
Se c’è una strada che merita un posto d’onore nel museo delle “grandi opere incompiute” o, più precisamente, nel Salone degli Horribilis del traffico, è senza dubbio la Strada Provinciale SP 415, nota ai più come “Strada del Puglia”. Da anni, questa arteria dell’Umbria si distingue per la sua capacità di generare drammi e incidenti, a dispetto di ogni logica e di ogni appello. Un vero e proprio capolavoro dell’inerzia burocratica, dove il pericolo è l’unico segnale costantemente presente.
Dove sono finiti i segnali? Chiedetelo all’Ente
A quanto pare, la SP 415 ha deciso di fare a meno delle formalità. Se per il resto del mondo il Codice della Strada è un insieme di regole da seguire, qui sembra una raccolta di suggerimenti opzionali. Si vocifera che sia stata promossa a “percorso avventura per guidatori spericolati”, data la quasi totale assenza sia della segnaletica orizzontale (quelle banali strisce bianche che dicono dove andare) sia di quella verticale (i cartelli che avvertono di un pericolo o impongono un limite). Un’assenza che, come riporta un articolo di Agenparl, “solleva importanti questioni, non solo di sicurezza ma anche di responsabilità legale” (https://agenparl.eu/2025/09/20/segnaletica-stradale-mancante-e-responsabilita-dellente-il-caso-della-sp-415-di-gualdo-cattaneo/).
In questo contesto, la giurisprudenza offre un salvagente agli Enti gestori: secondo una sentenza della Corte di Cassazione (n. 1289/2017), l’Ente non sarebbe responsabile in caso di sinistro, a meno che il pericolo non sia “nascosto e non prevedibile”. Ma sulla SP 415, il pericolo è talmente evidente e documentato che definirlo “nascosto” sarebbe un insulto all’intelligenza di chiunque abbia il coraggio di percorrerla.
La danza dei progetti (forse)
Non si dica, però, che le autorità siano rimaste con le mani in mano. Tutt’altro. Si sono date da fare, o almeno così sembra. Per esempio, nel febbraio del 2024, “Il Giornale dell’Umbria” (https://ilgiornaledellumbria.eu/2024/02/24/gualdo-cattaneo-pgallo-studio-un-progetto-per-la-messa-in-sicurezza-della-sp-415-forse-si-forse-no-dipende-se-ci-saranno-i-fondi-stanziati/ ) ha rivelato che era in corso uno “studio per un progetto” di messa in sicurezza. La certezza dell’intervento? “Forse sì, forse no, dipende se ci saranno i fondi stanziati”. Una rassicurazione degna di un lancio di moneta. E giusto per non farci mancare nulla, un altro articolo, questa volta della Provincia di Perugia (https://www.provincia.perugia.it/news/viabilita-sp-375-sp-415-bastardo-marsciano-mettere-sicurezza-il-tratto-rendere-piu-fluido-il-traffico), parlava di “rendere più fluido il traffico”. D’altronde, a cosa serve la sicurezza quando si può essere “fluidi”?
Incidenti: la triste routine
Gli incidenti sulla SP 415 sono diventati una triste costante, una “fonte di dolore per la comunità”, come sottolineato da Agenparl (https://agenparl.eu/2024/08/05/gualdo-cattaneo-pg-ancora-incidenti-sulla-sp-415-la-strada-del-puglia-continua-a-essere-arteria-pericolosa/). Le vite umane perse e le famiglie colpite non sono state sufficienti a smuovere le coscienze, e la documentazione degli eventi non ha ancora prodotto risposte adeguate.
La comunità di Gualdo Cattaneo continua a chiedere a gran voce interventi concreti, non studi, non promesse, ma fatti. La speranza, forse un po’ ingenua, è che prima o poi l’urgenza della questione superi la pigrizia burocratica. Fino ad allora, la SP 415 continuerà a essere la “strada killer” per eccellenza, un monumento all’inefficienza e all’ironia amara di una situazione che, tragicamente, non fa ridere nessuno.
