
(AGENPARL) – Thu 25 September 2025 Pordenone, 25 settembre 2025 – «La sicurezza non è un obbligo che grava soltanto sul datore di lavoro, ma un processo collaborativo che coinvolge l’intera organizzazione»: è uno dei passaggi chiave emersi al convegno “Infortuni sul lavoro e malattie professionali: i nostri diritti di difesa”, promosso dall’Area Sicurezza di Confindustria Alto Adriatico, che ha riunito imprenditori, dirigenti e responsabili della prevenzione per discutere in modo operativo la gestione degli incidenti e le responsabilità conseguenti.
Gli esperti legali – Michele Delrio, Novelio Furin e Marco Grotto – hanno evidenziato come il tradizionale approccio iperprotettivo, che vede l’azienda quale unico garante, sia stato superato da un modello relazionale in cui responsabilità e obblighi si distribuiscono lungo tutta la catena aziendale: dirigenti, delegati, preposti e lavoratori. Fondato su cinque pilastri – strutture, processi, relazioni, comunicazione e tecnologie – questo sistema dinamico punta al governo del rischio come criterio essenziale per definire i ruoli di garanzia.
Al centro del dibattito anche i diritti di difesa in caso di indagini e procedimenti. È stato ricordato che spesso, dopo un infortunio, chi è coinvolto tende ad autoaccusarsi o a fornire dichiarazioni senza consapevolezza delle conseguenze. La Costituzione garantisce invece la possibilità per l’indagato di partecipare fin dalla fase iniziale alla ricerca delle cause, con il supporto di esperti tecnici e legali. In questa prospettiva, la raccomandazione degli specialisti è di mantenere calma e lucidità nei rapporti con INAIL, azienda sanitaria, ispettorato o forze dell’ordine, curando nei minimi dettagli le comunicazioni e la documentazione.
Un approfondimento è stato dedicato alla responsabilità amministrativa degli enti (Dlgs 231/2001), che si configura quando il reato presupposto è commesso da figure apicali o subordinate nell’interesse e a vantaggio dell’azienda. Un richiamo importante anche per la gestione delle malattie professionali, dove prevenzione e organizzazione corretta sono determinanti.
Il confronto ha inoltre messo in luce i casi concreti che quotidianamente si affrontano in azienda, con un’attenzione specifica agli strumenti più efficaci per prevenire e governare situazioni critiche. «L’obiettivo è passare da un approccio difensivo, che produce solo rassegnazione e senso di colpa, a un modello maturo di collaborazione e responsabilità condivisa» è stato detto. «Per le imprese diventa cruciale saper gestire con competenza tanto i processi di prevenzione quanto quelli di difesa, evitando di compromettere diritti e tutele».
Il convegno si è chiuso ribadendo che la sicurezza sul lavoro è un processo in continua evoluzione, che richiede aggiornamento costante e capacità di adattamento alle nuove sfide. La formazione, il coinvolgimento attivo dei lavoratori e l’utilizzo delle tecnologie emergenti sono i tre fattori che, insieme a una maggiore consapevolezza dei diritti di difesa, consentono di rafforzare la cultura della prevenzione e di tutelare in modo equilibrato imprese e persone
Massimo Boni