
La crisi politica in Francia, con la probabile caduta del primo ministro François Bayrou, rischia di ritardare il rafforzamento militare del Paese, nonostante il diffuso consenso politico sull’aumento della spesa per la difesa. La situazione crea un contrasto tra l’ambizione del presidente Emmanuel Macron di leadership globale e l’instabilità interna.
Crisi politica e impatto sulla difesa
L’instabilità politica in Francia, che vede la potenziale caduta di François Bayrou come primo ministro, rischia di ritardare l’attuazione di una nuova legge di pianificazione militare e gli aumenti di spesa promessi da Macron. Sebbene vi sia un ampio consenso tra i partiti politici sulla necessità di rafforzare le forze armate, la crisi ritarderebbe l’iter legislativo e i programmi di investimento a lungo termine.
Questa incertezza interna è in netto contrasto con l’agenda di politica estera di Macron, che sta cercando di posizionare la Francia come leader sulla scena globale, in particolare con la “coalizione dei volenterosi” per le garanzie di sicurezza dell’Ucraina. “C’è un divario enorme tra il contesto internazionale, che è ancora molto negativo a causa della guerra in Ucraina, e la situazione interna francese che sembra slegata da queste questioni,” ha commentato Guillaume Lagane, esperto di politica di difesa.
La possibile caduta di Bayrou sarebbe la seconda in meno di un anno, dopo quella di Michel Barnier, che ha già causato ritardi negli ordini e nei pagamenti per l’industria della difesa. Il ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu, possibile successore di Bayrou, ha ammesso l’incertezza, ma ha tentato di rassicurare l’industria con un tour dimostrativo.
Impegni militari e l’ombra di Trump
A luglio, Macron ha promesso di aumentare la spesa per la difesa a 64 miliardi di euro nel 2027, in linea con l’impegno della NATO di aumentare la spesa per la difesa al 5% del PIL, di cui il 3,5% destinato a spese puramente militari. L’impegno è visto come vitale in un contesto di crescente minaccia russa e delle incertezze legate alla posizione di Donald Trump sulla sicurezza europea. Tuttavia, l’aggiornamento della legge di pianificazione militare non è ancora pronto e il suo voto in Parlamento dipenderà dagli sviluppi politici, inclusa la possibilità di elezioni anticipate.
L’instabilità crea un senso di déjà vu per l’industria della difesa francese, che teme che i ritardi possano compromettere i programmi di armamento e la capacità di competere a livello internazionale.