
(AGENPARL) – Fri 01 August 2025 On. Ida Carmina (M5S – Comitato Schengen): “Meloni si scusi con gli italiani. La Corte UE boccia il modello-Albania: propaganda fallimentare e miliardi sprecati”
«Giorgia Meloni chieda scusa agli italiani per l’ennesima figuraccia internazionale e per aver sperperato risorse pubbliche in un’operazione di pura propaganda elettorale. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha confermato ciò che il Movimento 5 Stelle denuncia da sempre: sono i giudici a dover valutare caso per caso il diritto d’asilo, non governi che delegano ad altri Paesi la gestione di un principio fondamentale del diritto europeo e internazionale».
«Il cosiddetto “modello-Albania”, presentato come un simbolo della fermezza del governo Meloni sull’immigrazione, si sta rivelando un clamoroso fallimento: centri inutilizzati, costi esorbitanti (fino a 114mila euro al giorno) e zero risultati concreti. Dovevano essere un deterrente? Non è successo. Dovevano accelerare i rimpatri? Non è successo. Dovevano fermare le partenze? I numeri degli sbarchi dicono l’esatto contrario: l’Italia è oggi il primo Paese in Europa per arrivi via mare e gli sbarchi sono notevolmente aumentati.
«Il governo spende oltre un miliardo di euro in Albania per centri praticamente vuoti, mentre in Italia migliaia di operatori che assistono i minori stranieri non accompagnati sono senza retribuzione da oltre un anno, nonostante svolgano un servizio essenziale per lo Stato».
«È il momento della verità: l’Albania si arricchisce, gli italiani si impoveriscono. La propaganda del blocco navale è naufragata, così come l’illusione di delegare all’estero la gestione dei flussi. Il fallimento è totale: oltre 250.000 arrivi sotto il governo Meloni, la bocciatura della Corte UE, il disprezzo delle regole europee e l’abbandono delle vere emergenze sociali del Paese.
Questo progetto non è un modello di efficienza, ma il simbolo di una politica migratoria fallita e dispendiosa.
Per rispetto verso i cittadini, il Governo dovrebbe chiedere scusa e fare marcia indietro, conclude l’On. Ida Carmina.”