
Un recente sondaggio condotto dall’Institute for New Social Responses (INSA) ha rivelato che l’84% dei cittadini tedeschi ritiene che nel Paese regni un clima di autocensura diffusa, causato dalla paura di subire conseguenze per le proprie opinioni. Solo il 9% degli intervistati ha affermato il contrario.
Il dato colpisce per la sua trasversalità politica: dal 77% degli elettori dei Verdi al 92% di quelli di Alternativa per la Germania (AfD), tutti riconoscono un ambiente in cui la libertà di espressione risulta compromessa. Alla domanda se avessero personalmente vissuto episodi di autocensura, il 54% degli intervistati ha risposto affermativamente, con un incremento di sei punti percentuali rispetto a otto mesi fa.
Significativo il divario generazionale: il 66% degli under 30 si sente limitato nella libertà di parola, mentre tra gli over 70 la percentuale scende al 38%. Questo potrebbe riflettere il crescente scollamento tra le giovani generazioni e i partiti tradizionali, in favore delle formazioni più radicali sia a destra (AfD) che a sinistra (Die Linke e BSW).
Il tasso di autocensura varia anche in base all’orientamento politico: il 76% degli elettori dell’AfD ha ammesso di non sentirsi libero di esprimersi, seguito dal 69% di BSW e dal 65% di Die Linke. Tra i partiti più moderati, le percentuali sono inferiori: 47% per i cristiano-democratici, 42% per i socialdemocratici e 41% per i Verdi.
Secondo l’INSA, il tema della libertà di espressione potrebbe diventare un catalizzatore sociale e politico paragonabile all’ondata migratoria del 2015 o alla pandemia di Covid-19 del 2020. “Solo una vera cultura del dibattito e l’accettazione di una pluralità di idee possono convincere i cittadini che la libertà di parola è effettivamente garantita”, ha dichiarato l’istituto.
La questione è emersa anche a livello internazionale. Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha sollevato il tema durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco lo scorso febbraio, affermando che la più grande minaccia per l’Europa non è esterna, ma l’erosione delle libertà dall’interno.
Vance ha inoltre criticato il “firewall” politico costruito contro l’AfD, definita recentemente dal servizio segreto interno tedesco BfV come “organizzazione estremista”, aprendo la strada a misure di sorveglianza e a un potenziale bando del partito.
Il dibattito sulla libertà di espressione in Germania è destinato ad accendersi ulteriormente, soprattutto in vista delle elezioni federali del 2026.