
Nel corso dell’evento “Dialogo sul futuro della PA”, organizzato da Confsal-UNSA, Antonio Naddeo, Presidente dell’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), ha offerto un contributo di grande rilievo sul ruolo della dirigenza e sulle dinamiche del pubblico impiego. Nel suo intervento, Naddeo ha sottolineato come l’innovazione e la capacità di creare condivisione all’interno delle amministrazioni siano fattori decisivi per un’agire pubblico efficace, più ancora degli incentivi economici.
Naddeo ha poi evidenziato le opportunità legate ai rinnovi contrattuali, ricordando che il 4 novembre entrerà in vigore la nuova rappresentatività per i singoli comparti, aprendo la strada alla trattativa per il CCNL 2025-2027, grazie a risorse già disponibili e ad un chiaro atto di indirizzo.
In tale occasione, l’Agenparl ha intervistato Antonio Naddeo:
Domanda: Presidente, la contrattazione collettiva è sempre più chiamata a conciliare esigenze di sostenibilità finanziaria con la valorizzazione delle professionalità. Quali leve ritiene strategiche per garantire una PA capace di premiare il merito e motivare le persone, senza perdere di vista l’equità?
Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, del lavoro ibrido e della crescente domanda di competenze digitali, cosa servirà alla PA ne prossimi anni?
«Il primo elemento che riguarda la gestione del personale è sicuramente la contrattazione: contrattazione collettiva, che stabilisce le regole, e contrattazione integrativa, che adatta queste regole alle singole amministrazioni. Su queste due forme di contrattazione si basa l’importanza della valorizzazione delle persone, attraverso la progressione professionale, la valorizzazione delle competenze e la formazione.
Questi sono tutti elementi fondamentali per gestire le persone all’interno delle pubbliche amministrazioni. Fondamentale, anzi direi primario, è anche valutare il benessere organizzativo delle persone all’interno delle strutture. Questo è un aspetto che chi gestisce le persone, i dirigenti, deve tenere sempre in considerazione.
La pubblica amministrazione, attraverso l’innovazione e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, sta andando verso una trasformazione molto significativa. Devo dire, però, che il processo è a macchia di leopardo: sul territorio nazionale ci sono più di 30.000 pubbliche amministrazioni e ognuna sta perseguendo la strada dell’innovazione. Non è semplice, non è facile avere una regia complessiva.
Un ruolo importante lo possono svolgere anche ARAN e le organizzazioni sindacali attraverso la contrattazione, ma molto dipende dai dirigenti e dalle persone che gestiscono le PA.
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale è diventato fondamentale. Non bisogna averne paura, ma occorre regolarla e gestirla come strumento necessario per lo sviluppo e la modernizzazione delle pubbliche amministrazioni.»