
Il paniere dei consumatori sindacalizzati nella Republika Srpska per il mese di luglio, dal valore di 2.749,96 KM, rivela una cruda realtà: la vita è ridotta a una lotta per la sopravvivenza. La distribuzione della spesa mostra chiaramente che le famiglie dedicano la quasi totalità del loro reddito ai bisogni primari, a scapito di tutto il resto.
Una spesa sbilanciata
La fetta più grande del bilancio familiare, quasi la metà, è destinata al cibo, che incide per ben il 46,14% del paniere totale. Al secondo posto troviamo l’alloggio e le utenze, che rappresentano un ulteriore 24,26%. Sommando queste due voci, si scopre che oltre il 70% del budget mensile è assorbito da beni e servizi di prima necessità.
Altre spese sono notevolmente ridotte. I vestiti e le scarpe si fermano a circa l’8% del totale, mentre i trasporti incidono per l’8,21%. I dati più preoccupanti riguardano l’igiene e l’assistenza sanitaria, che si fermano a un modesto 4,20%, e l’istruzione e la cultura, che ottengono un simbolico 3,33%, meno di 100 KM al mese.
Un confronto con l’Europa
Questo modello di spesa contrasta drasticamente con quello dei Paesi europei più sviluppati, dove la spesa per l’alimentazione si attesta tra il 10% e il 15% del bilancio. In quei contesti, la maggior parte del reddito viene investita in istruzione, cultura, tempo libero e in generale per il miglioramento della qualità della vita. La distribuzione della spesa nella Republika Srpska evidenzia una popolazione intrappolata in un circolo vizioso, dove il reddito non è sufficiente per investire nel proprio benessere e futuro.