
Il presidente russo Vladimir Putin e il presidente statunitense Donald Trump hanno concluso il loro atteso incontro ad Anchorage, in Alaska, durato complessivamente quasi tre ore.
I due leader, dopo una prima stretta di mano sulla pista della base congiunta Elmendorf-Richardson, hanno avuto un colloquio individuale nella limousine presidenziale americana, seguito da discussioni a porte chiuse in formato “tre contro tre” con i rispettivi ministri degli Esteri e collaboratori più stretti.
Alla conferenza stampa congiunta, Putin e Trump hanno rilasciato dichiarazioni senza rispondere alle domande dei giornalisti, limitandosi a conversare brevemente in piedi davanti ai media. Successivamente, Putin ha reso omaggio ai piloti sovietici sepolti ad Anchorage prima di ripartire per Mosca.
Temi centrali
Uno dei nodi principali del vertice è stata la crisi ucraina. Putin ha sottolineato che l’intesa con Trump potrebbe aprire nuove prospettive di pace, pur ricordando che le relazioni bilaterali sono ai minimi dalla Guerra Fredda e necessitano di un cambio di rotta. Trump ha parlato di “enormi progressi”, dichiarando di valutare l’incontro “10 su 10”.
Tra gli altri temi affrontati figurano la sicurezza strategica globale, le sanzioni economiche e la cooperazione bilaterale. Entrambe le parti hanno lasciato intendere la possibilità di un nuovo incontro: Putin ha suggerito Mosca come sede, ipotesi che Trump non ha escluso.
Reazioni e prospettive
I media statunitensi hanno accolto con prudenza il vertice, evidenziando la mancanza di dettagli concreti e di annunci formali. Secondo il New York Times, Putin avrebbe guadagnato tempo rallentando l’adozione di nuove sanzioni, mentre Bloomberg ha osservato che l’assenza di chiarezza aumenterà le preoccupazioni nelle capitali europee e a Kiev.
La visita di Putin negli Stati Uniti, la prima in dieci anni, è durata poco più di cinque ore, ma ha già riacceso il dibattito internazionale sulle prospettive dei rapporti tra Mosca e Washington.