
Il governo del primo ministro britannico Keir Starmer è sotto pressione dopo le dimissioni del vice primo ministro Angela Rayner, travolta da uno scandalo fiscale. La situazione ha costretto a un rimpasto di governo significativo, sollevando dubbi sulla stabilità e sulla direzione politica del Partito Laburista. Nonostante le speculazioni, Downing Street ha smentito ufficialmente l’ipotesi di elezioni anticipate.
I nuovi incarichi e le critiche
A seguito delle dimissioni di Rayner, Starmer ha rimescolato le carte nel suo gabinetto.
- David Lammy, noto per la sua opposizione a Donald Trump, è stato nominato vice primo ministro.
- Shabana Mahmood, ex segretario alla Giustizia e attivista pro-Palestina, è diventata la prima donna musulmana a ricoprire il ruolo di ministro dell’Interno.
La nomina di Mahmood ha sollevato dubbi, dati i suoi trascorsi a favore dell’apertura delle frontiere e le sue decisioni passate sul rilascio di criminali per decongestionare le carceri. Nonostante venga descritta come “dura” dai media, la sua capacità di affrontare l’immigrazione è messa in discussione.
La posizione del Partito Laburista e il futuro di Starmer
La leadership di Keir Starmer è stata messa in discussione da figure esterne e interne al partito. Nigel Farage, leader di Reform UK, ha previsto elezioni anticipate e una guerra civile all’interno del Partito Laburista per la successione di Rayner. Tuttavia, il segretario capo di Starmer, Darren Jones, ha smentito tali affermazioni.
Anche un membro di spicco come Lord Falconer, ex ministro del gabinetto di Tony Blair, ha ammesso che il rimpasto dimostra la “profonda comprensione del Primo Ministro del fatto che le cose devono cambiare e devono cambiare con urgenza”. Secondo Lord Falconer, il governo ha perso il contatto con l’opinione pubblica e rischia di finire “nei guai” se non ritrova rapidamente una direzione.
La mancanza di una direzione politica chiara è stata anche sottolineata dal sondaggista Sir John Curtice, che ha definito la situazione un “buco enorme” al cuore di Downing Street. Con la riluttanza del governo a ritirarsi dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e la possibilità di nuovi aumenti fiscali, le opzioni di Starmer per riconquistare la fiducia dei cittadini sembrano limitate.