
(AGENPARL) – Fri 01 August 2025 COMUNICATO STAMPA n. 101/25
Lussemburgo, 1º agosto 2025
Sentenza della Corte nella causa C-544/23 | BAJI Trans
Il principio dell’applicazione retroattiva della legge penale più favorevole si
estende anche a una sanzione qualificata come amministrativa nel diritto
nazionale quando essa è di natura penale ai sensi del diritto dell’Unione
Tale principio deve essere applicato anche in sede di ricorso per cassazione quando quest’ultimo appartiene
all’iter normale di un processo, a prescindere dal fatto che la decisione contro la quale tale ricorso è diretto sia
considerata definitiva nel diritto nazionale
Interpellata dalla Corte suprema amministrativa slovacca, la Corte di giustizia fornisce importanti chiarimenti sul
principio dell’applicazione retroattiva della legge penale più favorevole previsto dalla Carta dei diritti fondamentali
dell’Unione europea (in prosieguo: la «Carta») (la quale si applica in tutti i casi in cui il diritto dell ’Unione è attuato da
un’autorità nazionale). Sebbene tale principio sia riservato all’ambito penale, la qualificazione di una sanzione come
amministrativa nel diritto nazionale non esclude necessariamente l’applicabilità di detto principio. Infatti, è possibile
che, in forza del diritto dell’Unione e allo scopo di garantire un’applicazione uniforme di tale principio, una sanzione
amministrativa debba essere considerata come penale a causa della natura stessa dell’illecito e del grado di severità
della sanzione. Inoltre, tale principio si applica fintantoché la condanna non sia divenuta definitiva. Ciò che debba o
non debba essere considerato come una sentenza definitiva, in tale contesto, è parimenti disciplinato dal diritto
dell’Unione. La mera circostanza che una decisione di condanna sia qualificata come definitiva nel diritto nazionale,
quando invece può essere oggetto di un ricorso per cassazione, non è sufficiente per escludere l’applicazione di tale
principio.
In Slovacchia, al conducente di una betoniera è stata inflitta una sanzione pecuniaria di 200 euro dopo che era stato
constatato, il 4 novembre 2015, che il tachigrafo del suo veicolo non era stato sottoposto a l controllo periodico
obbligatorio. All’epoca dei fatti, tale obbligo derivava dal diritto slovacco in combinato disposto con il diritto
dell’Unione 1 .
La Corte regionale di Bratislava, adita dal conducente e dalla società BAJI Trans, alla quale apparteneva la betoniera,
ha confermato tale sanzione pecuniaria nel 2019. Il conducente e la BAJI Trans hanno quindi proposto ricorso per
cassazione avverso la decisione della Corte regionale di Bratislava.
Il diritto dell’Unione è stato successivamente modificato, con effetto a decorrere dal 20 agosto 2020, nel senso che
gli Stati membri possono ormai esonerare i veicoli per il trasporto di calcestruzzo pronto per l ’uso dall’obbligo di
essere provvisti di tachigrafo 2 . È ciò che ha fatto la Slovacchia mentre il procedimento per cassazione non era
ancora concluso. Il conducente e la BAJI Trans hanno allora sostenuto che i fatti commessi nel novembre 2015 non
integravano più un illecito e che pertanto la sanzione pecuniaria avrebbe dovuto essere revocata.
La Corte suprema amministrativa slovacca, che deve statuire sull’impugnazione, ha chiesto alla Corte di giustizia di
pronunciarsi sulla portata del principio dell’applicazione retroattiva della legge penale più favorevole previsto dalla
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Carta. Essa sottolinea che, nel diritto slovacco, l’illecito di cui trattasi è considerato un illecito amministrativo e che la
decisione della Corte regionale di Bratislava è considerata definitiva, a prescindere dalla possibilità di proporre
un’impugnazione contro la medesima.
In primo luogo, la Corte constata che, sia con la sua normativa iniziale sia con la modifica intervenuta
successivamente, il legislatore slovacco ha attuato il diritto dell’Unione, cosicché la Carta si applica al caso di specie.
In secondo luogo, la Corte sottolinea che il principio dell’applicazione retroattiva della legge penale più favorevole,
previsto dalla Carta, resta riservato all’ambito penale. Ciò detto, il fatto che una sanzione sia qualificata come
amministrativa nel diritto nazionale non esclude necessariamente l’applicazione di tale principio. Infatti, al fine di
garantire un’applicazione uniforme di tale principio in tutta l’Unione europea, altri due criteri possono comunque
portare a qualificare una siffatta sanzione come sanzione penale, ossia la natura stessa dell ’illecito e il grado di
severità della sanzione.
In terzo luogo, la Corte precisa che l’applicazione del principio dell’applicazione retroattiva della legge penale più
favorevole, previsto dalla Carta, presuppone che la modifica della legge rifletta un mutamento di posizione del
legislatore sulla qualificazione penale dei fatti commessi dalla persona interessata o sulla pena da applicare. Nel
caso di specie, il legislatore slovacco ha effettivamente mutato la sua posizione quanto alla volontà di reprimere fatti
come quelli contestati al conducente di cui trattasi.
In quarto luogo, la Corte ricorda che il principio dell’applicazione retroattiva della legge penale più favorevole,
previsto dalla Carta, si applica fintantoché non sia stata pronunciata una condanna definitiva. Orbene, la circostanza
che una condanna sia considerata definitiva, in forza del diritto nazionale, non esclude l ’applicazione di tale
principio. Infatti, una condanna non può essere considerata definitiva, a tal fine, quando avverso tale condanna è
possibile proporre un mezzo ordinario di impugnazione, vale a dire qualsiasi mezzo di ricorso che appartenga all’iter
normale di un processo e che, in quanto tale, costituisca uno sviluppo processuale che ciascuna parte può
ragionevolmente prevedere. Così è nel caso del ricorso per cassazione proposto dinanzi alla Corte suprema
amministrativa slovacca.
Pertanto, un giudice di cassazione è tenuto, in linea di principio, a consentire all’autore di un illecito, la cui sanzione
rientri nell’attuazione del diritto dell’Unione, di beneficiare di una normativa penale che gli è favorevole, anche se
tale normativa è entrata in vigore dopo la pronuncia della decisione giurisdizionale oggetto di tale ricorso per
cassazione.
IMPORTANTE: Il rinvio pregiudiziale consente ai giudici degli Stati membri, nell ’ambito di una controversia della
quale sono investiti, di interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un
atto dell’Unione. La Corte non risolve la controversia nazionale. Spetta al giudice nazionale risolvere la causa
conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga
sottoposto un problema simile.
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Il testo integrale e, se del caso, la sintesi della sentenza sono pubblicati sul sito CURIA il giorno della pronuncia.
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