
(AGENPARL) – Mon 15 September 2025 Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare, associazione dei proprietari immobiliari, replica con fermezza alle dichiarazioni del Sindaco di Bologna e dell’assessore Laudani, in merito all’introduzione di nuove limitazioni agli affitti brevi attraverso una variante urbanistica volta a individuare zone sature e imporre vincoli sui metri quadrati. Una scelta che Zanni definisce “incostituzionale, inefficace e penalizzante per i proprietari immobiliari, i quali fino a oggi hanno contribuito in modo determinante a sostenere l’economia cittadina”.
“Non è limitando i metri quadrati che si invogliano i proprietari ad affittare a famiglie, studenti o lavoratori – sottolinea Zanni – gli alberghi da soli non bastano a coprire la domanda turistica: chi sceglie un appartamento cerca libertà, flessibilità e prezzi più accessibili. Penalizzare gli affitti brevi significa ridurre l’attrattività della città ed escludere intere fasce di visitatori. In questo modo si colpisce senza costruire alternative, si mette un freno a chi ha migliorato Bologna offrendo ospitalità ai turisti che hanno speso nei ristoranti e nei negozi, sostenendo direttamente la vitalità economica della città”.
Il nodo, sottolinea Confabitare, non è soltanto la norma in sé, ma anche il metodo. L’associazione conosce nel dettaglio il mercato immobiliare e le esigenze di chi investe sul territorio, eppure non viene coinvolta. “Ancora una volta – osserva Zanni – si decide senza consultare chi può offrire competenza ed esperienza. Chiediamo un confronto serio, perché non si può immaginare di governare il futuro abitativo di Bologna imponendo regole calate dall’alto senza costruire strumenti adeguati assieme a chi se ne occupa”.
La proposta di Confabitare va in direzione opposta: “Per rafforzare il mercato della locazione servono incentivi fiscali, garanzie sui contratti e procedure più snelle per liberare un appartamento in caso di morosità. Non divieti – sottolinea Zanni – ma strumenti che diano fiducia ai proprietari. Se si vuole rimettere sul mercato gli immobili sfitti bisogna collaborare con i proprietari, che oggi non si sentono tutelati e spesso preferiscono lasciare gli appartamenti vuoti pur di non incorrere in serie problematiche”.
“La città è a un bivio – conclude Zanni – si rischia di bloccare il mercato con divieti che non risolvono i problemi e finiscono per creare nuove rigidità. I proprietari immobiliari non sono la causa, ma vanno riconosciuti come parte della soluzione, perché penalizzarli vuol dire indebolire Bologna”