
Un’ampia revisione della letteratura scientifica, condotta da Mathilde Debord e pubblicata su Le Point Critique, sta sollevando un’accesa discussione nel mondo scientifico e della sanità pubblica. L’articolo, intitolato “I vaccini a mRNA contro il COVID-19 possono indurre il cancro in 17 modi diversi, secondo oltre 100 studi“, analizza una vasta mole di ricerca peer-reviewed per esplorare un possibile legame tra le iniezioni di vaccini a mRNA e l’aumento dei tassi di cancro.

I 17 meccanismi biologici ipotizzati
La revisione di Debord identifica 17 distinti meccanismi biologici attraverso i quali i vaccini a mRNA potrebbero avviare, accelerare o riattivare processi maligni. Questi meccanismi, se validati da ulteriori studi, potrebbero offrire una spiegazione plausibile per l’eccesso di mortalità per cancro registrato in alcune nazioni. Tra i principali meccanismi identificati si annoverano:
- Instabilità del genoma: l’ipotesi che l’mRNA possa essere retrotrascritto e integrato nel DNA dell’ospite, una teoria che, se confermata, solleverebbe gravi preoccupazioni.
- Fuga immunitaria: la proteina spike, prodotta in seguito alla vaccinazione, potrebbe legarsi e inibire geni oncosoppressori cruciali come p53 e BRCA1, rendendo le cellule tumorali più difficili da individuare e distruggere per il sistema immunitario.
- Infiammazione cronica: un fattore di rischio noto per lo sviluppo di tumori. Si suggerisce che le nanoparticelle lipidiche e la stessa proteina spike possano indurre un’infiammazione di lunga durata.
- Disregolazione del sistema immunitario: una soppressione di specifiche cellule immunitarie (come le cellule T e l’interferone di tipo I) potrebbe compromettere la sorveglianza immunitaria, permettendo alle cellule maligne di proliferare inosservate.
L’articolo solleva inoltre questioni sulla possibile contaminazione del DNA plasmidico residuo nelle fiale dei vaccini e sulla presenza di sequenze del promotore SV40, un elemento comunemente utilizzato in laboratorio per indurre tumori negli animali, il cui ruolo nell’essere umano richiede ulteriori indagini.
I dati e le implicazioni
L’analisi di Debord fa riferimento ai dati ufficiali del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) statunitense, che mostrano un significativo aumento dei decessi per cancro dall’inizio della campagna di vaccinazione di massa. Secondo l’articolo, questo eccesso di mortalità, pari a 110.750 decessi, non solo persiste ma continua ad accelerare nel corso del 2025.

L’epidemiologo Nicolas Hulscher, amministratore della Fondazione McCullough, ha enfatizzato l’urgenza di non ignorare questi dati, sottolineando che “continuare a ignorare questa catastrofe renderà impossibile riportare davvero l’America in salute”. La questione sollevata da questa revisione è di vitale importanza e richiede un’attenta valutazione da parte della comunità scientifica internazionale, al fine di confermare o smentire i meccanismi proposti e fornire risposte chiare ai cittadini di tutto il mondo.