
(AGENPARL) – Tue 23 September 2025 PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA
Direzione Distrettuale Antimafia
COMUNICATO STAMPA
OPERAZIONE “RES TAURO”
Dalle prime ore di oggi 23 settembre, il Raggruppamento Operativo Speciale, con il supporto in fase
esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri territorialmente competenti, in Benevento, Lecce,
Milano, Nuoro, Palermo, Reggio Calabria, Santa Maria Capua Vetere e Ventimiglia sta dando
esecuzione a una misura cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta
della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 26 soggetti,
indagati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio,
detenzione illegale di armi e munizioni, turbata libertà degli incanti, favoreggiamento personale,
trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso, nonché di reati in materia di
armi.
L’indagine – avviata nel 2020 – ha ad oggetto la ricostruzione degli attuali assetti della cosca
PIROMALLI, articolazione della Ndrangheta di particolare rilievo nel complessivo panorama
criminale dell’intera organizzazione di cui, secondo la ricostruzione allo stato ritenuta fondata dal
Giudice per le indagini preliminari, sono risultate figure di primo piano quelle dei fratelli PIROMALLI
Giuseppe cl. 1945 “facciazza”, Gioacchino cl. 1934 e Antonio cl. 1939 cui è contestata la direzione
strategico-operativa della cosca e delle connesse attività delittuose.
In proposito, posizione di preminenza è stata attribuita a PIROMALLI Giuseppe il quale, all’indomani
di cui all’art. 41 bis dell’Ordinamento Penitenziario – avrebbe ripreso le redini della cosca
ridefinendo i ruoli e compiti degli associati, riaffermando il suo potere sul territorio attraverso una
costante pressione estorsiva ai danni di imprenditori ed operatori commerciali nonché attraverso
l’alterazione delle aste giudiziarie mediante l’inquinamento delle relative procedure di vendita, al
fine di acquisire beni d’interesse della cosca stessa, di rientrare in possesso di beni già confiscati,
oppure, di ricevere denaro e/o altre utilità da terzi intenzionati ad aggiudicarsi la procedura
pubblica.
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I beni così acquisiti dalla cosca, attraverso articolate operazioni, sarebbero stati intestati
fittiziamente a terzi compiacenti col fine di eludere le disposizioni in materia di misure di
prevenzione patrimoniale.
Secondo quanto ritenuto nel provvedimento cautelare, gli ingenti profitti illeciti, percepiti quasi
esclusivamente in denaro contante, sarebbero stati reinvestiti in attività imprenditoriali
riconducibili alla cosca, attraverso un sistema di riciclaggio e autoriciclaggio connesso
principalmente ai servizi forniti alle aziende agricole del luogo.
Contestualmente alle misure cautelari personali il ROS ha proceduto all’esecuzione di un sequestro
preventivo di urgenza, emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di
Reggio Calabria, di 6 immobili, 16 appezzamenti di terreno, 3 imprese individuali e 2 imprese
agricole per un valore stimato di mercato di 3 milioni di euro, ritenuti riconducibili, a vario titolo, a
soggetti appartenenti alla cosca.
Parallelamente è stata data esecuzione a due distinte misure di prevenzione patrimoniali –
riguardanti beni mobili, immobili, rapporti bancari per un ammontare complessivo di oltre 4 milioni
di euro – nei confronti di PIROMALLI Giuseppe e del suo braccio destro ZITO Antonio (e dei rispettivi
nuclei familiari), richieste sulla base degli elementi raccolti nel corso delle indagini che hanno
permesso di sostenere la qualificata e perdurante pericolosità sociale dei proposti nonché di
acquisire, attraverso mirati accertamenti di natura patrimoniale, significativi elementi circa la
gestione unitaria del cosca PIROMALLI che opera come un’unica entità economica, i cui profitti
illeciti vengono condivisi e distribuiti.
I provvedimenti eseguiti sono stati adottati nella fase delle indagini preliminari e sono suscettivi di
impugnazione. Pertanto, fino a sentenza definitiva, gli indagati devono essere considerati innocenti.
Reggio Calabria, 23 settembre 2025
Il Procuratore della Repubblica
Dr. Giuseppe Borrelli