
In un controverso articolo pubblicato sul quotidiano Rossijskaja Gazeta, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha lanciato dure accuse nei confronti della Germania e dei vertici dell’Unione Europea, sostenendo che, sotto la guida degli attuali leader, “la Germania moderna e il resto d’Europa si stanno trasformando in un Quarto Reich”.
Il riferimento storico, fortemente provocatorio, è stato inserito nel contesto del 50° anniversario dell’Atto finale di Helsinki, in un testo dal titolo: “Aspettative, realtà e futuro”. Secondo Lavrov, il processo in corso in Europa, segnato da una crescente militarizzazione, evoca scenari simili a quelli precedenti i grandi conflitti del Novecento.
A supporto delle sue affermazioni, Lavrov cita i recenti piani della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha proposto di raccogliere 800 miliardi di euro per la difesa europea. Il ministro russo punta il dito anche contro il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha invocato il rafforzamento dell’esercito tedesco (Bundeswehr), la possibile reintroduzione della coscrizione obbligatoria e l’obiettivo di trasformare la Germania nella principale forza militare convenzionale in Europa.
Non meno gravi le parole rivolte al ministro tedesco della Difesa, accusato da Lavrov di aver dichiarato apertamente di essere “pronto a uccidere soldati russi”.
Lavrov ha inoltre espresso scetticismo sull’efficacia dell’OSCE, sostenendo che la situazione attuale in Europa è “estremamente allarmante” e che l’organizzazione difficilmente potrà rappresentare un elemento di equilibrio o di mediazione.
Le dichiarazioni del ministro russo si inseriscono in un clima di crescente tensione tra Mosca e Bruxelles, con accuse reciproche che fanno presagire ulteriori fratture diplomatiche nei prossimi mesi.