
(AGENPARL) – Tue 26 August 2025 https://www.aduc.it/articolo/stare+troppo+seduti+mette+rischio+funzioni_39714.php
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Stare troppo seduti mette a rischio le funzioni cognitive. Studio. Alzati per pensare
Un recente studio della Vanderbilt University (Usa), pubblicato sulla rivista scientifica, Alzheimer’s & Dementia, ha analizzato l’impatto della seduta prolungata sulla salute del cervello, mostrando che stili di vita troppo sedentari possono mettere a rischio funzioni cognitive e struttura cerebrale, anche in chi pratica regolarmente attività fisica.
Lo studio si è svolto nell’arco di sette anni e ha coinvolto 404 volontari con età pari o superiore a 50 anni.
Per misurare con precisione i tempi di attività e di sedentarietà, ogni partecipante ha indossato un dispositivo da polso. Durante il follow-up sono stati effettuati test neurologici, valutazioni psicologiche e scansioni cerebrali per monitorare eventuali cambiamenti cognitivi e morfologici.
L’87% dei volontari ha raggiunto la soglia minima di 150 minuti di esercizio moderato a settimana, in linea con le linee guida internazionali.
Nonostante ciò, chi trascorreva più ore in posizione seduta mostrava segni più marcati di declino cognitivo e di atrofia cerebrale.
In particolare, è stato documentato un assottigliamento significativo dell’ippocampo – misurata tramite risonanza magnetica ad alta risoluzione – che è l’area chiave per la memoria e tra le prime ad essere colpite colpite dall’Alzheimer.
È stata osservata anche una riduzione complessiva del volume cerebrale, cioè una riduzione della sostanza grigia o bianca, e un peggioramento delle capacità decisionali.
Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa cronica e progressiva che rappresenta la causa più comune di demenza. Colpisce prevalentemente persone sopra i 65 anni, ma può manifestarsi anche in età più giovane. I sintomi iniziali riguardano principalmente la memoria a breve termine, per poi estendersi alle funzioni cognitive e comportamentali.
I ricercatori sottolineano che interrompere regolarmente la seduta è un fattore di prevenzione indipendente dal semplice esercizio programmato.
«Ridurre il tempo di seduta può essere una strategia promettente per prevenire il deterioramento neurologico», spiega il team della Vanderbilt University.
«Non basta fare attività fisica una volta al giorno», aggiunge la neuroscienziata Marissa Gogniat, riferendosi alla necessità di integrare movimento frequente nel corso della giornata.
Alcuni consigli degli scienziati sono utili per evitare situazioni a rischio: alzarsi ogni 30–60 minuti e fare una breve passeggiata o alcuni esercizi di stretching; integrare postazioni di lavoro in piedi o scrivanie regolabili in altezza; sfruttare pause attive anche durante riunioni o telefonate; monitorare l’andamento quotidiano con app o wearable (tecnologie indossabili) dedicati.
Implementare questi piccoli accorgimenti aiuta a contrastare l’effetto dannoso della sedentarietà, migliorando non solo la salute fisica, ma anche le funzioni cognitive e la prevenzione di malattie neurodegenerative.
“E’ fondamentale studiare le scelte di stile di vita e l’impatto che hanno sulla salute del cervello”, ha sottolineato la dottoressa Angela Jefferson, coautrice dello studio universitario.
Lo studio aggiunge un tassello chiave alla conoscenza dei fattori di rischio per l’Alzheimer, invitandoci a ripensare non solo quanto ci muoviamo, ma anche come distribuiamo il movimento nell’arco della giornata.
In conclusione, i risultati sfidano la convinzione comune che l’attività fisica possa compensare completamente gli impatti dannosi di periodi di seduta prolungati. Oltre alla regolare attività fisica è di fondamentale importanza ridurre il tempo di sosta complessivo durante il giorno.
(articolo pubblicato su LaRagione del 26/08/2025)
Primo Mastrantoni, presidente comitato tecnico-scientifico di Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
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