(AGENPARL) - Roma, 23 Settembre 2025(AGENPARL) – Tue 23 September 2025 Report Ismea lattiero-caseario: Cia Potenza-Matera, un comparto strategico.
I numeri e le proposte
Con 291 allevamenti bovini da latte e una produzione media di circa 3.000
quintali di latte giornaliero che ha diverse destinazioni e molteplici
destinatari, il comparto lattiero-caseario ha una funzione strategica per
l’attività agricola in Basilicata. Lo sottolinea Cia-Agricoltori
Potenza-Matera in riferimento al Report che Ismea dedica alla filiera
lattiero-casearia che si conferma pilastro del sistema agroalimentare
nazionale, con risultati di grande rilievo sia sul fronte interno che
internazionale. La filiera lattiero casearia nazionale si presenta
piuttosto articolata, sia in termini di struttura che di organizzazione e,
in particolare, la fase di agricola con la presenza di 22.972 allevamenti
specializzati si trova in posizione mediana tra i fornitori a monte,
rappresentati essenzialmente dalle aziende mangimistiche che hanno una
connotazione prevalentemente industriale (circa 400 industrie), e la fase
più a valle costituita dalle imprese di trattamento e trasformazione del
latte caratterizzata anch’essa da un maggiore grado di concentrazione
(1.800 unità produttive) filiera lattiero casearia italiana si caratterizza
per l’elevata incidenza delle produzioni IG: infatti, quasi la metà del
latte vaccino nazionale è destinato a formaggi DOP-IGP. La peculiarità è la
produzione di latte alimentare fresco, cui è destinato l’8% della materia
prima proveniente dagli allevamenti nazionali. La produzione continua a
essere concentrata nel Nord: quattro regioni (Lombardia, Emilia Romagna,
Veneto e Piemonte) rappresentano oltre l’80% del latte vaccino
complessivamente consegnato in Italia. In Basilicata una parte del latte
fresco è consegnato a importanti player, quali Granarolo e Parmalat. Una
ulteriore quota è indirizzata a strutture di caseificazione di media
dimensione campane e pugliesi. Un’altra parte viene trasformata da
strutture casearie locali e una ulteriore e interessante quantità fa capo
ai circa a 50 caseifici agricoli che lavorano esclusivamente latte di
propria produzione. Il resto della produzione (tra 800/1.000 q.) è
caratterizzato da una grande frammentazione basata su relazioni scarsamente
strutturate ed ai limiti di una sostanziale precarietà. Le caratteristiche
degli allevamenti lucani, principalmente, medio e piccoli: Dimensione:
70-150 vacche. Resa: 8.000-9.500 kg/vacca/anno; Dimensione: sino a 50
vacche. Resa: 3.500-5.000 kg/vacca/anno. Zona altimetrica: montagna.
Alimentazione: pascolo, mangimi. Le principali razze bovine da latte
sono la Podolica (utilizzata soprattutto per la produzione di Caciocavallo
Podolico e carne, ma con scarsa produzione di latte) e, sempre più diffusa,
la Pezzata Rossa
Altre razze da latte apprezzate in Italia e presenti anche in Basilicata
sono la Bruna Alpina e la Frisona Italiana, sebbene in misura minore
rispetto alla Pezzata Rossa e alla Podolica. Secondo il report Ismea, in
Italia il prezzo alla stalla nel 2024 ha superato in media i 53 euro/100
litri (premi esclusi), con una variazione rispetto all’anno precedente
dello 0,6%. Nei primi sei mesi del 2025, sostenuto dalle quotazioni
all’ingrosso dei principali formaggi, i prezzi alla stalla sono
ulteriormente cresciuti in Italia (+16% rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente), con una dinamica analoga a quella della media dei 27
paesi UE. Per Cia Potenza-Matera il prezzo del latte alla stalla – che non
è uniforme, anche in base alla qualità – resta un punto debole della
filiera per la remuneratività agli allevatori alle prese con i costi di
mangimi, trasporti, acqua ed energia. Il primo anno del Piano Strategico
della PAC 2023-2027 -ricorda Cia- ha evidenziato diverse criticità
rispetto al premio per gli allevatori, dovute a cambiamenti normativi,
tecnici e amministrativi. L’attuale sistema ha subìto un significativo
ridimensionamento, modifiche nei criteri di assegnazione, dalla graduale
riduzione dei titoli storici al “capping” dei pagamenti per le aziende di
maggiori dimensioni. Per Cia, servono processi amministrativi più celeri
nell’erogazione dei pagamenti, criteri più flessibili negli Eco-schemi e
una distribuzione dei fondi più equa. Va favorita l’innovazione
tecnologica, la capacità organizzativa delle filiere con azioni settoriali,
programmi operativi, come l’Ocm latte, e puntare sulla creazione di un
sistema di Op solido per incidere sul riconoscimento del giusto prezzo agli
allevatori. “Rafforziamo anche il supporto tecnico e la formazione degli
allevatori – conclude Cia – e cerchiamo di fare la differenza per una più
