
Il 24 agosto 2025 abbiamo incontrato l’Onorevole Marinella Pacifico, già Senatrice della Repubblica, Segretario di Schengen, Presidente dell’Unione Interparlamentare Italia–Tunisia e componente della Commissione Esteri. Una figura istituzionale di lungo corso, che negli ultimi mesi si è distinta per le sue posizioni critiche nei confronti dell’attuale esecutivo guidato da Giorgia Meloni.
In questa intervista, la senatrice Pacifico non risparmia accuse severe al governo: dalle tensioni diplomatiche innescate dalle dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini, alle riforme mancate su pensioni e infrastrutture, fino alle scelte di politica estera che, a suo avviso, mettono a rischio la stabilità economica e democratica del Paese.
Con un linguaggio diretto e senza sconti, Pacifico definisce l’esperienza del governo Meloni «un disastro economico e un pericolo per la democrazia», lanciando un appello a cambiare rotta prima che – sostiene – l’Italia precipiti in una crisi profonda.
Domanda. Senatrice Pacifico, lei ha recentemente rilasciato una dichiarazione molto dura contro il governo Meloni e, in particolare, contro il vicepremier Matteo Salvini. Può spiegarci il motivo di questa presa di posizione?
Pacifico: Certo. La mia denuncia nasce dall’esasperazione di fronte a un governo che, invece di affrontare i problemi concreti degli italiani, si perde in provocazioni e propaganda. Prendiamo Salvini: anziché rassicurare il popolo italiano sulle intenzioni dell’esecutivo di cui fa parte, si diverte a insultare Macron, chiamandolo “Ma Ron”. È una pagliacciata che ha già causato un incidente diplomatico con la Francia, costringendo il nostro ambasciatore a giustificarsi. Questo non è governare, è buttare tutto in caciara per nascondere i suoi fallimenti.
Domanda. A quali fallimenti si riferisce esattamente?
Pacifico: Parliamo di pensioni e infrastrutture, due settori che Salvini avrebbe dovuto rivoluzionare e che invece sono fermi al palo. Non c’è una riforma pensionistica degna di questo nome, lasciando milioni di italiani nell’incertezza. Sul fronte infrastrutture, il suo unico cavallo di battaglia è il Ponte sullo Stretto di Messina, un progetto irrealizzabile sbandierato come specchietto per le allodole, mentre strade, ferrovie e scuole cadono a pezzi. E ora si inventa queste “supercazzole” di politica estera per distrarre l’attenzione. È inaccettabile.
Domanda. Lei ha anche criticato le scelte di politica estera del governo, in particolare della premier Meloni. Può approfondire?
Pacifico: Assolutamente. Giorgia Meloni ha firmato un accordo per il riarmo europeo, impegnandosi a portare la spesa militare al 5% del PIL. È una follia che rischia di mandare in tilt il bilancio pubblico, già fragile, senza contare che contraddice l’articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra. E poi c’è l’accettazione dei dazi americani al 15%, che penalizzano le nostre imprese, e l’esenzione fiscale alle Big Tech, un regalo ai colossi stranieri a scapito delle nostre PMI. È un disastro economico che sembra ignorare le esigenze degli italiani.
Domanda. Nella sua dichiarazione, ha accennato anche al rischio di una terza guerra mondiale. È un timore concreto?
Pacifico: Purtroppo sì. La proposta di estendere garanzie simili all’articolo 5 della NATO all’Ucraina è un gioco pericoloso. Anche se Meloni esclude l’invio di truppe, questa apertura ci avvicina a un’escalation militare globale. Il piano “Readiness 2030” di von der Leyen, che il governo appoggia, sembra ignorare i rischi di un conflitto su larga scala. Non possiamo permetterci di essere trascinati in una terza guerra mondiale per scelte avventate.
Domanda. Un altro punto che ha sollevato è il silenzio del governo sulla crisi di Gaza. Perché lo definisce una “vergogna”?
Pacifico: Perché è esattamente questo: una vergogna. Di fronte a quello che io definisco un genocidio in atto a Gaza, il governo italiano si limita a parole di circostanza. Meloni esprime “preoccupazione” e chiede a Hamas di rilasciare gli ostaggi, ma non propone nulla di concreto per un cessate il fuoco o per garantire aiuti umanitari. È un’inerzia che ci rende complici di una tragedia e mina la nostra credibilità come Paese che dovrebbe promuovere pace e solidarietà.
Domanda. Lei ha anche espresso preoccupazioni per la democrazia. In che modo il governo rappresenta un pericolo?
Pacifico: Questo governo è un caos. Le divisioni tra Meloni, Tajani e Salvini sono evidenti: il vicepremier agisce come un battitore libero, ignorando i richiami della premier a una voce unica in politica estera. Questa mancanza di coordinamento crea instabilità istituzionale e alimenta sfiducia nei cittadini. La retorica militarista e nazionalista di Meloni, con frasi come “Si vis pacem, para bellum”, polarizza la società e soffoca il pluralismo. Se continuiamo su questa strada, rischiamo di erodere i principi democratici su cui si fonda il nostro Paese.
Domanda. Qual è il suo messaggio finale agli italiani?
Pacifico: Il governo Meloni sta portando l’Italia verso un precipizio economico, sociale e democratico. Le provocazioni di Salvini e le scelte ambigue di Meloni non risolvono i problemi, ma li aggravano. Gli italiani meritano un governo che metta al primo posto i loro interessi, non la propaganda. È ora di cambiare rotta, prima che sia troppo tardi.