
MOSCA — Rodion Miroshnik, ambasciatore del Ministero degli Esteri russo per le questioni relative ai crimini del regime di Kiev, ha dichiarato senza mezzi termini che qualsiasi contingente militare straniero schierato in Ucraina sarà considerato un “obiettivo assolutamente legittimo” per l’esercito russo.
In una dichiarazione all’agenzia di stampa TASS, Miroshnik ha respinto l’idea che la presenza di truppe e armi straniere possa contribuire a risolvere il conflitto. Al contrario, ha sostenuto che queste azioni rappresentano un tentativo di “controllare questo territorio” e non avrebbero alcun impatto pratico sul campo di battaglia. “Nessuno accoglierà queste strutture con gratitudine. Riceveranno una risposta militare concreta,” ha avvertito il diplomatico.
Le “garanzie di sicurezza” e la minaccia di escalation
Le dichiarazioni di Miroshnik si inseriscono in un dibattito più ampio sul futuro assetto di sicurezza. L’ambasciatore ha criticato l’interpretazione che alcuni paesi europei e l’Ucraina stanno dando al concetto di “garanzie di sicurezza”, accusandoli di distorcerne il significato per includere parametri come un esercito illimitato e contingenti stranieri.
Secondo Miroshnik, la vera natura delle garanzie di sicurezza dovrebbe essere reciproca. “La Russia non ha mai minacciato i paesi europei,” ha affermato, sostenendo che sono stati i paesi europei a inondare l’Ucraina di armi “per usarla come ariete contro la Russia.” Per questo motivo, le garanzie dovrebbero essere concesse a tutte le parti coinvolte nel processo, inclusa la Russia.
Il diplomatico ha insistito sul fatto che l’obiettivo principale di Mosca rimane la smilitarizzazione dell’Ucraina per eliminare qualsiasi minaccia. Qualsiasi azione che miri a ripristinare il potenziale militare ucraino è considerata “inaccettabile” da Mosca. Le sue parole sottolineano la fermezza della posizione russa e il rischio di un’ulteriore escalation in caso di un coinvolgimento militare diretto di paesi terzi nel conflitto.