
“Negli ultimi decenni, il cambiamento climatico ha smesso di essere una previsione scientifica e si è trasformato in una realtà tangibile, che colpisce l’Europa con una forza crescente. I dati, provenienti da autorevole analisi, indicano che l’Europa avrebbe subito perdite economiche per decine e decine di miliardi di euro a causa di eventi climatici estremi tra il 1980 e il 2020. Non è solo una cifra impressionante, è il segnale che il clima sta diventando un fattore economico, sociale e politico di primo piano. L’Italia, in questo scenario, è tra i Paesi più colpiti. E non è difficile capirne il motivo: siamo un territorio fragile, esposto a fenomeni estremi che vanno dalle alluvioni improvvise nel Nord, agli incendi e alla siccità nel Sud. Ogni evento climatico non è solo un disastro naturale, ma un colpo al cuore dell’economia, dell’agricoltura, del turismo, della vita quotidiana. E un colpo anche sociale e antropologico: un aspetto meno discusso, ma fondamentale, è che il riscaldamento globale non colpisce tutti allo stesso modo. Le fasce più vulnerabili – anziani, agricoltori, piccoli imprenditori – subiscono le conseguenze più dure. E questo crea una frattura sociale: chi ha risorse può adattarsi, chi non le ha resta indietro. E allora che fare? La risposta non può essere solo emergenziale. Serve una visione politica e culturale che metta il clima al centro della pianificazione urbana, della gestione del territorio, della finanza pubblica. Non basta piantare alberi, fare convegni di sensibilizzazione o installare pannelli solari: serve un cambiamento culturale, sistemico, che prenda tutti cittadini, istituzioni e imprese. Qui si tratta di ridisegnare e salvaguardare il nostro presente e il nostro futuro”.
Così, in una nota stampa, Carmela Tiso, presidente della associazione Bandiera Bianca e portavoce nazionale di Accademia Iniziativa Comune