
(AGENPARL) – Thu 07 August 2025 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
Comunicato stampa
7 agosto 2025
Somalia: Save the Children, oltre 11.000 bambini sfollati a causa dei combattimenti che stanno isolando il distretto di Mahaas
L’Organizzazione sottolinea la necessità di assistenza immediata per rispondere a bisogni essenziali della popolazione come alloggi di emergenza, beni non alimentari, cibo e acqua, servizi sanitari mobili e di protezione, incluso il supporto psicosociale.
In Somalia centrale gli scontri tra milizie locali, forze governative e gruppi armati non statali nella regione di Hiraan – intensificatisi negli ultimi due mesi con una significativa escalation il 27 luglio scorso – hanno causato lo sfollamento di oltre 22.800 persone[1] nel solo distretto di Mahaas. Più della metà, circa 11.000, sono bambini[2]. Gli sfollati vivono nei villaggi vicini presso famiglie ospitanti, in condizioni di sovraffollamento o in campi aperti senza alcun servizio essenziale. Lancia l’allarme Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
L’Organizzazione sottolinea, inoltre, la preoccupazione per la sospensione di 21 centri sanitari supportati da Save the Children, a causa del conflitto in corso. Tra questi, un centro di stabilizzazione per bambini affetti da malnutrizione acuta grave.
Al momento dell’escalation dei combattimenti, oltre 150 bambini che ricevevano cure per malnutrizione acuta grave a Mahaas e nei villaggi circostanti, sono stati costretti a fuggire con le loro famiglie a Bulo Burte e Beledweyne dove, gli operatori di Save the Children stanno cercando di rintracciarli per riattivare le cure.
Il conflitto, inoltre, ha causato danni alle fonti d’acqua, ostruito le strade e portato a un significativo aumento dell’insicurezza alimentare. Le famiglie, infatti, hanno perso l’accesso a pascoli, mercati e acqua pulita.
Donne, bambini e gruppi vulnerabili di persone non hanno alloggi dignitosi e soffrono di disagio psicologico. Save the Children sottolinea inoltre la forte preoccupazione per le crescenti segnalazioni di giovani reclutati da entrambe le parti per combattere.
Negli ultimi due mesi, secondo i partner umanitari e le autorità locali, in Somalia centrale e meridionale il conflitto ha causato lo sfollamento di circa 100.000 persone nelle regioni di Hiraan e Gedo, mettendo ulteriormente a dura prova le già limitate risorse locali, con carenza di alloggi, cibo, acqua pulita e assistenza sanitaria.
Per l’Organizzazione il recente sfollamento grava ulteriormente su una comunità già messa a dura prova da una grave siccità che ha portato a un forte aumento della malnutrizione, mentre l’accesso ai servizi sanitari salvavita risulta sempre più limitato a causa dei tagli agli aiuti. Dall’inizio di quest’anno, infatti, nella regione di Hiran 32 strutture sanitarie supportate da Save the Children sono state chiuse a causa dei tagli agli aiuti.
“Siamo preoccupati che nella regione di Hiran il conflitto abbia interrotto i servizi salvavita per i bambini, soprattutto per quelli in cura per malnutrizione e che siano stati costretti a fuggire dai centri sanitari con le loro famiglie. Finora non sono stati forniti aiuti umanitari significativi, il che evidenzia l’urgente necessità di un’assistenza umanitaria coordinata e senza impedimenti, per rispondere a bisogni indispensabili. Save the Children ha constatato che le famiglie sfollate che arrivano a Beledweyne, spesso senza cibo, riparo o beni di prima necessità, si trovano ad affrontare gravi condizioni umanitarie. La maggior parte vive in insediamenti di fortuna sovraffollati, con un supporto limitato da parte delle comunità ospitanti, già in difficoltà. C’è urgente bisogno di alloggi, cibo, acqua, servizi sanitari e di protezione, in particolare per i gruppi vulnerabili come donne, bambini e anziani” dichiara Mohamud Mohamed Hassan, Direttore di Save the Children in Somalia.
C’è bisogno di assistenza immediata per rispondere a bisogni essenziali. Ciò include la distribuzione di alloggi di emergenza e di beni non alimentari, cibo e acqua, l’impiego di servizi sanitari mobili e servizi di protezione, incluso il supporto psicosociale. Gli operatori umanitari dovrebbero coordinarsi con le autorità locali e le comunità ospitanti per garantire interventi inclusivi e mirati, pianificando al contempo interventi di recupero tempestivi, come istruzione e mezzi di sussistenza, per sostenere la resilienza a lungo termine nelle comunità.
Save the Children opera in Somalia e nel Somaliland dal 1951 e ha programmi a supporto dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione e delle esigenze alimentari dei bambini in tutto il Paese. Lo scorso anno ha raggiunto 3,2 milioni di persone, tra i quali 1,9 milioni di minori.
[1]Fonte: UNHCR Somalia. Protection and Solutions Monitoring Network (PSMN) – (luglio 2025). UNHCR, Somalia.
[2] Il numero totale di bambini sfollati emerge da una stima basata sulla percentuale di bambini in una famiglia media somala. Secondo il governo, una famiglia media è composta da 6,7 persone e almeno il 51% di loro ha meno di 15 anni. Secondo l’allarme di UNHCR, almeno 308 famiglie, ovvero 22.800 persone, sono state sfollate da Mahaas, il che significa che almeno 11.628 di loro sono bambini.
Inviato con Unsubscribe | Disiscriviti