
Il giacimento petrolifero di Sharara, il più grande della Libia, ha segnato un importante traguardo raggiungendo il suo picco di produzione degli ultimi sette anni. L’operatore Akakus Oil Operations ha confermato questa settimana che il campo produce ora una media di circa 310.970 barili al giorno.
Un aumento frutto di investimenti
Questo significativo aumento della produzione è il risultato di una campagna di potenziamento che ha visto la riattivazione di diversi pozzi a luglio. In particolare, il 30 luglio è stato riattivato il pozzo H-49, che da solo ha aggiunto circa 1.450 barili al giorno alla produzione complessiva. L’Akakus Oil Operations ha annunciato che altri dati verificati sui volumi aggiuntivi sono attesi entro la fine del mese, alimentando l’ottimismo per ulteriori miglioramenti.
Situato nel bacino di Murzuq, nel sud-ovest della Libia, Sharara è la spina dorsale dell’industria petrolifera libica. Al ritmo attuale, il giacimento contribuisce a quasi un quarto della produzione nazionale di greggio, che la National Oil Corporation (NOC) ha stimato di recente a circa 1,3 milioni di barili al giorno.
Impatto economico e prospettive future
Per la Libia, l’aumento della produzione si traduce in maggiori entrate in valuta pregiata, un fattore cruciale in un momento in cui le finanze pubbliche sono ancora sotto pressione. Gli esperti del settore energetico sottolineano che un incremento di 10.000 barili al giorno a Sharara può generare decine di milioni di dollari in entrate mensili aggiuntive, a seconda dei prezzi globali del petrolio.
Secondo i funzionari governativi, la stabilizzazione della produzione petrolifera è una priorità assoluta dopo anni di interruzioni dovute a conflitti e danni alle infrastrutture. Il nuovo slancio di Sharara è quindi un segnale molto incoraggiante, non solo per i lavoratori del settore, ma anche per l’intera economia nazionale che dipende in larga misura dalle esportazioni di idrocarburi.
