
(AGENPARL) – Wed 06 August 2025 COMUNICATO STAMPA
Calano i nuovi nati anche in Francia. Più che nuove politiche,
serve una nuova fiducia
Tra i Paesi con le politiche più “a favore di famiglia”, anche la Francia deve affrontare una
preoccupante denatalità. Forse è davvero arrivata l’ora di ripensare l’approccio alla vita, e non solo
inventare nuovi incentivi economici e politici
Mezzano di San Giuliano Milanese – 6 agosto 2025
Quando si parla di denatalità (ahimé, ormai da diversi anni), spesso si cita la Francia come modello
di Paese le cui politiche hanno saputo aiutare le famiglie e, di conseguenza, evitare o, meglio,
rallentare, il drastico calo dei nuovi nati che colpisce molti Paesi, Italia in testa.
Forse la cosa valeva in passato (secondo i dati più recenti la Francia ha pur sempre uno dei tassi di
fertilità migliori dell’Unione Europea, con 1,66 figli per donna contro gli 1,21 dell’Italia), ma, oggi, i
dati, ormai consolidati, certificano un calo preoccupante anche per i “cugini” d’oltralpe.
Francia: emergenza natalità
Già nel 2023, per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale il numero totale dei
nuovi nati in Francia è stato al di sotto della soglia dei 700mila. Il 2024 ha confermato un ulteriore
calo del 2,8%, fermandosi a 660.800 nascite, e gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di statistica, con
soli 317.340 bambini nati nei primi 6 mesi del 2025, hanno rincarato la dose con un ulteriore
diminuzione del 2,2% rispetto all’anno precedente.
La tendenza è ormai strutturale, dunque, tanto che nel 2024 – come ha ricordato Anais Ginori su
Repubblica – il Presidente Emmanuel Macron ha parlato della necessità di un “riarmo
demografico”, auspicando una risposta collettiva di tutta la popolazione al problema. Tra le
priorità indicate dal Capo dello Stato c’è anche la lotta contro l’infertilità maschile e femminile,
ma il calo delle nascite, come in tutta Europa, è figlio di una pluralità di fattori: fisici, ambientali,
politici, economici e non solo.
Quali soluzioni per una nuova primavera demografica?
Perché se è vero che quasi tutti i governi hanno provato a cercare una soluzione alla denatalità
invocando principalmente leve politiche ed economiche (sgravi fiscali per le famiglie numerose,
bonus, facilitazioni…), è altrettanto certo che, al momento, questi incentivi, da soli, non stanno
dando i risultati sperati. E se il calo riguarda anche la Francia, che ha una delle rete di sostegno
alla famiglia (non solo economica, ma anche a livello di politiche del lavoro e di welfare) tra le più
sviluppate d’Europa, è evidente che per affrontare davvero il problema si debba agire anche e
soprattutto sul piano culturale.
Fiducia nella bellezza della vita
Forse, è davvero arrivato il momento di promuovere e incentivare un differente approccio alla
vita, nel quale i valori siano più importanti dei soldi. Davvero, la leva decisiva per decidere di avere
un figlio può essere un incentivo di, per esempio, 500 euro al mese per i primi 2 anni? Basta
questo per dare alla propria esistenza e a quella della propria famiglia una svolta che è “per
sempre”? Oppure è forse la fede nella bellezza della vita, il credere nel futuro, ciò che può fare la
differenza? E non solo una bellezza che sia “per me”, ma una bellezza che sia anche per chi verrà
dopo di me, per chi questo cammino virtuoso è chiamato a portarlo avanti senza dover sperare
che la prossima legge di bilancio confermi un bonus mai grande abbastanza, ma con la certezza
che valga la pena vivere e la varrà sempre, anche quando noi non ci saremo più.
Bambini abbandonati e figli
Ed è proprio questa fiducia anche quella che può dare la spinta decisiva per decidere di ridare il
diritto di essere figli ai milioni di bambini abbandonati che ci sono nel mondo. Anche questa è una
strada per tornare a “generare vita”, ma lo si può fare solo se si crede nel valore e nella promessa
del futuro. Un futuro i cui ingredienti per renderlo differente sono già presenti oggi.
Senza voler passare per chi semplifica eccessivamente la questione, se i milioni di bambini
abbandonati che già esistono potessero cambiare la loro “definizione” in quella di figli… si
avrebbero milioni di figli in più, e milioni di abbandoni in meno. Ora!
Certo, non pensiamo che dall’oggi al domani si possano fare milioni di adozioni, ma ancora una
volta è il senso della prospettiva che deve cambiare, la lungimiranza che nasce dalla fiducia nella
bellezza della vita. In fondo, a voler guardare, è tutto già qui.
Ai.Bi. Amici dei Bambini – ETS
Ai.Bi. Amici dei Bambini è un movimento di famiglie che dal 1986 opera in Italia e in oltre 30 Paesi del
mondo (in Europa dell’Est, America, Africa e Asia) per dare a ogni bambino abbandonato una famiglia e
garantire il suo diritto a essere figlio. Ogni giorno, in tutto il mondo, Amici dei Bambini lotta per
combattere l’emergenza abbandono: una vera e propria emergenza umanitaria che, a differenza di fame,
malattia e guerre, presenti principalmente nei Paesi in via di sviluppo, è comune a tutti i Paesi del mondo
con dimensioni sempre più allarmanti. Secondo una stima basata su un report di Unicef di qualche anno fa,
sono almeno 200 milioni i bambini abbandonati nel mondo. In Italia, i minori “fuori famiglia” sono oltre
30mila. Amici dei Bambini interviene laddove si manifesta l’abbandono: negli orfanotrofi, negli istituti, nei
centri di assistenza… in tutte quelle realtà in cui l’assistenza permette loro di “sopravvivere”, ma non di
vivere pienamente, perché manca l’amore di una famiglia che faccia sentire davvero “figli”.
http://www.aibi.it
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Ufficio Stampa Ai.Bi. Amici dei Bambini
Francesco Elli