
(AGENPARL) – Wed 10 September 2025 https://www.aduc.it/articolo/mente+attiva+sistema+immunitario+alla+sola+vista_39789.php
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La mente attiva il sistema immunitario alla sola vista di sintomi. Possibile fiutare una malattia
Immaginate di camminare per strada e incrociare qualcuno che tossisce o ha un’eruzione cutanea visibile. Senza alcun contatto fisico, il cervello potrebbe già aver dato l’allarme al sistema immunitario. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Nature” che mostra come la sola percezione visiva di una persona malata possa innescare una risposta immunitaria nel corpo umano.
I ricercatori hanno condotto un esperimento innovativo utilizzando visori di realtà virtuale. Ai partecipanti sono stati mostrati icone digitali con sintomi evidenti di malattia, come tosse e lesioni cutanee. Nessun rischio reale di contagio, solo simulazioni. Eppure, il cervello ha reagito come se ci fosse una minaccia biologica concreta.
Le scansioni cerebrali hanno rivelato l’attivazione di aree che monitorano lo “spazio personale”, una sorta di radar neurale che ci protegge da intrusioni fisiche. Contemporaneamente, gli esami del sangue hanno mostrato un aumento di cellule immunitarie di prima linea, quelle che normalmente entrano in azione quando il corpo rileva un’infezione.
Questo meccanismo suggerisce che il cervello non si limita a reagire a ciò che accade nel corpo, ma anticipa. È come se dicesse: “Attenzione, potremmo essere esposti a un patogeno. Prepariamoci.” Una forma di prevenzione biologica che potrebbe avere radici evolutive: meglio attivare le difese prima che il nemico entri davvero.
Per rafforzare i risultati, gli scienziati hanno confrontato la risposta immunitaria indotta dalla realtà virtuale con quella provocata da un vaccino antinfluenzale. Come previsto, il vaccino ha generato una reazione più intensa e duratura. Tuttavia, l’effetto visivo ha comunque prodotto un’attivazione misurabile, dimostrando che la percezione può influenzare la biologia.
Le implicazioni sono profonde. Questo studio apre nuove prospettive nella psiconeuroimmunologia, la disciplina che studia l’interazione tra mente e sistema immunitario. Potrebbe spiegare perché lo stress sociale, l’ansia da contagio o persino l’isolamento influenzino la salute fisica. E potrebbe portare a nuove strategie preventive basate sull’ambiente visivo e sulla percezione.
Monitorare l’attività cerebrale in risposta a stimoli visivi potrebbe diventare un biomarcatore precoce per valutare la reattività immunitaria individuale, aiutare a identificare soggetti più vulnerabili alle infezioni o con risposte immunitarie alterate.
Se la percezione visiva può modulare la risposta immunitaria, si potrebbero sviluppare interventi non farmacologici basati su stimoli visivi o ambientali. Ad esempio, ambienti ospedalieri progettati per ridurre l’esposizione a segnali visivi di malattia potrebbero limitare lo stress immunitario nei pazienti fragili.
In un mondo post-pandemico, dove la sensibilità al rischio sanitario è aumentata, comprendere come il cervello reagisce alla sola vista di sintomi può aiutarci a gestire meglio la salute mentale e fisica. Il confine tra ciò che vediamo e ciò che sentiamo nel corpo è più sottile di quanto pensassimo.
I ricercatori intendono replicare l’esperimento su campioni più ampi e diversificati, includendo soggetti di età, sesso e bagaglio culturale differenti. Questo servirà a confermare che la risposta immunitaria visiva non è un’anomalia, ma un meccanismo universale.
Il cervello non è solo un centro di comando, ma anche un sentinella biologica. E la mente, con i suoi meccanismi di previsione, potrebbe essere la prima linea di difesa contro le malattie.
In sintesi, lo studio non solo cambia il modo in cui pensiamo alla risposta immunitaria, ma apre nuove prospettive cliniche in ambito preventivo, terapeutico e diagnostico.
(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 09 settembre 2025)
Primo Mastrantoni, presidente comitato tecnico-scientifico di