(AGENPARL) - Roma, 22 Settembre 2025(AGENPARL) – Mon 22 September 2025 *SPAZIO | Nuove evidenze di ghiaccio superficiale su Marte*
*Un team INGV rileva su Marte un’attività recente del ghiaccio
superficiale, un dato prezioso per comprendere le sue dinamiche e orientare
le prossime missioni di ricerca e monitoraggio*
[Roma, 22 settembre 2025]
L’*Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)* consolida il suo
impegno nello studio dei corpi del Sistema Solare con una nuova ricerca che
mette in luce la presenza di ghiaccio sulla superficie di Marte a medie
latitudini. Lo studio, appena pubblicato sulla rivista *Remote Sensing*, è
stato condotto da un team guidato dall’INGV in collaborazione con il
*DICeM-Università
degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Università d’Annunzio, INAF
e The University of Mississippi*.
Le osservazioni si concentrano nell’area di *Ismenius Lacus*, dove sono
stati individuati caratteri morfologici compatibili con lingue glaciali
superficiali analoghe a quelle dei ghiacciai terrestri. A differenza dei
ghiacciai sulla Terra, il ghiaccio marziano non deriva da precipitazioni
nevose ma sembra provenire dalla parziale fusione del permafrost presente
nel sottosuolo.
“*L’uso combinato di immagini ad altissima risoluzione e di uno
stereoscopio digitale ci ha permesso di osservare direttamente in 3D
caratteristiche compatibili con fenomeni di scivolamento di ghiaccio
superficiale che fino a oggi erano solo ipotizzati*” – spiega Marco Moro,
ricercatore INGV.
L’approccio geomorfologico ha evidenziato strutture riconducibili ad un
flusso plastico del ghiaccio, tra cui corpi geometrici dalle forme
spigolose (SEP) (Figura 1), strutture a spina di pesce (Figura 2), fratture
caratteristiche (Figura 3) e canali con “falsi meandri”, coerenti con lo
scivolamento recente di ghiaccio superficiale e non con processi fluviali
fossilizzati come si riteneva fino ad oggi. I dati climatici satellitari
confermano la stabilità della fase solida dell’acqua nell’area per l’intero
anno e una parziale fusione estiva, a sostegno delle osservazioni dirette.
“*Questi risultati ci permettono di comprendere meglio la distribuzione e
le dinamiche del ghiaccio su Marte, fornendo nuovi strumenti per le future
missioni scientifiche e il monitoraggio planetario*” – aggiunge Adriano
Nardi, ricercatore INGV.
Lo studio evidenzia come l’INGV contribuisca con competenze avanzate alla
ricerca planetaria, integrando osservazioni da orbiter e rover con analisi
geomorfologiche e modelli tridimensionali, aprendo nuove prospettive sulla
presenza e il comportamento dell’acqua nello spazio.
*Gli autori della ricerca e tutto l’INGV si stringono alla famiglia di
Riccardo Pozzobon ricercatore recentemente scomparso in Alaska durante una
missione scientifica*.
*Link utili*
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
*Seguono immagini*
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*Figura 1* – Poliedri a spigoli vivi (SEP): corpi geometrici dalle forme
spigolose (Credit: NASA-MRO-HiRISE)
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*Figura 2* – Strutture a “chevron” (o strutture a spina di pesce) formate
dal movimento dei SEP nella direzione indicata dalla freccia (Credit:
NASA-MRO-HiRISE)
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*Figura 3* – Riproduzione tridimensionale in falsi colori della lingua
glaciale che scorrendo a valle all’interno del canale produce le fratture
caratteristiche (fratture en-echelon) indicate dalle frecce rosse (Credit:
elaborato da immagini NASA-MRO-HiRISE)
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