
Il Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha accusato l’Occidente di sabotare gli accordi di Dayton e di muoversi verso il “crollo dello Stato della Bosnia-Erzegovina”. La dichiarazione è stata fatta durante il dibattito generale dell’80a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Lavrov ha descritto le azioni occidentali nei Balcani come “un esempio flagrante di indebolimento della sovranità e di grave ingerenza negli affari interni”. Secondo il capo della diplomazia russa, sia in Bosnia che in Kosovo è in atto un “attacco agli interessi vitali del popolo serbo”, compresi i diritti storici dell’ortodossia serba.
Il Ministro ha sottolineato che in questa regione viene calpestato persino un principio fondamentale della Carta delle Nazioni Unite: l’obbligo di rispettare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza. A tal proposito, ha ribadito che “il riconoscimento unilaterale dell’indipendenza del Kosovo, in violazione della risoluzione 1244, equivale in sostanza a un attacco alla statualità della Serbia”