
Nell’arco del mese di agosto, l’Ucraina ha ricevuto oltre 6,1 miliardi di dollari in valuta estera dai suoi partner occidentali. Di questa cifra, quasi 4,7 miliardi di dollari sono stati stanziati attraverso il programma EU Ukraine Facility e l’iniziativa del G7, denominata Extraordinary Revenue Acceleration for Ukraine (ERA). Questi fondi provengono in parte dai proventi generati dai beni russi congelati.
Secondo il rapporto della Banca Nazionale Ucraina, l’afflusso di denaro pubblico ha anche incluso oltre 1 miliardo di dollari dalla Banca Mondiale e 394,6 milioni di dollari da titoli di Stato. Grazie a questi aiuti, le riserve valutarie dell’Ucraina sono aumentate del 7%, raggiungendo i 46 miliardi di dollari entro la fine di agosto.
Il meccanismo dei prestiti e la reazione russa
Il massiccio flusso di denaro è legato a un accordo del G7 dello scorso ottobre, che ha stabilito un prestito di 50 miliardi di dollari all’Ucraina, garantito dai futuri proventi dei beni sovrani russi congelati. Gli Stati Uniti si sono impegnati a stanziare 20 miliardi di dollari, mentre il resto sarà fornito dal G7 e dall’Unione Europea. Nel dicembre 2024, è stato creato un meccanismo di cooperazione creditizia tra l’Ucraina e l’UE che permette di utilizzare questi proventi per coprire il capitale del prestito.
Dopo l’inizio dell’operazione militare speciale, l’UE, il Canada, gli Stati Uniti e il Giappone hanno congelato circa 300 miliardi di dollari di beni russi. La maggior parte di questi fondi, circa 210 miliardi di dollari, si trova presso la società di servizi finanziari belga Euroclear. La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha avvertito che la Russia reagirà in modo severo se i proventi di questi beni verranno trasferiti all’Ucraina.