
(AGENPARL) – Sat 06 September 2025 Nuovi standard su diagnosi, cura e assistenza ai pazienti con miocarditi e pericarditi
MALATTIE INFIAMMATORIE DEL CUORE, L’UNIVERSITÀ DI UDINE
PROTAGONISTA DELLE NUOVE LINEE GUIDA EUROPEE
Coordinate da Massimo Imazio, professore del Dipartimento di Medicina dell’Ateneo
friulano e direttore del Dipartimento Cardiotoracico e della Soc Cardiologia dell’Asufc
Udine, 6 settembre 2025 – L’Università di Udine ha guidato la realizzazione delle nuove Linee
guida europee nella gestione delle malattie infiammatorie del cuore, in particolare le miocarditi
e le pericarditi, le più diffuse e con potenziali esiti gravi. Le raccomandazioni sono state messe a
punto da un gruppo di lavoro internazionale della Società europea di cardiologia (Esc) coordinato
dal professor Massimo Imazio dell’Ateneo friulano. Le linee guida definiscono gli standard clinici
con un impatto diretto su diagnosi, cura e assistenza ai pazienti, con l’obiettivo di una medicina più
precisa, efficace e personalizzata. Imazio è docente di Malattie dell’apparato cardiovascolare del
Dipartimento di Medicina dell’Ateneo friulano e direttore del Dipartimento Cardiotoracico e della
Struttura organizzativa complessa (Soc) Cardiologia dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli
centrale (Asufc). Le “Linee guida Esc 2025” sono state presentate al Congresso europeo di
cardiologia tenutosi a Madrid.
«Partecipare alla definizione dei nuovi standard – sottolinea Massimo Imazio, riconosciuto a livello
internazionale per la sua esperienza scientifica e clinica sulle miocarditi e pericarditi – significa
mettere la ricerca e le competenze sviluppate all’Università di Udine al servizio dei pazienti di tutto il
mondo. È un risultato che premia l’impegno scientifico e la collaborazione tra università e sistema
sanitario.
L’importanza delle nuove Linee guida
Le Linee guida Esc 2025 per la prima volta integrano aspetti genetici, immunologici, diagnostica
avanzata e innovazioni terapeutiche. Cioè sono fondate su solide evidenze, dati clinici e ricerca
avanzata. A differenza delle precedenti, questa edizione fa largo uso di imaging multimodale,
ridimensiona l’uso routinario della biopsia, introduce percorsi clinici basati sui sintomi (“red flags”) e
terapie innovative.
«Questa robustezza metodologica e scientifica – spiega il professor Imazio – assicura affidabilità e
facilità di implementazione nella pratica clinica quotidiana, con chiari benefici per pazienti e sistema
sanitario.
«Queste Linee guida – sottolinea Massimo Imazio – rappresentano un punto di svolta nella gestione
clinica delle patologie infiammatorie cardiache. Offrono, infatti, ai cardiologi di tutta Europa, e non
solo, raccomandazioni aggiornate e condivise, che avranno un impatto decisivo sulla diagnosi, sulla
cura e sull’assistenza».
Per il direttore del Dipartimento di Medicina dell’Università di Udine, Leonardo Alberto Sechi, «con
le “Linee guida Esc 2025”, evidenza abbiamo messo a disposizione della comunità cardiologica
italiana e del nostro Friuli-Venezia Giulia uno strumento concreto e aggiornato. Le evidenze
scientifiche che lo sostengono, unite all’esperienza clinica, permetteranno di migliorare
significativamente la prevenzione, la diagnosi e la cura di miocarditi e pericarditi. Il nostro obiettivo è
ridurre l’impatto sanitario e sociale di queste infiammazioni cardiache, offrendo cure più precise,
rapide e personalizzate per tutti i pazienti».
Epidemiologia e cure
In Italia, stima applicabile anche in Friuli Venezia Giulia, le patologie infiammatorie del cuore hanno
un’incidenza annua di circa 11,3 casi su 100mila abitanti annui. Queste patologie si curano
principalmente con farmaci anti-infiammatori non steroidei (Fans) e colchicina, steroidi e nelle forme
specifiche o complicate possono richiedere immunosoppressori, supporti meccanici come
l’ossigenazione extracorporea a membrana (Ecmo), farmaci biologici come bloccanti IL-1.
Le caratteristiche
La miocardite è un’infiammazione del muscolo cardiaco (miocardio). Può essere provocata da
virus (Coxsackievirus, citomegalovirus, parvovirus B19, ecc.), batteri, malattie autoimmuni, farmaci
o tossine. Può provocare necrosi dei miociti, insufficienza cardiaca, aritmie o perfino morte
improvvisa, soprattutto nelle forme diffusive o nei giovani atleti. La miocardite fulminante è rara, ma
ha esiti letali: fino al 20% delle morti improvvise nei giovani e negli atleti sono attribuibili a essa.
La pericardite è un’infiammazione del pericardio, la membrana che avvolge il cuore. È spesso
idiopatica o virale, può derivare da patologie sistemiche o traumi. Il sintomo tipico è dolore toracico
pleuritico, spesso alleviato dalla posizione seduta in avanti. In casi gravi può provocare versamento
pericardico e tamponamento. La mortalità ospedaliera per pericardite acuta, se isolata e non
complicata, è bassa (circa l’1,1%). Il rischio aumenta in presenza di gravi co-infezioni (ad esempio
polmoniti e sepsi). In generale, le forme meno severe tendono a guarire completamente, ma
possono lasciare esiti cronici o ricorrenti se non trattate opportunamente.
Avendo spesso agenti eziologici comuni e contiguità anatomica che può dare coinvolgimento
secondario di una struttura quando l’altra è coinvolta, le nuove linee guida introducono l’acronimo
Imps (Inflammatory myopericardial syndrome) per sottolineare l’importanza del riconoscimento
dell’intero spettro di malattia. Come avviene per le sindromi coronariche acute (Sca) e la necessità
di una visione congiunta delle due malattie per poterle trattare più efficacemente.
«Questo – spiega il professor Imazio – richiederà in futuro un aggiornamento della formazione
universitaria e di specialità favorendo l’acquisizione di una competenza trasversale congiunta nel
trattamento di tutte le sindromi infiammatorie miopericardiche».