
(AGENPARL) – Wed 20 August 2025 Losacco (Aspat): se si vuole realmente tutelare i cittadini (e non le
strutture accreditate) c’è una scelta immediata: revocare dgr sui tetti di
spesa
“L’ Aspat Basilicata, dopo aver preso atto delle recenti dichiarazioni
dell’assessore regionale Cosimo Latronico sui criteri per l’assegnazione
dei budget 2025 alle strutture sanitarie private accreditate, pur nel
rispetto istituzionale, esprime le proprie perplessità e invita nuovamente
la Regione ad adottare provvedimenti che si basino sul reale fabbisogno
prestazionale della Specialistica Ambulatoriale e delle aree sanitarie
correlate”. A sostenerlo è la presidente Aspat Basilicata Antonia Losacco.
“In nome di una presunta “appropriatezza”, si rischia di creare un sistema
che non ha come obiettivo la cura dei cittadini, ma unicamente un illusorio
controllo della spesa. La programmazione sanitaria, invece, deve garantire
i bisogni di salute dei cittadini secondo i Livelli Essenziali di
Assistenza, anche attraverso una copertura adeguata. Da troppi anni la
Regione Basilicata – aggiunge Losacco – affronta questo tema basandosi su
un Tetto di spesa storico insufficiente e ingiusto, che viene assegnato
indipendentemente dalla capacità erogativa delle strutture per il
soddisfacimento del fabbisogno. Questo approccio non tiene conto
dell’evoluzione delle esigenze di salute della popolazione che dovrebbe
essere l’obiettivo centrale per garantire la continuità assistenziale
durante tutto l’anno.
La dgr n. 473 del 5 agosto sottrae, addirittura, risorse al settore della
Fisiokinesiterapia (FKT) senza un progetto condiviso, giustificando la
scelta con un vago “fattore di riequilibrio territoriale”. L’ Aspat B.
segnala all’assessore che una tale generica riduzione, data la già
insufficiente offerta pubblica, pregiudicherà gravemente il servizio (dati
di CREA Sanità preordinati alla determinazione del fabbisogno), in più,
alcune strutture, secondo le previsioni di calcolo, potrebbero ricevere
risorse superiori alla loro capacità di erogazione determinando uno spreco
di denaro e contribuendo a rendere il Sistema ancor più inefficiente e
iniquo. Ciò, oltre a demotivare le strutture a cui non viene riconosciuto
né il legittimo fabbisogno distrettuale erogato, né i loro sforzi economici
e qualitativi – aggiunge Losacco – aumenterà il contenzioso già esistente
di cui l’assessore sembra incolpare ingiustamente i soli centri privati.
Le strutture ambulatoriali ex art. 25 vivono ogni giorno le difficoltà
causate da risorse non sufficienti a coprire i bisogni reali dei cittadini
e pur condividendo l’obiettivo principale del governo regionale di
abbattere le Liste d’attesa, l’Aspat B. teme che senza una Programmazione
adeguata e condivisa, il prossimo provvedimento annunciato, si traduca in
un ulteriore favore solo per alcune aree.
Purtroppo gli innumerevoli appelli delle associazioni di categoria per
offrire il loro contributo partecipativo sono rimasti inascoltati e le
decisioni sono state imposte dall’alto, sebbene ora, l’assessore si sia
detto disponibile al confronto, l’Aspat B. auspica non solo un incontro, ma
chiede l’immediata ripresa dei lavori dei Tavoli regionali permanenti sulla
sanità privata, già istituiti con D.D. n.15/2023. Questi tavoli, distinti
per branca, devono affrontare urgentemente non solo le grandi questioni, ma
anche le problematiche quotidiane delle strutture.
Per garantire Appropriatezza e Qualità delle cure, Aspat chiede un reale
cambiamento con l’adozione di nuovi Provvedimenti basati sui fabbisogni e
un Tetto Complessivo che includa anche le risorse della ex Clinica
Luccioni, non si può continuare a parlare di efficienza senza garantire
rimborsi equi e servizi di qualità.
Gli ultimi provvedimenti adottati testimoniano un sistema che perpetua
logiche superate, creando “isole felici” come l’ambulatoriale ex art. 26 e
favorendo il bacio della “dea bendata” ad alcune strutture della
specialistica ex art. 25.
Per Losacco la revoca della dgr n. 473/2025 le cui tabelle dimostrano che
diverse strutture hanno già raggiunto il tetto di spesa che sarà loro
assegnato ad anno ampiamente inoltrato, e’ inevitabile, in quanto esse non
potranno più erogare prestazioni per conto del Servizio Sanitario Regionale
e questa condizione causerà enormi disagi ai cittadini lucani, oltre a una
crisi occupazionale. Condividiamo appieno quanto dichiarato infine
dall’assessore, anzi riteniamo che sia un obiettivo comune quello di non
tutelare solo gli interessi dei singoli centri operatori, ma partire dall’
impegno concreto di rispondere soprattutto ai fabbisogni dei cittadini
lucani. L’ uso corretto delle risorse passa attraverso un Sistema Sanitario
Regionale che non deve essere visto come un’eredità da gestire, ma
un’opportunità da costruire giorno dopo giorno con impegno e
professionalità per il benessere di tutti.