(AGENPARL) - Roma, 18 Settembre 2025(AGENPARL) – Thu 18 September 2025 Conferenza nazionale delle Camere di commercio
*L’energia cara colpisce soprattutto le imprese più piccole, *
*che, in 4 casi su 10, non hanno una strategia*
*Prete: “Più informazione sulle energie rinnovabili *
*per ridurre la dipendenza dal fossile (e dall’estero)”*
Cagliari, 18 settembre 2025 – La bolletta energetica italiana ad agosto è
stata più salata del 41% rispetto a quella della Germania e del 26%
rispetto a quella della Francia. Ed il suo peso si fa sentire soprattutto
sulle piccole aziende che, nel 26% dei casi (contro il 19% delle
medio-grandi imprese) dichiarano un aumento dei prezzi compreso tra il 50 e
il 100%. Per entrambe le dimensioni ciò si traduce in una riduzione dei
margini (69% delle imprese fino a 50 dipendenti e 75% delle aziende con
50-499 dipendenti), in un freno agli investimenti (13% per le piccole, 12%
delle medio-grandi) e in una riduzione della produzione e del fatturato (5%
per le Pmi, 7% per le imprese più grandi). Se l’aggravio per tutte le
imprese di una bolletta “salata” è quindi consistente, il problema è che il
42% delle Pmi (contro il 18% delle medio-grandi imprese) non sa quale
strategia adottare per contenere i costi. E questo proprio in una fase
delicatissima per l’introduzione dei dazi dagli Usa.
Lo mostrano le indagini di *Unioncamere*, col contributo del Centro studi
Tagliacarne, che fanno da sfondo alla *Conferenza nazionale delle Camere di
commercio* in corso a Cagliari, promossa da Unioncamere e Ministero
dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.
“*Favorire la messa a terra di tutte le opportunità offerte dalla
transizione energetica è tanto più importante in questa fase storica, in
cui **il bacino del Mediterraneo, con i nuovi conflitti, ha riacquistato
una fortissima centralità, per l’intreccio tra crisi globali (energetica,
geopolitica) e opportunità economiche (rotte commerciali, energia verde,
infrastrutture), che lo trasformano da ‘margine dell’Europa’ a snodo
strategico globale**”, *ha sottolineato il presidente di *Unioncamere*, *Andrea
Prete*. “*Le Camere di commercio, nell’ambito della collaborazione con il
Ministero dell’Ambiente, stanno realizzando campagne di comunicazione e
informazione, investendo soprattutto nella promozione delle comunità
energetiche rinnovabili (CER), finalizzate a realizzare impianti
fotovoltaici di ultima generazione anche per piccole comunità. Sappiamo
bene – ha aggiunto il presidente di Unioncamere – che il peso di queste
infrastrutture non stravolgerà il mix di approvvigionamento energetico del
nostro Paese, ma il nostro obiettivo è favorire quella cultura e quella
consapevolezza sulle energie rinnovabili che ancora oggi sconta un divario
di informazione nei nostri territori”. *
Secondo Eurobarometro, il costo dell’energia è la seconda barriera agli
investimenti per le nostre imprese (lo dichiara il 24% delle aziende, la
prima barriera è la burocrazia), in netta crescita rispetto al 13% di
cinque anni fa. Il Fondo monetario internazionale certifica del resto che
nei primi 8 mesi del 2025 il prezzo degli energetici è ancora superiore di
circa il 30% rispetto alla media del 2019. Il nostro Paese, che dipende per
l’80% da fonti energetiche estere di origine fossile, dovrebbe investire –
secondo il PNIEC – 174 miliardi di euro in tecnologie, processi e
infrastrutture per la trasformazione del sistema energetico.
Le analisi Unioncamere mostrano che le problematiche di approvvigionamento
energetico riguardano un’impresa manifatturiera su cinque. Il segmento
delle piccole imprese è però quello dove c’è maggiore incertezza
nell’adottare misure di reazione: il 42% delle imprese con meno di 49
addetti non pensa di adottare una strategia al riguardo, contro il 18% di
quelle tra 50 e 499 dipendenti.
Bisogna quindi spingere sulle opportunità ma evitare i rischi di
appesantimento. Quasi la metà delle imprese italiane vede nella transizione
energetica un’opportunità (47,2%), ma per un terzo circa (31,7%)
rappresenta un aumento dei costi e un appesantimento burocratico.