
(AGENPARL) – Fri 26 September 2025 Legge zone montane. Per Confartigianato un primo passo importante,
ma Cavion ribadisce: “Servono misure più incisive come strumenti fiscali ad hoc
e politiche di valorizzazione delle potenzialità sociali e produttive di quelle aree”
Con l’approvazione definitiva del Disegno di Legge sulle zone montane, il Parlamento ha dato vita a un quadro normativo organico dedicato a quelle aree. Una legge attesa da tempo e che riconosce finalmente la montagna non come problema, ma risorsa strategica per il Paese. Per Confartigianato Imprese Vicenza, che rappresenta un territorio con ben 32 comuni montani (pari al 14% della popolazione provinciale), il provvedimento è un passo importante, seppur non sufficiente, per rispondere alle esigenze concrete delle imprese e delle comunità locali.
Il quadro demografico dei comuni montani è disomogeneo: accanto a aree totalmente montane che soffrono di grave spopolamento, vi sono zone che dal 2020 hanno fatto registrare addirittura una crescita della popolazione superiore alle aree urbane.
Ed è qui che operano circa 8.500 imprese totali (di cui 3 mila artigiane), occupando circa 30.000 addetti (7.500 artigiani). Si tratta soprattutto di micro e piccole imprese, spesso a conduzione familiare, con una forte integrazione nel tessuto sociale locale. La loro vitalità soffre una duplice criticità: il ricambio generazionale e i maggiori costi operativi dovuti alla collocazione geografica. Un settore chiave è la filiera del legno: in provincia di Vicenza si contano 214 imprese nella prima lavorazione, di cui il 44% boschive e forestali, il 37% attive nella segagione e il 19% nella produzione di imballaggi in legno. Realtà che, pur radicate sul territorio, faticano a crescere e innovare da sole: da qui la necessità di promuovere forme di aggregazione tra imprese, per presentarsi al mercato in modo più organizzato e competitivo.
In occasione del dibattito parlamentare, Confartigianato aveva avanzato proposte precise, fondate su un principio chiaro: a territori con esigenze diverse devono corrispondere normative diverse. Da qui alcune richieste: istituzione di Zone Economiche Speciali (ZES) montane, con regimi fiscali di maggior vantaggio per le imprese; estensione alle imprese artigiane delle agevolazioni già riconosciute alle imprese agricole, superando la logica compensativa e settoriale che storicamente ha favorito solo l’agricoltura; adozione di una logica di sviluppo polisettoriale, che riconosca l’apporto di artigianato, commercio e servizi; creazione di condizioni non solo per mantenere le imprese esistenti, ma anche per favorire nuova residenzialità e nuova imprenditorialità in montagna.
“La legge approvata recepisce in parte queste indicazioni – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion-. Tra gli aspetti positivi il rafforzamento dei servizi pubblici essenziali (scuola, sanità, connettività digitale), che rappresentano precondizione fondamentale per la vita delle comunità. Importante anche la previsione della Strategia per la Montagna Italiana (SMI), che introduce una programmazione triennale con il coinvolgimento delle parti sociali. Tuttavia, restano fuori dal provvedimento le misure fiscali di vantaggio per le imprese, come la ZES montana o la fiscalità agevolata per le PMI artigiane. Il testo si limita a una delega al Governo per il riordino delle agevolazioni esistenti, senza introdurre strumenti immediatamente operativi e specifici. Manca inoltre un capitolo dedicato alla semplificazione burocratica, altro tema cruciale per le micro e piccole imprese che operano in territori con risorse amministrative ridotte”.
Per Confartigianato Vicenza, il provvedimento approvato rappresenta quindi una base su cui lavorare, non rispondendo appieno alle esigenze del territorio.
“Senza strumenti fiscali dedicati e senza un sostegno vero alla competitività delle piccole imprese, la montagna non potrà invertire la generale tendenza allo spopolamento, non basta qualche area in crescita, né valorizzare appieno le sue potenzialità produttive e sociali – aggiunge Cavion-. La montagna vicentina ha dimostrato di saper crescere e innovare anche in anni difficili. Ora servono politiche coraggiose che superino la logica compensativa del passato e investano davvero in una nuova stagione di sviluppo polisettoriale, in cui le imprese artigiane siano protagoniste insieme all’agricoltura, al commercio e ai servizi”.
Comunicato 126 – 26 settembre 2025