
Riunite le assemblee dei lavoratori e delle lavoratrici delle costruzioni e del legno per scegliere il nuovo Segretario Generale: con il 95,5% dei consensi Davide Lavermicocca è eletto alla guida della FILLEA (Federazione Italiana Lavoratori Legno Edilizia e Affini) delle province di Bari e Bat. Succede a Ignazio Savino che lascia la guida della Federazione territoriale dopo 12 anni.
A seguito della sua elezione, Lavermicocca è il più giovane Segretario Generale di una struttura FILLEA CGIL in Italia.
Il barese Davide Lavermicocca, 26 anni, sin dal liceo è rappresentante degli studenti e Coordinatore dell’Unione degli Studenti (UDS) di Bari prima e della Puglia poi. Cresciuto nei movimenti di opposizione alla Buona Scuola e al Jobs Act diventa ben presto dirigente nazionale dei sindacati studenteschi. Nel 2021 viene eletto nell’esecutivo di Zona Franka e in costanza degli studi universitari in giurisprudenza viene scelto dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando come membro del gruppo di lavoro ministeriale su welfare e occupazione giovanile. Da giovane funzionario della FILLEA CGIL impegnato negli appalti di lavori pubblici in terra di Bari, nel 2023 è eletto Segretario della Federazione territoriale responsabile del settore edile e delle politiche abitative e urbanistiche per il Sindacato. È Vice Presidente della Cassa Edile Provincia di Bari e componente del Consiglio di Amministrazione del Formedil Bari.
I settori delle costruzioni e del legno pesano qui più che altrove con dati di gran lunga superiori alla media nazionale: occupano più di 1/3 dei lavoratori dell’industria e rappresentano cumulativamente quasi il 20% del PIL regionale con la metà degli addetti e delle aziende presenti nelle province di Bari e Bat. Al centro della relazione programmatica del Segretario Lavermicocca numerose questioni tra cui la sostenibilità sociale e ambientale, il diritto alla casa e alla città, lo stop a gentrificazione, speculazione e consumo incondizionato di suolo.
“Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, lotta al sottoinquadramento e impegno assoluto per la risoluzione positiva delle annose crisi industriali nel distretto del mobile imbottito. Queste sono e saranno le linee guida della Federazione delle costruzioni e del legno della CGIL nelle province di Bari e Bat” dichiara il neo Segretario Generale Davide Lavermicocca “È bene che tutti gli attori istituzionali, politici e sociali abbiano rispetto delle decine di migliaia di edili di Bari e Bat, persone in carne ed ossa che ogni giorno si impegnano nei cantieri e nelle cave: lavoratori esemplari che forniscono un servizio essenziale per la comunità e producono gli ambienti in cui studiamo, lavoriamo, ci curiamo e viviamo tutti noi. Qui si realizzeranno opere PNRR per quasi 2 miliardi di euro e per le quali serve il massimo rigore nell’impegno della manodopera e nel contrasto all’infiltrazione criminale e pur con le tante difficoltà innestate dal Governo Meloni nel ciclo degli appalti dobbiamo chiudere una volta per tutte la stagione dei subappalti a cascata, spesso filiere irricostruibili della tragedia e delle morti sul lavoro. Per i tanti appalti di manutenzione che ad ogni rinnovo fanno cadere nell’incertezza tante famiglie una possibile via potrebbe essere una Società partecipata delle Costruzioni a cui affidare lavori ordinari e straordinari previsti dagli enti locali, che assorba tutti i livelli occupazionali garantendo salario e lavoro a molti lavoratori e assicurando risparmio netto alle casse pubbliche”
L’impegno è quello di garantire certezza occupazionale e difendere l’industria nel Mezzogiorno anche implementando impianti e capacità produttive con politiche industriali lungimiranti e contrattate con tutti gli attori in campo.
“Sulla crisi Natuzzi dobbiamo essere chiari: incoscienti scelte aziendali legate all’allungamento delle filiere produttive prima e congiunture sfavorevoli sulla fornitura di energia e materie prime e accordi capestro sui dazi poi mettono oggi in difficoltà l’intero ciclo del mobile e del salotto nel territorio. Il Governo abbia parole di verità per migliaia di lavoratori e lavoratrici: con soli ammortizzatori sociali non si può andare avanti. Se davvero lo Stato intende difendere il Made in Italy e la manifattura nazionale, si favorisca il piazzamento internazionale delle imprese in nuovi mercati e si pretenda un ruolo del pubblico nel gruppo multinazionale innestando fondi propri e garantendo e implementando i livelli occupazionali, condizionando scelte e visione per tutelare una filiera strategica per l’economia locale e nazionale” conclude Lavermicocca.