
(AGENPARL) – Thu 25 September 2025 *Comunicato Stampa*
*Firenze, 25 settembre 2025*
*Ridurre il dolore senza ostacolare la guarigione: la scoperta
dell’Università di Firenze*
*Pubblicato su Nature Communications uno studio guidato dal Dipartimento di
Scienze della Salute che dimostra come alleviare la sofferenza del paziente
senza interferire con il processo infiammatorio*
L’infiammazione provoca dolore, ma è necessaria affinché il nostro
organismo sia in grado di curarsi. E se fosse possibile guarire con minor
sofferenza?
Un team di ricercatori del *Dipartimento di Scienze della Salute (DSS)* ha
guidato una ricerca svolta in collaborazione con la New York University,
l’Università della California di San Diego e lo spin-off fiorentino FloNext
Srl. I risultati dello studio sono stati pubblicati
su *Nature
Communications* e potrebbero rivoluzionare il modo in cui affrontiamo il
dolore infiammatorio (DOI: https://doi.org/10.1038/s41467-025-63782-8).
Intitolato “Targeting Prostaglandin E2 Receptor 2 in Schwann Cells Inhibits
Inflammatory Pain but not Inflammation”, l’articolo mostra che bloccare un
recettore specifico delle *prostaglandine* (EP2) nelle cellule di Schwann –
cellule che normalmente hanno il compito di proteggere le fibre nervose –
riduce il dolore senza però interferire con il processo infiammatorio.
Questa è una novità importante, perché l’infiammazione ha un ruolo positivo
in quanto aiuta il corpo a riparare i tessuti danneggiati. Il problema è
che spesso porta con sé dolore cronico, come quello dell’osteoartrosi o di
altre malattie sempre più diffuse con l’invecchiamento della popolazione.
“I farmaci antinfiammatori non steroidei, ossia i comuni FANS come aspirina
e ibuprofene, vengono usati da milioni di persone ogni giorno – spiega
*Pierangelo
Geppetti*, professore emerito di Farmacologia Clinica presso il DSS e oggi
al Pain Research Center della New York University –. Tuttavia, agiscono
bloccando in modo indiscriminato le prostaglandine, con conseguenze
potenzialmente gravi sull’apparato digerente, sul cuore, sui reni e sul
fegato, soprattutto se assunti a lungo termine. Il blocco mirato del
recettore EP2, invece, potrebbe garantire lo stesso sollievo senza questi
effetti collaterali”.
“Per decenni si è pensato che dolore e infiammazione fossero inseparabili –
prosegue Geppetti –. Il nostro studio dimostra che è possibile alleviare il
dolore lasciando che l’infiammazione svolga la sua funzione benefica di
guarigione”.
*Romina Nassini*, docente di Farmacologia, sottolinea come “a differenza
dei FANS, che bloccano tutte le prostaglandine, l’inibizione mirata del
recettore EP2 non comporterebbe i rischi di effetti collaterali gravi”.
Infine, *Francesco De Logu*, docente di Farmacologia cellulare e
Farmacogenetica, evidenzia l’importanza degli strumenti di ricerca