
(AGENPARL) – Wed 27 August 2025 DIREZIONE COMUNICAZIONE E IMMAGINE
UFFICIO STAMPA
Spesa delle famiglie in aumento (+239€ pro capite rispetto al 2024), ma ancora lontana dai massimi del 2007. Ristorazione e turismo sotto i livelli pre-pandemici, ma restano fondamentali per spinta alla crescita.
CONSUMI DELLE FAMIGLIE NEGLI ULTIMI TRENT’ANNI: SPRINT PER TECNOLOGIA E TEMPO LIBERO, IN CALO CIBO ED ENERGIA
Spesa in aumento, ma resta il gap con il 2007
Nel 2025 la spesa pro capite reale sul territorio economico ha raggiunto i 22.114 euro (era 19.322 € nel 1995) con un aumento di 239 euro rispetto al 2024 ma ancora inferiore ai picchi del 2007 (-220 euro).
Ict e tempo libero trainano le nuove abitudini
La rivoluzione tecnologica ha lasciato il segno nei comportamenti di spesa degli italiani: negli ultimi tre decenni la spesa pro capite per informatica e telefoni ha registrato una crescita vertiginosa di quasi il 3.000%. In parallelo, anche i consumi legati alla fruizione del tempo libero – in particolare i servizi culturali e ricreativi – hanno mostrato un progresso significativo, con un aumento reale di oltre il 120%.
Ad eccezione del comparto tecnologico e del tempo libero, poche altre voci mostrano segnali strutturali di espansione. Le spese per viaggi e vacanze (+18%) e ristorazione (+25,7%) – sebbene in ripresa – non hanno ancora recuperato completamente le perdite post-pandemiche. Al contrario, il contenimento della domanda di beni tradizionali continua a consolidarsi anche nel 2025, segno di una prudenza che riflette sia scelte culturali che incertezze percepite.
I beni tradizionali perdono centralità
Calano, invece, le categorie più consolidate: alimentari e bevande segnano un calo del 5,1% rispetto al 1995, l’abbigliamento perde lo 0,5% e i mobili ed elettrodomestici restano sostanzialmente stabili (+0,8%). In contrazione anche il consumo reale di energia domestica (-35,1%), dovuto principalmente alla crescente attenzione al risparmio e all’efficienza energetica, sebbene il prezzo unitario dell’energia sia cresciuto notevolmente.
Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sui consumi delle famiglie italiane 1995-2025 (qui il testo integrale).
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Tab. 1 – Il quadro macroeconomico
v.m.a. % in termini reali
PIL 1,5 -0,4 1,2 0,7 0,7
Importazioni 4,8 0,2 3,0 -0,7 0,7
Spesa delle famiglie residenti 1,6 -0,2 0,0 0,4 1,0
– Spesa sul territorio economico 1,5 -0,2 0,0 0,5 1,0
Spesa delle A.P. e ISP 1,5 -0,3 1,0 1,2 0,7
Investimenti 2,7 -1,8 7,2 0,5 0,4
Esportazioni 3,5 1,0 2,0 0,4 0,6
Inflazione (IPC) 2,4 1,3 3,8 1,0 1,7
Fonte: elaborazioni e stime Ufficio Studi Confcommercio (USC) su dati Istat.
La tabella 2 sintetizza le difficoltà perduranti che si riscontrano nel profilo della spesa reale pro capite. Si vede bene che la spesa per consumi ha sì ben recuperato i livelli pre-pandemici ma è ancora al di sotto dei livelli di massimo del 2007 (-220 euro reali).
Tab. 2 – Spesa per consumi
euro pro capite a prezzi 2025
consumi sul territorio
1995 19.322
2007 22.334
2019 21.481
2024 21.875
2025 22.114
Fonte: elaborazioni, stime e previsioni USC su dati Istat
L’auspicato rasserenamento dell’orizzonte della fiducia, accennato sopra, comporta, dunque, una variazione positiva dei consumi attorno all’1%, una performance certo non disprezzabile, almeno in ottica di breve periodo. In ipotesi di svolgimento favorevole dello scenario macroeconomico è possibile recuperare i massimi del 2007 già alla fine del 2026.
La composizione dei consumi cambia secondo trend consolidati. Più tecnologia e comunicazioni, più servizi legati alla fruizione del tempo libero. E questo si verifica anche in un contesto di crescita modesta. È un indice di resilienza da parte delle famiglie.
Tab. 3 – I consumi sul territorio per grandi funzioni di spesa*
spesa pro capite a prezzi 2025 e var. % medie annue in termini reali
euro pro capite a prezzi 2025 Indice 1995=100 v.m.a. 2025/2024
Tempo libero1.187 1.134 1.351 1.348 121,3 137,7 -0,3
Mobilità e comunicazioni 4.195 3.633 3.787 3.873 139,0 128,3 2,2
Cura del sé 4.355 4.433 4.538 4.538 110,2 114,8 -0,1
Abbigliamento e calzature 1.213 1.179 1.121 1.115 108,3 99,5 -0,6
Casa 6.372 6.271 6.375 6.480 107,0 108,8 1,6
Pasti in casa e fuori casa 5.522 5.243 5.083 5.097 111,9 103,3 0,2
Alimentari e bevande 3.831 3.476 3.413 3.395 107,1 94,9 -0,6
Pubblici esercizi 1.696 1.766 1.671 1.702 125,2 125,7 1,8
Totale sul territorio economico 22.334 21.481 21.875 22.114 115,6 114,4 1,0
Nota: in corsivo alcune sotto-categorie che fanno parte della funzione di spesa; i dati espressi a valori concatenati non sono sommabili; il totale dei consumi differisce pertanto dalla somma delle sei macro-funzioni; le differenze aumentano nel tempo allontanandosi dall’anno di riferimento (2024).
* L’elenco completo della grandi funzioni di spesa è alla fine del presente documento.
Fonte: elaborazioni, stime e previsioni USC su dati Istat.
L’ultimo dato in basso a destra dice che la spesa totale pro capite in termini reali, fatto cento il 1995, è oggi pari a 114,4. Nell’ultima colonna gli indici superiori a questo parametro indicano attrattori di spesa, tanto più rilevanti quanto più elevato è il corrispondente indice (si veda il valore di oltre 3.000 per le apparecchiature informatiche e di comunicazione, cioè dai personal computer agli smartphone di ultima generazione).
Più che raddoppiati rispetto a trent’anni fa anche le spese per i servizi ricreativi e culturali.
Per quanto riguarda i pasti fuori casa – pubblici esercizi – e i servizi di alloggio – viaggi e vacanze – la lettura è più complessa. La Contabilità nazionale dice con chiarezza che il lungo termine sposta risorse su queste voci di spesa legate anche al turismo, ma che nel complesso in termini reali non si sono recuperati i livelli pre-pandemici. Da questi consumi, anche correlati all’incoming, passa una potenziale importante spinta alla crescita del PIL italiano nel prossimo biennio.
Male, invece, abbigliamento e calzature, su cui pesa una variazione strutturale della domanda, orientata oggi verso capi a minore valore intrinseco rispetto a una volta.
E’ importante sottolineare il ruolo del risparmio energetico dovuto alle innovazioni tecnologiche. Il consumo reale di elettricità, gas e altri combustibili si è ridotto del 35% circa. Ma, come noto, il prezzo unitario dell’energia è molto cresciuto.
La riduzione della spesa reale per l’alimentazione domestica ha radici note: demografia e servizi fuori casa comprimono questi consumi.
Nella tabella 4 vengono riportate le quote di spesa a prezzi correnti la cui importanza è data, al di là degli aspetti di costume sui cambiamenti della composizione sugli atteggiamenti di acquisto e consumo, dal fatto che indica il peso effettivo delle diverse voci sul budget di spesa corrente che mediamente una famiglia deve, può e vuole sostenere durante un anno. Si deve considerare che dentro le spese a prezzi correnti ci sono gli effetti delle variazioni assolute e relative dei prezzi di vendita.
Tab. 4 – La struttura dei consumi sul territorio
quote di spesa a prezzi correnti
Tempo libero 6,8 6,5 6,0 6,2 6,1
Prodotti audiovisivi e multimediali 1,6 1,3 1,0 1,2 1,1
Servizi ricreativi e culturali 2,5 2,4 2,7 2,7 2,6
Viaggi e vacanze 2,4 3,0 3,3 3,3 3,5
Mobilità e comunicazioni 18,0 20,0 17,9 17,6 17,5
Servizi di trasporto 1,6 1,5 1,9 1,7 1,8
Apparecchiature informatiche e di comunicazione 0,9 1,0 1,0 1,1 1,1
Cura del sé 23,2 21,0 20,6 20,8 20,5
Abbigliamento e calzature 7,4 6,4 5,9 5,2 5,0
Casa 25,8 27,5 29,4 29,0 29,3
Elettricità, gas e altri combustibili 4,4 4,1 3,7 3,7 3,7
Mobili ed elettrodomestici 6,5 5,4 4,7 4,9 4,8
Pasti in casa e fuori casa 23,7 22,1 22,9 23,0 23,0
Alimentari e bevande 17,6 15,1 14,9 15,5 15,4
Pubblici esercizi 6,1 6,9 7,9 7,5 7,7
Totale sul territorio economico 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: elaborazioni, stime e previsioni USC su dati Istat.
La prima considerazione riguarda l’energia: a fronte di una riduzione della spesa del 35% la quota corrente scende in trent’anni “solo” del 15%, cioè di sette decimi di punto percentuale assoluto. I prezzi sono cresciuti, come è noto. Aggiungendo affitti effettivi e imputati e il resto della gestione domestica si capisce che passare in trent’anni dal 25,8% a quasi un terzo della quota di spesa per l’abitazione costituisce il principale limite al pieno dispiego del benessere che le famiglie possono ritrarre dai consumi: queste spese sono infatti prevalentemente obbligate. La cura del sé resta un capitolo di spesa fondamentale ma le vicissitudini dell’importante voce abbigliamento e calzature ne comprimono la dinamica.
D’altro canto, le novità confortanti provengono dai servizi legati al tempo libero. Nell’ultimo biennio crescono le quote di spesa per i consumi fuori casa, per viaggi e vacanze e servizi di trasporto.
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