
Google ha riconosciuto di aver subito pressioni dall’amministrazione Biden per censurare contenuti politici su YouTube e ha promesso di ripristinare gli account bannati in passato. L’ammissione è arrivata tramite una lettera inviata al presidente della commissione giudiziaria della Camera, Jim Jordan.
Nella missiva, un avvocato di Google ha scritto che “YouTube offrirà a tutti i creatori l’opportunità di rientrare sulla piattaforma se l’azienda ha chiuso i loro canali per ripetute violazioni delle norme sull’integrità elettorale e sul COVID-19 che non sono più in vigore”. La decisione potrebbe avere un impatto su figure pro-Trump come Steve Bannon, Sebastian Gorka e Dan Bongino, i cui canali erano stati chiusi per aver diffuso contenuti legati alla pandemia o alle elezioni.
Google ha ammesso che “alti funzionari dell’amministrazione Biden… hanno contattato ripetutamente e in modo continuativo Alphabet e hanno fatto pressione sulla società in merito a determinati contenuti generati dagli utenti relativi alla pandemia di COVID-19 che non violavano le sue politiche”. L’avvocato ha affermato che i funzionari di Biden hanno creato un “clima politico che ha cercato di influenzare le azioni delle piattaforme basandosi sulle loro preoccupazioni in merito alla disinformazione”.
L’azienda ha anche elogiato gli sforzi di Jordan e della commissione giudiziaria, che hanno evidenziato come normative come il Digital Services Act e il Digital Markets Act dell’Unione Europea “potrebbero soffocare l’innovazione e limitare l’accesso alle informazioni”. Jim Jordan, noto per le sue critiche alla censura, aveva precedentemente paragonato il comportamento dell’UE e del Regno Unito a quello dell’amministrazione Biden.
Jordan ha celebrato la notizia su X (ex Twitter), scrivendo: “Grazie ai nostri sforzi di supervisione, GOOGLE si impegna a offrire a TUTTI i creatori precedentemente espulsi da YouTube a causa di violazioni del linguaggio politico la possibilità di tornare sulla piattaforma. MA NON È TUTTO”.