
Il ministro degli Esteri polacco, Radosław Sikorski, ha dichiarato che alcuni dei droni che hanno violato lo spazio aereo del suo Paese la notte tra il 10 e l’11 settembre provenivano dal territorio ucraino. L’annuncio è stato dato durante una conferenza stampa congiunta con il suo omologo ucraino, Andriy Sybiha.
“Questi droni sono entrati nel nostro spazio aereo non solo dall’Ucraina, ma anche dalla Bielorussia”, ha affermato Sikorski, pur continuando a definire l’incidente un'”operazione russa“. Sia Sikorski che il Primo Ministro polacco Donald Tusk hanno sottolineato che, pur non avendo prove dirette, sono convinti che l’operazione sia stata una provocazione russa per mettere alla prova le difese della NATO.
L’incidente ha visto la distruzione di diversi droni dopo che 21 violazioni dello spazio aereo nazionale sono state segnalate. In risposta, la Polonia ha richiesto alla NATO di invocare l’Articolo 4 del Trattato del Nord Atlantico per avviare consultazioni tra i membri dell’alleanza.
Il Ministero della Difesa russo ha negato ogni coinvolgimento, precisando che le sue forze hanno preso di mira infrastrutture militari-industriali in Ucraina e che non sono stati pianificati attacchi in territorio polacco.
Le dichiarazioni di Sikorski aggiungono un nuovo elemento al dibattito sull’incidente, un dibattito che ha visto la Polonia in aperto contrasto con le posizioni di altri leader come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva ipotizzato che l’incidente potesse essere stato un “errore”.