurre il Paese – tenendo ferme salde radici ideali e storiche – verso un’epoca nuova, dare una
speranza ai giovani e rassicurare gli anziani, costruire nel mondo che cambia un
grande futuro di libertà. Siamo convinti di riuscirci e lo diciamo con le parole del
nostro Presidente:
“Chi ci crede combatte,
chi ci crede supera ogni ostacolo,
chi ci crede alla fine vince!”