
(AGENPARL) – Tue 12 August 2025 Onorevole Marinella Pacifico
già Senatrice della Repubblica, Segretario di Schengen, Presidente UIP Italia-Tunisia e componente commissione Esteri.
Comunicato Stampa: “ Prove Invalsi, Pacifico: che ipocrisia stupirsi del divario tra competenze e voti”.
12 agosto 2025
È bene che i cittadini italiani sappiano che non si può più tacere di fronte al disastro che sta travolgendo la nostra scuola pubblica, un bene comune che questo governo sta demolendo con tagli spietati e politiche che favoriscono spudoratamente il privato. I dati INVALSI 2025, presentati il 9 luglio 2025 alla Camera dei Deputati, sono una condanna senza appello: il 48% degli studenti esce dalle superiori senza competenze adeguate in italiano, il 51% in matematica, un netto peggioramento rispetto al 2024 (44% in italiano, 48% in matematica) e un calo del 2-3% in italiano e 4-5% in matematica rispetto al 2019. Non possiamo cadere dalle nuvole per questa divergenza al ribasso tra i voti alti attribuiti dai docenti e le performance reali degli studenti. Gli insegnanti, vessati, bullizzati e privati di ogni mezzo per difendersi a causa di stipendi miserrimi e dirigenza indifferente sono costretti a usare l’unico strumento a loro disposizione: il voto positivo. È una forma di autodifesa in un sistema che li umilia, li sovraccarica di burocrazia e li lascia senza risorse per una didattica di qualità.
In Italia, un docente con 15 anni di esperienza guadagna in media 32.306 euro lordi annui, tra i più bassi d’Europa, mentre i dirigenti scolastici superano gli 82.000 euro, creando il divario retributivo più ampio del continente. Solo il 12% degli insegnanti si sente valorizzato, e il “27% non riceve mai feedback sul proprio lavoro”. Con un quarto dei docenti precari, esposti a pressioni continue e privi di stabilità, come possiamo aspettarci una scuola all’altezza? I tagli al bilancio dell’istruzione rendono il quadro ancora più drammatico: il DPCM del 4 novembre 2022 ha sottratto 28 milioni di euro nel 2023, 39 milioni nel 2024 e 49 milioni nel 2025, per un totale di 116 milioni in tre anni. La Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2025) aggiunge un’ulteriore mazzata, con una riduzione di 40 milioni annui per tre anni (0,08% del bilancio del MIM) e tagli al personale: 5.660 posti docente dal 2025/2026 e 2.174 posti ATA dal 2026, giustificati con il calo demografico ma in realtà un attacco diretto alla scuola pubblica.
Mentre si strangola la scuola pubblica, i finanziamenti alle scuole private esplodono: 626 milioni nel 2022, 676 milioni nel 2023, 750 milioni nel 2024, e per il 2025/2026 sono stati stanziati 750 milioni di euro, di cui 500 milioni per tutte le scuole paritarie, 163,4 milioni per studenti con disabilità e 90 milioni per le scuole dell’infanzia, con un incremento di 50 milioni rispetto al 2024 e di 10 milioni annui dal 2026 (Legge di Bilancio 2025). È stato proposto anche un “bonus paritarie” fino a 1.500 euro per famiglie con ISEE sotto i 40.000 euro, con un fondo di 65 milioni annui dal 2026, per spingere le famiglie verso il privato. In Piemonte, la Regione ha stanziato 7,7 milioni per le scuole paritarie dell’infanzia nel 2024/2025, una scelta che i sindacati definiscono “discriminante”. Intanto, la scuola pubblica crolla: strutture fatiscenti, organici ridotti, dispersione scolastica implicita all’8,7% e studenti “eccellenti” scesi dal 15,1% al 12,3%. I divari territoriali si allargano: nel Sud, meno della metà degli studenti di terza media accede alle superiori con competenze adeguate, contro il 62% del Centro-Nord.
L’Australia ci mostra dove porta questa strada: gli insegnanti delle scuole pubbliche scioperano contro salari inadeguati (52.000 euro nel New South Wales) e condizioni insostenibili, mentre il governo destina 12 miliardi di AUD alle scuole private, creando un’istruzione a due velocità. In Italia, la Legge 86/2024, attuata dall’anno scolastico 2024/2025, introduce la regionalizzazione dell’istruzione, delegando alle regioni la gestione di risorse e personale. Questo frammenta il sistema, con regioni ricche come Lombardia e Veneto che prosperano e regioni povere come Calabria e Sicilia abbandonate, con divari fino a 23 punti in matematica tra Nord e Sud.
Questo governo ha un piano chiaro: smantellare la scuola pubblica per favorire il privato, violando l’articolo 33 della Costituzione. È inaccettabile che gli insegnanti, umiliati e senza mezzi, siano costretti a sopravvivere con il voto positivo come unica arma di difesa. Invoco ancora i sindacati di organizzare uno sciopero a oltranza per chiedere con forza investimenti immediati: salari dignitosi per i docenti, stabilizzazione dei 250.000 precari, risorse per ridurre i divari territoriali e rinnovare le infrastrutture. Non si può finanziare la scuola privata mentre la scuola pubblica muore. Purtroppo occorre ancora lottare per l’ovvio: un’istruzione equa, inclusiva e di qualità che assicuri un futuro ai giovani e all’Italia. Lo dichiara l’Onorevole Marinella Pacifico, già Senatrice della Repubblica.