
(AGENPARL) – Mon 22 September 2025 Nel cuore del Rinascimento, tra le fitte e visionarie pagine del *Codice
Madrid II*, Leonardo da Vinci lasciò un appunto che oggi potrebbe
riscrivere la storia della tecnologia dei materiali. Sul foglio 87r,
scrisse:
“Saranno meglio conservate se scortecciate e bruciate in superficie che
in ogni altro modo.”
Una frase breve, quasi nascosta, dal potenziale esplosivo. Ciò che
Leonardo descrive, ovvero la carbonizzazione superficiale del legno,
anticipa di oltre due secoli una tecnica giapponese nota come /Shou Sugi
Ban/ (o /Yakisugi/), documentata solo a partire dal XVIII secolo. Un
metodo che ha recentemente ritrovato popolarità nell’architettura
sostenibile, ma che Leonardo aveva già intuito.
Il Codice Madrid II, conservato presso la Biblioteca Nazionale di
Spagna, è uno dei manoscritti più tecnici e meno noti di Leonardo.
Raccoglie studi di meccanica, ingegneria, architettura e scienza dei
materiali. Qui, Leonardo analizza il legno in tutte le sue forme: come
struttura, come suono, come resistenza. Sul foglio 87r, la sua nota
sulla bruciatura superficiale non è un’osservazione casuale. È il
risultato di un pensiero sistemico che unisce la sapienza antica,
l’osservazione empirica e una visione futuristica della materia.
Questa intuizione è stata portata alla luce da tre illustri studiosi
italiani:
* *Annalisa Di Maria*, esperta d’arte rinascimentale e studiosa di
Leonardo da Vinci, membro del gruppo di esperti di arte e
letteratura del Club UNESCO di Firenze.
* *Andrea da Montefeltro*, biologo molecolare e scultore
internazionale, specializzato nell’analisi comparata scientifica e
figurativa, anch’egli membro del Club UNESCO di Firenze.
* *Lucica Bianchi*, storica dell’arte ed esperta in ricerca storica e
documentaria.
Il loro lavoro ha intrecciato la filologia, la scienza dei materiali e
la storia dell’arte, svelando una connessione inaspettata tra il
pensiero rinascimentale e la tradizione giapponese.
La tecnica /Shou Sugi Ban/ prevede la bruciatura della superficie del
legno per renderlo più resistente. Oggi, sappiamo che questo processo
produce tre effetti fondamentali:
1. *Impermeabilizzazione:*Il calore sigilla i pori del legno ed elimina
l’umidità, creando una barriera contro pioggia e umidità.
2. *Resistenza al fuoco:*Il legno già carbonizzato in superficie brucia
più lentamente, poiché lo strato di carbonio agisce come isolante.
3. *Protezione biologica:*Il calore distrugge zuccheri e nutrienti,
rendendo il legno inospitale per insetti e funghi.
Leonardo aveva anticipato tutto questo con la sua annotazione, e lo fece
in un’epoca in cui la conservazione del legno si basava su metodi
passivi, come l’immersione sott’acqua dei pali veneziani.
Leonardo non era un inventore isolato. Era un lettore instancabile,
capace di confrontarsi con i grandi autori dell’antichità:
* *Plinio il Vecchio*, nella /Naturalis Historia/, descrisse le
proprietà dei materiali naturali.
* *Vitruvio*, nel /De Architectura/, offrì consigli sui tempi e metodi
di taglio del legname.
* *Palladio*, un agronomo romano, scrisse sulla coltivazione e
conservazione dei boschi.
Ma Leonardo non si limitava ad assorbire il sapere: lo interrogava, lo
sperimentava e lo sintetizzava. L’idea della bruciatura superficiale non
compare in nessuno di questi testi.
Gli studiosi escludono che Leonardo potesse aver conosciuto le pratiche
giapponesi: il Giappone del XV secolo era isolato e lo /Yakisugi/ non
era ancora documentato. Tuttavia, ci si interroga se le rotte marittime
aperte da navigatori portoghesi e spagnoli nel XVI secolo possano aver
portato indirettamente tracce delle idee di Leonardo verso Oriente. È
un’ipotesi affascinante che apre nuovi scenari di scambio culturale
ancora da esplorare.
Nel Codice Madrid II, Leonardo analizza il legno in ogni sua dimensione:
* *Scelta delle specie:*rovere e castagno per la resistenza; frassino
e tiglio per la flessibilità; ontano e salice per l’uso subacqueo.
* *Stagionatura naturale:*lasciando i tronchi “sopra le radici” per
far scolare la linfa.
* *Uso architettonico:*castagno e faggio per i rinforzi strutturali.
* *Musica e acustica:*acero e tiglio per gli strumenti musicali, dove
la qualità del suono dipende dalla fibra e dalla stagionatura.