
(AGENPARL) – Wed 27 August 2025 Dazi: Cia, vino in difficoltà. Più che un accordo continua a sembrare una
resa
Alla vigilia di una vendemmia 2025 – che per le oltre 5.500 aziende
vitivinicole lucane si preannuncia positiva, con un aumento della
produzione stimato intorno al +20% rispetto all’anno precedente e uve in
ottime condizioni fitosanitarie – Cia agricoltori ribadisce come l’accordo
Usa- Ue sui dazi al 15%, sembra sempre più una “resa”. “Oltre ad essere
penalizzata la produzione vinicola viene sacrificato l’agroalimentare per
avvantaggiare l’automotive”: è il commento di Giambattista Lorusso,
presidente Cia Potenza. “Parliamo del 24% delle nostre bottiglie Doc,
soprattutto aglianico, che raggiungono ristoranti e store specializzati
negli Usa. Il giro d’affari complessivo del vino lucano – aggiunge – è tra
i 13 e i 15 milioni di euro. La bottiglia di aglianico di annata potrebbe
toccare i 25-30 dollari e quindi allontanare i consumatori dirottandoli
verso i vini della California più economici”.
Tutto l’export del Made in Italy agroalimentare verso gli Usa (7,8
miliardi di euro nel 2024) rischia grosse perdite in settori chiave come il
vitivinicolo senza ottenere niente in cambio. “Oltre all’impatto diretto,
si corre il pericolo anche di un grave danno all’intero indotto
agroindustriale, con pesanti ripercussioni sull’occupazione”:così il
presidente, Cristiano Fini, commenta, aggiungendo che: ‘’oltre alla attuale
chiusura politica sul vino si dovrà monitorare anche e con attenzione
l’apertura agevolata a importazioni agricole Usa a prescindere dalla
reciprocità delle regole commerciali che rappresenta la linea di confine
invalicabile’’.
Secondo Cia, il rischio concreto di un calo dell’export è molto alto, con
danni a comparti strategici e un aumento dei costi per le imprese italiane,
che tenderanno a perdere margini di profitto oppure a dover trasferire
parte di questi costi sui consumatori, rischiando di ridurre la domanda nel
mercato Usa. L’effetto combinato di dazi e fluttuazioni del cambio
euro-dollaro non potrà che aggravare l’impatto delle misure doganali,
traducendosi in costi aggiuntivi reali per le aziende nazionali e rendendo
complessivamente meno competitivo il Made in Italy.
‘’Chiediamo adesso con forza al governo italiano, alle istituzioni europee
parlamento e consiglio di continuare a fare pressioni sull’accordo, che
proseguiamo nel definirlo – conclude Fini – una totale resa a favore degli
Usa. Chiediamo anche misure di sostegno e indennizzi per le aziende
italiane per la maggiorazione dei costi nell’export verso gli Usa’’.
Per il vino, gli Usa sono la prima piazza mondiale con circa 1,9 miliardi
di euro di fatturato nel 2024.
La direttrice Cia Potenza Giovanna Perruolo sottolinea che “altre novità
interessano il comparto vitivinicolo: pacchetto vino, futura Pac, regole
per reimpianti e ristrutturazioni, legge 238/16, registro e schedario, bere
consapevole. C’è poi la cosiddetta vitivinicoltura eroica delle aree
interne che richiede aiuti, misure di sostegno per evitare che altri
vigneti di famiglia autoctoni in via di estinzione, quali la malvasia di
montagna e il passito lucano, scompaiano del tutto. L’impegno e
l’attenzione della Cia – conclude – in questa fase sono rivolti ai danni
provocati dagli eventi calamitosi di Ferragosto e dei giorni successivi”.