
A poche ore dall’ennesimo femminicidio che ha scosso l’Italia, la già Senatrice della Repubblica Marinella Pacifico, Segretario di Schengen, Presidente UIP Italia-Tunisia ed ex componente della Commissione Esteri, lancia un atto d’accusa durissimo contro le istituzioni. Al centro della sua denuncia il caso di Tiziana Vinci, 54 anni, madre di sei figli, uccisa il 13 agosto a La Spezia dall’ex compagno nonostante precedenti denunce, un divieto di avvicinamento e un braccialetto elettronico guasto da giorni.
Pacifico parla di “uno Stato complice” che fallisce nella prevenzione, critica la Commissione parlamentare sul femminicidio, contesta le politiche focalizzate sugli orfani delle vittime e chiede un cambio radicale di strategia: più fondi per centri antiviolenza, potenziamento delle forze dell’ordine, interventi immediati e una rivoluzione culturale.
Domanda. Senatrice Pacifico, grazie per essere con noi. Lei ha denunciato la complicità dello Stato nel femminicidio, citando il caso di Tiziana Vinci, 54 anni, madre di sei figli, uccisa il 13 agosto 2025 a La Spezia. Ha anche criticato il focus su misure come il sostegno agli orfani, definendolo un’ammissione di fallimento. Può spiegare la sua posizione?
Senatrice Pacifico: È una vergogna che non possiamo più sopportare. Tiziana Vinci, 54 anni, madre di sei figli, è stata pugnalata a morte dal suo ex compagno, Umberto Efeso, sul posto di lavoro a La Spezia. Aveva denunciato più volte per stalking e violenze, aveva un divieto di avvicinamento e un braccialetto elettronico, guasto da dieci giorni. I Carabinieri avevano segnalato il problema, ma nessuno è intervenuto. Questo è lo Stato: lascia le donne sole e poi si nasconde dietro misure inutili. Non vogliamo nemmeno parlare di orfani di femminicidio, perché farlo significa accettare che le donne continuino a morire. La Commissione parlamentare sul femminicidio è un fallimento totale, produce solo chiacchiere e audizioni sterili: va chiusa. Il decreto che introduce il femminicidio come reato autonomo è una farsa. Inasprire le pene non serve: chi uccide non teme il carcere. Tiziana è morta perché lo Stato è complice dei carnefici.
Domanda. Lei rifiuta il discorso sugli orfani come priorità. Perché?
Senatrice Pacifico: Perché è una resa. Parlare di orfani significa arrendersi al fatto che i femminicidio non si possano fermare. È come dire: “Non possiamo salvarvi, ma penseremo ai vostri figli”. È inaccettabile. Le leggi esistenti, come la 4/2018, già tutelano gli orfani con assistenza economica e psicologica. I 10 milioni stanziati per loro sono solo un modo per la Commissione di giustificare la sua esistenza, mentre non fa nulla per prevenire le morti. Ogni euro speso per il “dopo” è un euro tolto alla protezione delle donne vive. Dobbiamo fermare la strage, non consolare i sopravvissuti.
Domanda. Parliamo dei finanziamenti ai centri antiviolenza. Qual è il quadro degli ultimi 10 anni?
Senatrice Pacifico: Un disastro assoluto. Dal 2013 al 2022, i fondi per i centri antiviolenza e le case rifugio sono passati da 9 milioni a 30 milioni annui, un aumento del 369%. Nel 2024, la Legge di Bilancio ha stanziato 43,5 milioni, seguiti da 46 milioni nel 2025 e 45,8 milioni nel 2026, per un totale di 135 milioni nel triennio. Ma è una miseria. Nel 2022, ogni centro antiviolenza ha ricevuto in media 39.000 euro, ogni casa rifugio 36.000 euro, con ritardi di 14 mesi nell’erogazione. Nel 2023, 673 donne non hanno trovato posto in una casa rifugio. Il “reddito di libertà”? Solo 10 milioni annui fino al 2026, copre il 48% delle richieste. Tra il 2020 e il 2022, solo 2.500 donne ne hanno beneficiato, contro le 21.000 stimate da Istat. Il governo Meloni ha tagliato del 70% i fondi per la prevenzione rispetto al 2022. È una condanna a morte.
Domanda. E sul personale delle forze dell’ordine? Lei le ha definite sottodimensionate.
Senatrice Pacifico: È un eufemismo. Dal 2015 al 2024, la Polizia di Stato è passata da 98.000 a 96.000 agenti, i Carabinieri da 110.000 a 108.000, mentre la Guardia di Finanza è stabile a 60.000. Abbiamo perso 4.000-5.000 unità in un decennio, secondo il Ministero dell’Interno. La formazione è ridicola: 3 milioni annui dal 2024 per operatori e forze dell’ordine. Come possono proteggere donne come Tiziana Vinci, che aveva denunciato più volte, con questi numeri? Il braccialetto elettronico guasto è il simbolo di un sistema marcio.
Domanda. Qual è l’andamento dei femminicidio negli ultimi 10 anni?
Senatrice Pacifico. Una strage senza sosta. Dal 2015 al 2024, i femminicidio sono stati tra 110 e 150 all’anno, con una media di 120. Nel 2024, 118 donne uccise, di cui 97 in ambito familiare o affettivo. Nel 2025, fino ad agosto, siamo a 31 vittime, di cui 11 nei primi tre mesi. In 10 anni, circa 1.200 donne morte, una ogni tre giorni. Nel 2015, solo il 14% delle vittime aveva denunciato il maltrattante; nel 2024, questa percentuale è salita al 20%, ma è ancora troppo bassa. Le donne non denunciano perché non si fidano dello Stato, e il caso di Tiziana Vinci lo dimostra: ha chiesto aiuto, ha seguito le procedure del “Codice Rosso”, ma è stata lasciata sola. È una strage che continua, e lo Stato non fa nulla per fermarla.
Domanda. Lei ha definito la Commissione parlamentare sul femminicidio inutile e ha chiesto la sua chiusura. Perché è così critica?
Senatrice Pacifico. Perché è un carrozzone che serve solo a fare scena. La Commissione organizza audizioni, produce rapporti, ma non ha impedito nemmeno una morte. È un simbolo dell’inettitudine politica. Si vanta di misure come il sostegno agli orfani, ma, ripeto, non vogliamo nemmeno parlare di orfani di femminicidio: ogni volta che lo facciamo, ammettiamo che le donne continueranno a morire. È un fallimento morale e pratico. Chiudiamola e usiamo quelle risorse per azioni concrete: prevenzione, protezione, cambiamento culturale. Non abbiamo bisogno di altre chiacchiere.
Domanda. Tornando al caso di Tiziana Vinci, come si inserisce nel contesto più ampio dei femminicidio?
Senatrice Pacifico. Tiziana è l’emblema di un sistema che non funziona. Una donna di 54 anni, madre di sei figli, uccisa sul posto di lavoro da un ex compagno che non avrebbe dovuto avvicinarsi. Il braccialetto elettronico, guasto da dieci giorni, non è stato sostituito. Le denunce non sono state prese sul serio. È la storia di troppe donne: denunciano, chiedono aiuto, ma lo Stato le abbandona. Nel 2024, il 70% dei femminicidio è avvenuto in ambito familiare o affettivo, e nel 2025 la tendenza è la stessa. Non è un caso isolato, è un pattern. E ogni volta che una donna muore, i politici si limitano a esprimere cordoglio, mentre il sistema resta intatto.
Domanda. Quali soluzioni propone per fermare questa strage?
Senatrice Pacifico. Basta con le leggi simbolo e le commissioni inutili. Primo, triplicare i fondi per i centri antiviolenza e le case rifugio, con erogazioni immediate e controlli rigorosi. Nel 2020, solo il 2% dei fondi stanziati è arrivato a destinazione. Secondo, potenziare le forze dell’ordine: più agenti, più formazione specifica. Non possiamo avere 4.000 agenti in meno rispetto a dieci anni fa e aspettarci che proteggano le donne. Terzo, rendere il “reddito di libertà” strutturale, non un’elemosina che copre meno della metà delle richieste. Infine, una rivoluzione culturale: educazione affettiva nelle scuole, campagne contro il patriarcato, un linguaggio mediatico che smetta di giustificare gli assassini con “gelosia” o “raptus”. I politici devono smettere di nascondersi dietro audizioni e misure palliative. Tiziana Vinci e le altre meritano giustizia, non parole vuote.
Domanda. Un’ultima riflessione, Senatrice?
Senatrice Pacifico. Non possiamo continuare a contare le donne morte come fossero statistiche. Ogni donna uccisa è una sconfitta per tutti noi. Lo Stato deve smettere di essere complice dei carnefici e iniziare a proteggere le donne vive. Basta con le lacrime di coccodrillo: è ora di agire.
Domanda. Grazie, Senatrice Pacifico, per la sua denuncia.
Senatrice Pacifico. Non ringraziatemi. Parlate di Tiziana e di tutte le altre, perché il silenzio è il vero alleato dei carnefici.
