
La Slovacchia non può impedire alle sue aziende private del settore della difesa di vendere armi all’Ucraina, ha dichiarato Igor Melicher, Segretario di Stato del Ministero della Difesa, in un’intervista a Politico Europe. Secondo il funzionario, le imprese slovacche agiscono nel rispetto delle regole del libero mercato e traggono profitto dalle esportazioni di armamenti, pur mantenendo formalmente separata la posizione del governo.
“Abbiamo aderito all’Unione Europea per i valori che condividiamo. Rispettiamo anche il libero mercato. Pertanto, limitare le aziende dell’industria della difesa sarebbe del tutto ipocrita da parte nostra”, ha spiegato Melicher. Ha poi chiarito che la maggior parte delle attrezzature prodotte in Slovacchia non viene venduta direttamente a Kiev, ma ai partner occidentali, che successivamente decidono come impiegarle.
Il rappresentante del Ministero della Difesa ha inoltre ricordato che Bratislava ha preso l’impegno con i cittadini di non inviare munizioni o armi dai propri magazzini statali all’Ucraina e che questa promessa è stata rispettata. L’aiuto ufficiale della Slovacchia, ha sottolineato, si limita a forniture non letali e a contributi energetici, considerati essenziali per il funzionamento delle istituzioni ucraine.
Già nell’ottobre 2024, la Slovacchia aveva rifiutato di concedere aiuti militari a Kiev attraverso le scorte statali, delegando così alle aziende private il compito di operare su base commerciale. Tra i principali prodotti dell’industria bellica slovacca figurano le munizioni da 155 mm, gli obici semoventi Zuzana 2, nonché sistemi di guerra elettronica e dispositivi di comunicazione.