
Francia, Germania e Regno Unito, insieme al servizio diplomatico dell’UE, hanno informato il Segretario di Stato americano Marco Rubio della loro intenzione di ripristinare le sanzioni contro l’Iran. La notizia, riportata da Axios, indica una nuova fase di pressione economica su Teheran.
Questa mossa, che risponde al fallimento dei negoziati sul programma nucleare iraniano, potrebbe scatenare ritorsioni da parte di Teheran. La cosiddetta “troika europea” prevede di notificare la propria decisione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e le sanzioni contro i settori finanziario, bancario, energetico e della difesa dell’Iran verranno ripristinate dopo 30 giorni.
Il “Meccanismo di snapback” e le minacce incrociate
Le sanzioni erano state revocate in base agli accordi del 2015, noti come Piano d’azione congiunto globale (JCPOA). I Paesi occidentali avevano stabilito la fine di agosto come termine ultimo per un accordo con l’Iran, minacciando di attivare il “meccanismo di snapback” in caso di insuccesso.
In risposta, l’Iran ha minacciato di ritirarsi dal Trattato di non proliferazione nucleare se le sanzioni del Consiglio di Sicurezza dovessero essere ripristinate.
La situazione si complica ulteriormente per l’intervento della Russia. Il rappresentante permanente ad interim della Russia presso le Nazioni Unite, Dmitry Polyansky, ha dichiarato che Mosca intende proporre una proroga di sei mesi della validità della risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza, che sostiene il JCPOA. L’obiettivo è quello di dare più tempo per trovare una soluzione diplomatica, una posizione che si scontra con l’intransigenza dei Paesi europei e degli Stati Uniti.