
(AGENPARL) – Mon 08 September 2025 Corte di giustizia dell’Unione europea
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Dall’8 al 12 settembre 2025
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Mercoledì 10 settembre 2025 – h. 9.00
Sentenze nelle cause T-55/24 Meta Platforms Ireland /
Commissione e T-58/24 Tiktok Technology / Commissione
Il regolamento sui servizi digitali affida alla Commissione europea il compito di
supervisionare i fornitori di determinati servizi, qualificati come piattaforme
online di dimensioni molto grandi o motori di ricerca online di dimensioni
molto grandi, quando superano una quota minima significativa di utenti
nell’Unione europea. Per coprire i costi necessari a tal fine e per esercitare
questi compiti di vigilanza, la Commissione raccoglie un importo annuale da
questi fornitori, calcolato sulla base del numero medio di utenti mensili di
ciascun servizio interessato.
Nel marzo 2023, la Commissione ha adottato un regolamento delegato che
integra il regolamento sui servii digitali prevedendo le metodologie e le
procedure dei contributi per le attività di vigilanza.
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i dettagli su queste
e altre cause.
Nell’aprile 2023, la Commissione ha qualificato Facebook e Instagram, da un
lato, e TikTok, dall’altro, come piattaforme online di dimensioni molto grandi.
Nel novembre 2023, ha determinato i contributi per le attività di vigilanza, con
due decisioni di esecuzione, per ciascuna delle tre piattaforme per l’anno 2023.
La Meta Platforms Ireland Ltd e la TikTok Technology Ltd hanno presentato
ricorso davanti al Tribunale contro la decisione che fa loro riferimento.
Verrà redatto un comunicato stampa congiunto per le due sentenze.
Mercoledì 10 settembre 2025 – h. 9.00
Sentenza nella causa T-625/22 Austria / Commissione
Nel 2020, i legislatori dell’Unione (il Parlamento europeo e il Consiglio
dell’Unione europea) hanno adottato il regolamento relativo all’istituzione di un
quadro che favorisce gli investimenti sostenibili. Questo regolamento mira a
indirizzare i flussi finanziari verso attività sostenibili con l’obiettivo di realizzare
un’Unione a impatto climatico zero entro il 2050 (Normativa europea sul clima).
A tal fine, stabilisce criteri per stabilire quando un’attività economica è da
considerare sostenibile per l’ambiente con lo scopo di determinare il livello di
sostenibilità ambientale di un dato investimento.
Per poter essere considerata sostenibile, un’attività economica deve, secondo il
regolamento citato, contribuire in modo sostanziale a uno o più obiettivi
ambientali senza causare danni significativi a nessuno di questi obiettivi, e
rispettare determinati criteri di vaglio tecnico che la Commissione europea
avrebbe dovuto inquadrare.
Il legislatore europeo ha quindi delegato alla Commissione il compito di
stabilire criteri di vaglio tecnico per decidere in presenza di quali condizioni
un’attività economica può essere considerata come contributo significativo alla
mitigazione dei o all’adattamento ai cambiamenti climatici e quando causa
danni significativi a uno tra questi obiettivi. Su questa base, nel 2021, la
Commissione ha adottato un regolamento delegato che stabilisce i criteri di
vaglio tecnico per le attività economiche legate alle energie rinnovabili.
Nel 2022, la Commissione ha adottato un altro regolamento delegato, che
stabilisce i criteri di vaglio tecnico necessari per includere determinate attività
dei settori dell’energia nucleare e del gas fossile tra le attività che possono
contribuire sostanzialmente alla mitigazione dei o all’adattamento ai
cambiamenti climatici.
L’Austria ha proposto ricorso davanti al Tribunale per l’annullamento del
regolamento delegato.
Verrà redatto un comunicato stampa di questa sentenza.
Mercoledì 10 settembre 2025 – h. 9.00
Sentenza nella causa T-573/23 Positive Group / Consiglio
Nel contesto delle sanzioni imposte alla Federazione russa dall’Unione
europea, la Positive Group, società russa attiva nel settore delle tecnologie
dell’informazione e della cybersicurezza, è stata inserita nella lista degli enti
sanzionati da una serie di decisioni e regolamenti di esecuzione del Consiglio
del 2023.
Il Consiglio, infatti, ha preso in considerazione il fatto che la guerra
d’informazione fosse un mezzo essenziale nell’aggressione della Federazione
russa contro l’Ucraina; ha quindi modificato i criteri di iscrizione nelle liste degli
enti sanzionati per poter includere tra di essi il nome della ricorrente, società
che detiene una licenza concessa dalla Federazione ed è attiva nel settore
dell’informatica russa.
La Positive Group, dopo aver richiesto i documenti su cui si era fondata la sua
iscrizione e il riesame della decisione del Consiglio e dato che il suo nome è
stato mantenuto nelle stesse liste, ha proposto ricorso davanti al Tribunale. La
ricorrente ha chiesto l’annullamento delle decisioni e dei regolamenti di
esecuzione del Consiglio, per diverse violazioni di principi del diritto dell’Unione
europea quali il diritto a una tutela giurisdizionale effettiva, l’obbligo di
motivazione, il diritto di difesa e l’obbligo del Consiglio di effettuare un
adeguato riesame, nonché per errore manifesto di valutazione.
Verrà redatto un comunicato stampa di questa sentenza.
Giovedì 11 settembre 2025 – h. 9.30
Sentenza nella causa C-59/23 P Austria / Commissione
(Centrale nucléaire Paks II)
(Aiuti di Stato)
Con decisione del 2017, la Commissione ha approvato le misure che l’Ungheria
era intenzionata ad attuare a beneficio dell’impresa statale MVM Paks II per lo
sviluppo di due nuovi reattori nucleari sul sito della centrale nucleare della
Paks. I due nuovi reattori avrebbero dovuto progressivamente sostituire i
quattro reattori già esistenti. La MVM Paks II sarebbe dovuta diventare
proprietaria e avrebbe dovuto gestire i due nuovi reattori, senza spese; la loro
costruzione sarebbe stata finanziata interamente dallo Stato ungherese.
La costruzione di nuovi reattori è stata affidata, con un’aggiudicazione diretta,
alla società russa Nizhny Novgorod Engineering, secondo un accordo tra la
Russia e l’Ungheria in materia di cooperazione sull’uso pacifico dell’energia
nucleare. Nello stesso accordo, la Russia ha erogato un prestito all’Ungheria
per finanziare la maggior parte dello sviluppo dei nuovi reattori.
L’Austria ha impugnato la decisione della Commissione davanti al Tribunale, il
quale ha respinto il ricorso con una sentenza del 2020 (T-101/18; v. anche
comunicato stampa n. 192/22). L’Austria ha quindi proposto appello davanti
alla Corte contro la sentenza del Tribunale.
Verrà redatto un comunicato stampa di questa sentenza.
Giovedì 11 settembre 2025 – h. 9.30
Sentenza nella causa C-687/23 Banco Santander (Résolution
bancaire Banco Popular III)
(Politica economica)
Nel giugno 2017 è stata adottata una decisione di risoluzione dal Comitato di
risoluzione unico (CRU o SBR), approvata poi dalla Commissione europea, per
la banca spagnola Banco Popular. Il valore delle azioni della banca è stato
ridotto a zero, le azioni sono state annullate e una parte delle passività è stata
convertita in nuove azioni, trasferite al Banco Santander, il quale è diventato il
successore universale del Banco Popular.
Un ampio numero di coloro che avevano investito nel Banco Popular, con
diversi strumenti di capitale, hanno proposto ricorsi diretti ad ottenere
dichiarazioni di nullità dei contratti sottoscritti per l’acquisizione di questi
strumenti, il recupero di somme versate e/o il risarcimento del danno sulla
base delle informazioni date dalla banca stessa. Nel contesto di queste
controversie, i tribunali spagnoli hanno rivolto questioni pregiudiziali alla Corte
di giustizia.
Con sentenze del 2022 (C-410/20) e del 2024 (C-775/22, C-779/22 e C-794/22), la
Corte ha stabilito che la direttiva sul risanamento e la risoluzione degli enti
creditizi osta alla proposizione di tali procedimenti giudiziari quando sono
avviati dopo la data di adozione della decisione di risoluzione.
La Corte suprema spagnola nutre dubbi in merito alla situazione in cui i titoli
convertibili sono stati convertiti in azioni nel Banco Popular prima dell’adozione
delle misure di risoluzione della stessa banca. A differenza delle cause che
hanno portato alle sentenze citate, infatti, il ricorso per l’annullamento
dell’accordo di acquisto dei titoli convertibili e l’azione di risarcimento di cui ai
procedimenti principali sarebbero stati proposti prima della risoluzione del
Banco Popular.
Verrà redatto un comunicato stampa di questa sentenza.
Giovedì 11 settembre 2025 – h. 9.30
Sentenza nella causa C-38/24 Bervidi
(Politica sociale)
Una lavoratrice impiegata come operatrice di stazione ha richiesto più volte al
proprio datore di lavoro, in qualità di “caregiver” familiare, di essere assegnata
a un turno fisso di mattina, per potersi occupare nelle ore pomeridiane del
figlio, affetto da un handicap grave e con invalidità totale. Il datore di lavoro ha
predisposto alcune misure, a titolo provvisorio, rifiutando di accordarle alla
ricorrente in via permanente.
A seguito di questo rifiuto, nel 2019 la ricorrente ha proposto ricorso davanti ai
giudici italiani, che hanno lo hanno respinto, arrivando fino alla Corte di
cassazione, la quale si è rivolta alla Corte di giustizia per l’interpretazione del
diritto dell’Unione europea in materia di tutela contro la discriminazione di una
dipendente che si occupa di un figlio minore affetto da grave disabilità, pur non
essendo lei stessa una persona disabile, chiedendo se si possa trattare di una
discriminazione indiretta dei “caregiver” di persone disabili in ambito
lavorativo.
Verrà redatto un comunicato stampa di questa sentenza.
Giovedì 11 settembre 2025 – h. 9.30
Sentenza nella causa C-802/23 MSIG
(Spazi di libertà, sicurezza e giustizia)
MSIG è accusata di aver partecipato ad un attacco terroristico a una caserma di
polizia di Oviedo (Spagna), nel 1997, compiuto direttamente da altri membri
della stessa organizzazione terroristica (ETA). Nello specifico, è accusata di
essere la responsabile dei commando dell’ETA e della fornitura di armi, tra cui
anche quelle utilizzate nel suddetto attacco in Spagna.
MSIG è stata già condannata per altri atti terroristici in Francia, dove è stata
arrestata nel 2004 e dove è rimasta fino al 2019, quando è stata consegnata
alla Spagna sulla base di diversi mandati d’arresto europei. In Francia, MSIG è
stata oggetto di dettagliate indagini, con le quali si è potuto risalire al suo ruolo